Credo che non faccia piacere a nessuno essere gettato via e calpestato dagli uomini, nonostante una propria, accertata insipienza o stupidità.

Il rimedio sta nell'eliminare l'insipienza e non l'uomo; tuttavia dove trovare il sale della vera saggezza che ha come fondamento l'amore?

"Dio è amore!".

"Voi [dice Gesù a chi si abbevera alla fonte della saggezza] siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che gli si ridarà sapore? Non è più buono a nulla se non ad essere gettato via e calpestato dagli uomini" (Matteo 5:13).

Calpestamento come biasimo, disprezzo, scherno, rifiuto da parte di chi non è sapido neppure lui. Quando la dignità cade, lo stolto si rallegra.

La vera dignità è data da una reale conoscenza di Dio. Molta gente si vanta di saper fare molte cose sul piano affettivo, naturale, per poi scoprire che anche gli animali, specie le scimmie, le sanno fare. Senza Dio, senza la Sua morale e la Sua gratuita riabilitazione spirituale, il mondo non ha sapore, sapore di vita.

La saggezza, la giustizia che non risultino qualitativamente superiori a quelle che l'umanità in genere teorizza e non pratica, sono vanità, direbbe Salomone (Ecclesiaste 2:11), per poi giungere alla conclusione che diremo più avanti.

I fatti del mondo vanno tragicamente di traverso per la mancanza di questo sale divino, e chi lo possiede lo usa scarsamente: "Abbiate del sale in voi stessi e state in pace con tutti" (Marco 9:51), sale come buon senso, ovvero il senso delle cose di Dio.

L'assenza di pace nel mondo,

  • nel paese,
  • nella famiglia,
  • in se stessi
è subito spiegata: il principe della pace ne è stato escluso. Gesù si è impegnato al massimo delle Sue divine e umane risorse, fino alla consumazione di Se stesso, affinché l'uomo recuperi il sapore che Dio gli aveva conferito originariamente: lo creò a Sua immagine e somiglianza. Acquistare questo sapore significa passare da una letale insipidezza spirituale ad una sapida comunione con Dio e con gli uomini, ovvero "...dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24).

Colui che è ritenuto il maggior pessimista della storia, l'Ecclesiaste, conclude il suo viaggio filosofico con le parole: "Temi Dio e osserva i Suoi comandamenti perché questo è il tutto dell'uomo" (Ecclesiaste 12:15).

Il possesso del "sale" è dimostrato da una fede integrale in Dio, senza mezze misure, baratti o compromessi a cui Dio non si presterebbe mai.

Se il futuro Regno di Dio sulla terra si distinguerà per un'assoluta saggezza, questa è attualmente presente in coloro che hanno eletto Dio come loro Signore, e deve esprimersi fra quelli che rigettano la prospettiva cristiana della rigenerazione spirituale e della redenzione, in modo che l'insipidezza venga evidenziata e guarita.

Cristo, il buon sapore universale, si è immerso nell'umanità, "si è sciolto" in essa per ridarle il sapore della vita, mantenendosi puro. "Sale della terra", dunque anche il cristiano deve sciogliersi, nell'elemento in cui si trova immerso, senza temere di perdere l'integrità morale-spirituale che Cristo gli ha conferito.

Il sale resta sempre sale, sia che rimanga nella sua forma originaria, sia che si sciolga in un altro elemento, ma la sua funzione, la sua efficacia è dimostrata dal suo scioglimento, operazione a cui molti cristiani si sottraggono.

Il cristiano renitente e l'incredulo che rifiuta di divenire sale della terra, non sono certamente in sintonia con Dio. Il primo finirà per essere calpestato dagli uomini; il secondo confermerà la propria volontaria, ostinata insipidezza e insipienza.

Una conoscenza di Dio fine a se stessa, tutta sale integrale, non è utile a niente, gonfierebbe chi la possiede e basta: va usata per condire il mondo.

Ciò fa pensare al religioso per mestiere, all'alieno da Dio, pertanto ad una dichiarata avversione nei Suoi confronti, ad una effettiva, anche se occulta antipatia. Si tende a fare mostra di fedeltà, ma è da noi condizionata dal fatto che dovrebbe essere Dio a dover fare la nostra volontà.

A questa stregua la sapidità spirituale è già persa, infatti "A chi ha, sarà dato; a chi non ha sarà tolto anche quello che ha" (Marco 4:25), cioè che gli era stato dato dalla grazia di Dio.

Una lettera dell'apostolo Paolo riporta: "Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo..." (2 Corinzi 2:15).

Un profumo viene sempre emanato da una sostanza: qual è la tua?

Profumi di amore, di verità, di giustizia o emani i miasmi della mondanità, della tua antipatia per Dio?

Dal profumo che emani, che è Cristo in te, tu trasmetti la vita.

Se Cristo non è in te, tu condividi la morte con molti.

Dio ti dona la possibilità di essere sale della terra: lo ritieni ancora antipatico?

In questo caso, attento ai calpestamenti!

Germano Giuliani
(tratto da "Il Dio antipatico" ADI-Milano)

Inviato da alex il

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