Nella pagina FB "Assemblea dei Fratelli" in Italia - si è posto il quesito:
Carissimi tutti, vorrei lanciare una discussione (speriamo pacata e rispettosa, altrimenti chiudo tutto) sulla questione vaccino anti COVID. Premetto, non appena possibile io mi vaccinerò; in più ritengo questo un evento benedetto per il quale dovremmo ringraziare il Signore. Ma mi si dice che non tutti sono d'accordo.
Allora faccio tre domande sulle quali si potrà discutere (mi raccomando)
1. Quali sono le ragioni di una eventuale contrarietà al vaccino?
(sarebbe possibile formalizzarle, tipo: 1, 2, 3 ...)
2. Quali sono le ragioni che invece spingono a vedere il vaccino come un fatto provvidenziale?
3. C'è un nesso tra questa questione (vaccino SI/NO) e visione biblica, argomentazioni teologiche, etc.?
Di seguito si riportano le argomentazioni che riteniamo più equilibrate e condivisibili.
N.B. Neurobiologo
Rispondo alla richiesta di Giancarlo andando sul merito della vaccinazione. Vaccinazione che io ho già comunicato alla struttura sanitaria presso cui lavoro di essere disponibile a fare, dopo una richiesta formale ricevuta in tal senso un paio di settimane fa. Perdonami però Giancarlo se non sarò breve.
Ritengo in generale i vaccini una conquista formidabile, che ha contribuito a debellare malattie che hanno falcidiato generazioni, e che uccidono tutt’oggi migliaia di bambini del terzo mondo, i quali bambini sognerebbero di avere quelle vaccinazioni su cui noi occidentali facciamo tanto i preziosi. Io ringrazio Dio per tutto questo, perché ritengo questi progressi un'espressione della Sua grazia, che ha dato all'uomo l'intelligenza per sviluppare conoscenze e tecnologie straordinarie, di cui possiamo godere i benefici.
All’interno del diffuso pessimismo permettetemi un eccesso di ottimismo, quantomeno per mostrare un modo diverso di vedere il nostro presente. Il Covid19 ha avuto l'effetto benefico di permettere (attraverso le enormi risorse finanziarie immesse) lo sviluppo e l’ottimizzazione di una tecnologia straordinaria (i vaccini ad mRNA) che rivoluzioneranno le terapie vaccinali del futuro. Io non escludo che tra qualche decennio si parlerà dell'epidemia del Covid19 come di un momento storico nello sviluppo della medicina.
Detto questo, la mia fiducia è in Dio. Dio deve essere sempre al centro della nostra fiducia, perché pur riconoscendo i progressi della medicina, gli interventi dell'uomo sono necessariamente viziati della sua fallacità. Trovare un equilibrio in questi elementi non è facile, ed è per questo che occorre sempre avere un reciproco rispetto, applicando anche a questi ambiti le esortazioni di Paolo in Romani 14.
L’efficacia di questi vaccini nel prevenire il Covid-19 è comprovata. La cosiddetta “fase 3” a cui sono stati sottoposte le migliaia di volontari ha registrato una protezione fino addirittura il 95%. Un valore altissimo, se comparato ad altri vaccini. Ciò che effettivamente non appare chiaro è se coloro che hanno ricevuto questa copertura vaccinale possano continuare a essere veicolo di trasmissione del virus. Un fattore non secondario, alla luce della necessità di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Se la diffusione dovesse continuare indisturbata, nonostante le persone vaccinate, si avrebbe il risultato positivo di una diminuzione dei morti, ma non si tutelerebbero coloro che, a causa di altre patologie, non possono vaccinarsi, e soprattutto non si impedirebbe la circolazione continua del virus, col pericolo che esso possa andare incontro a future mutazioni che lo potrebbero rendere più aggressivo o insensibile agli attuali vaccini.
Il secondo elemento importante non ancora del tutto chiaro è legato ai possibili effetti collaterali. Proprio questa settimana la prestigiosa rivista americana Science ha un articolo di commento [DOI: 10.1126/science.371.6524.10] su possibili reazioni allergiche suscitate dal glicole polietilenico, un agente usato per veicolare all’interno delle cellule la molecola (mRNA) all’origine della risposta anticorpale, utilizzato dai vaccini Pfizer e Moderna. Dico questo non per suscitare allarmismi, ma per far presente che la comunità scientifica non è affatto composta da “massoni” o agenti malefici al soldo delle multinazionali del farmaco.
Lo sviluppo di questi vaccini è avvenuto sotto una stretta vigilanza di scienziati neutrali, un controllo che non è terminato con l’approvazione del farmaco, come d’altronde avviene per qualsiasi trattamento medico che acquistiamo nelle nostre farmacie. Articoli come quello sopra menzionato dovrebbero semmai tranquillizzarci sul fatto che c’è attenzione e consapevolezza degli eventuali (rari!!!) effetti collaterali, per intervenire prontamente laddove necessario o per evitare di vaccinare individui più suscettibili.
Pur rispettando chi ha diverse convinzioni, ritengo che vaccinarsi sia un dovere. La testimonianza di Daniela Buraghi è già abbastanza chiara nel mettere in luce l’aberrazione di pensare che la situazione non sia grave perché… tanto muoiono solo persone fragili e già colpite da altre patologie. Aggiungo poi anche una mia personale scarsa simpatia per coloro che non si vaccinano adesso, aspettando che in futuro ci sia maggiore chiarezza sugli eventuali effetti collaterali. Chiarezza ottenuta ovviamente grazie a chi non si è tirato indietro e accettando il rischio delle eventuali conseguenze. Vorrei a questo proposito invitare a un sentimento di ringraziamento alle migliaia di volontari della fase 3, i quali si sono sottoposti al vaccino mettendo davvero a rischio la loro salute, quando cioè si sapeva poco o nulla sugli eventuali effetti collaterali. Loro sì che meritano la nostra stima e ammirazione, non certo noi che ci esponiamo oggi a un rischio esiziale, laddove ci fosse.
Rischio futuro, peraltro, a cui non devono illudersi di essere esenti nemmeno coloro che oggi non vogliono vaccinarsi, ritenendo inutile proteggersi da una patologia che ucciderebbe solo pochissime persone “fragili”. Beata ingenuità! Ci sono ampie evidenze scientifiche di vulnerabilità allo sviluppo precoce di gravi malattie vascolari e neurodegenerative che potrebbero in futuro colpire quei “forti” che non sono morti di Covid19.
Il vaccino serve, perché gli effetti collaterali del virus Sars-Cov-2 sono di gran lunga più gravi e certi degli eventuali effetti collaterali del vaccino che lo contrasta.
V.L. Tecnico Radiologo
Buongiorno a tutti.
Mi esprimo come cristiano evangelico e come tecnico di radiologia medica. Non sono uno specialista virologo, ed ho seguito la questione un po' dietro le quinte.
Ho di recente superato la polmonite interstiziale da Covid 19. Al momento, per ovvie ragioni ( breve concomitanza di tempo ), non farò il vaccino; ma mi sono già premesso di farlo più avanti.
Procediamo:
1) Non ho contrarietà al farlo, ma non insisto con chi non vuole farlo. Magari, per convinzioni chiare proprie, o forse perché influenzato da altri, rispetto la decisione altrui.
Ad onor del vero, di persone che hanno deciso di non farlo e sono coscienti e individualmente preparate, non ne conosco di persona neanche una; e l'ospedale dove lavoro è pieno di medici.
2) Ritengo il vaccino una concreta risposta ( con i limiti di tutti i vaccini ) della scienza e della medicina a questo virus. Un possibile " fatto provvidenziale " è che il Signore ha condotto l'uomo verso traguardi straordinari. Poi ne abbiamo fatto un uso non appropriato.
3) Sostanzialmente non c'è un nesso diretto; ma tutto ciò che sta attualmente accadendo, compreso questo " piccolo " evento del Covid 19 e conseguente vaccino, vanno visti in un panorama molto più vasto circa gli " ultimi giorni" che non dobbiamo pensare siano poche decine di anni. In questa ottica ampia - e spero anche chiara - dobbiamo accettare il fatto che non possiamo cambiare i piani di Dio circa gli eventi futuri; dall'altra possiamo " collaborare con Dio " annunciando con rinnovato vigore il Vangelo, portando luce.
Infine, avrei piacere che un credente, non importa che sia un medico, mi presenti prove chiare sue proprie, legati a studi fatti da lui medesimo e non da altri e presi dalla rete, spiegandomi perché no.
Grazie per l'attenzione.
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