Quando sono andato a farmi una doccia, alle 22:30 di Domenica, 5 Febbraio 2012, Eunice stava leggendo il libro di J. Oswald Sanders, Gesù Cristo, l’incomparabile. Sono certo che questo non sia casuale. Si stava preparando in maniera straordinaria al suo imminente incontro con il Cristo incomparabile, il suo Signore, in gloria. Eunice era rimasta a casa, quella mattina per prendersi cura di nostro nipote Marco che non stava bene, permettendo così ad Andrea e a suo figlio maggiore di venire con me al culto e alla scuola domenicale. Questo era tipico di Eunice. Lei stessa aveva avuto l’influenza, ma non aveva più febbre, nonostante una tosse residua. Dopo essersi riposata nel pomeriggio, aveva effettuato una lettura di controllo della sezione d’esame di un corso avanzato Emmaus intitolato Israele e la Chiesa. Mi era stato chiesto di preparare questo corso per il mondo ispanofono, una realtà molto vicina al cuore di Eunice (che era nata e cresciuta in Bolivia). È dunque straordinariamente giusto il fatto che le sia stato possibile partecipare fino in fondo alla preparazione di questo corso (dopo il controllo da parte sua, l’ho inviato in maniera definitiva a Gilberto Vargas, quella sera stessa). Poi, dopo il pasto serale, Eunice ha lavorato alla traduzione di un testo di Alister McGrath per conto delle edizioni GBU. Il libro di McGrath andrà ad arricchire una nuova collana Fantasy, inaugurata dai primi tre libri dei “Racconti di Giacomino.” Il mio ultimo giro in macchina con Eunice, giovedì 2 Febbraio, era stato principalmente finalizzato a prendere in consegna un certo numero di copie di questi Racconti, appena pubblicati. Eunice aveva gioito nel vedere la qualità della stampa di questi libri, e aveva osservato che sembravo più affezionato a questi (essendo storie interamente inventate da me) che a tutti gli altri libri scritti in precedenza. Aveva ragione. Questo dimostra quanto sensibilmente Eunice abbia seguito ogni parte del mio/nostro ministero negli ultimi 44 anni.
Stavo dunque facendo la doccia, sapendo che lei avrebbe intanto lavato i denti per poi trovarci a letto insieme. Uscendo dalla doccia, tuttavia, ho sentito un grido straziante “Ron, vieni qui!”. Purtroppo con la mia condizione di mobilità ridotta non ho potuto spostarmi come un tempo, ma ho percorso il più rapidamente possibile il breve corridoio che mi separava dal bagno e l’ho trovata seduta su di uno sgabello, che si sforzava di deglutire e respirare. Ho visto, guardando nel lavandino, che aveva sputato parecchio sangue, e c’era altro sangue ancora in un contenitore sul pavimento. A questo punto, lei ha detto: “Chiama Andrea e Patrizia, subito!”, cosa che ho immediatamente provato a fare. Ho usato il telefono intercomunicante, ma il loro apparecchio era staccato (per permettere ai loro figlioletti di dormire indisturbati). Ho quindi chiamato il cellulare di Patrizia, ma anche questo era spento. Ho provato ad urlare dalla finestra, ma senza successo. Ero terribilmente frustrato, per via della mia mobilità ridotta, non potendo correre giù a svegliarli battendo sulle finestre, ma le scale esterne erano coperte di neve ghiacciata, e mi ci sarebbe voluto tanto tempo per arrivare fin giù. Mi sono quindi ricordato del metodo che impiegavamo per chiamare Andrea prima di avere i telefoni intercomunicanti, e così ho cominciato a sbattere forte sul radiatore del riscaldamento. A questo punto mi hanno chiamato al telefono, e io sono tornato in bagno.
Subito mi hanno raggiunto. Intanto la respirazione stava ormai diventando impossibile per Eunice, e ha ansimato: “Ho bisogno d’aria.” Queste sono state le ultime parole da lei pronunciate in questa vita. Patrizia e io l’abbiamo sollevata per portarla sul divano in salotto, mentre Andrea chiamava un’ambulanza. Trasportandola, abbiamo percepito che, nonostante floscia, Eunice era ancora viva. Patrizia ha cercato di aiutarla, ma era ormai chiaro che la sua condizione di shock era irreversibile. L’ho abbracciata, sussurrando qualcosa di amorevole a questa meravigliosa donna che stava scivolando via, e ho sentito da parte sua un grugnito. È possibile che mi abbia sentito e abbia compreso ciò che le dicevo. Abbiamo poi tentato di rianimarla, Patrizia facendole la respirazione artificiale, mentre io le facevo pressione sul tronco. Purtroppo, però, abbiamo presto compreso che Eunice non era più con noi. Sono quindi andato a mettermi la vestaglia (fino ad allora avevo avuto indosso solo biancheria intima, e faceva freddo) e mi sono seduto sul divano tenendole la mano (Eunice era a questo punto distesa sul tappeto, dove l’avevamo distesa per la rianimazione). Intanto Andrea era ancora al telefono con il servizio 118 e con la guardia medica. Poiché si erano appena verificate delle nevicate assolutamente eccezionali, gli spostamenti stradali erano complicati. Quando il medico della Guardia è finalmente arrivato, ha dovuto lasciare l’auto ad una certa distanza da casa, e ha anche rischiato molteplici cadute sul ghiaccio. Andrea lo ha dovuto sostenere fino in casa.
La causa ufficiale della morte di Eunice è “collasso cardio-circolatorio”, probabilmente per mancanza di sangue. Ho personalmente avuto l’impressione che i suoi polmoni fossero inondati di sangue, oltre a tutto quello che è finito nel lavandino. Ripensando alla sua crisi in bagno, mi è chiaro che nulla si sarebbe potuto fare per trattenerla in questo mondo, a motivo dell’improvvisa e massiccia emorragia interna da lei subita e il probabile collasso dei bronchi. Il Signore l’ha presa con sé nell’arco di meno di mezz’ora. Eunice lascia un esempio cristallino d’amore e servizio, portati avanti fino al giorno della sua chiamata a casa.
Grazie Signore d’avermi permesso di condividere la vita con questa donna meravigliosa per quarantaquattro anni e mezzo (Giobbe 1:21b)
Rinaldo Diprose
PS. La morte improvvisa di Eunice ha costituito un grandissimo shock. Lo sforzo ora è di affrontare la perdita e sentire un legame sempre maggiore con la gloria. I versetti riportati sul foglietto preparato per il suo toccante funerale (tenutosi Martedì 7 Febbraio), sono I Pietro 1:3-4. Nonostante la neve, che ha impedito a molti partecipare, erano presenti persone da buona parte d’Italia.
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