Come cristiani evangelici, probabilmente da sempre, abbiamo denunciato momenti nei quali i giorni sarebbero stati più difficili per diverse concause, profetizzate. Abbiamo dichiarato, negli anni, tempi nei quali sarebbe stato facile sviarsi, perdere l'orientamento, peccare, smetteri di amare e perdonare. Vento di nuove dottrine, nuovi messia, falsi, avrebbero guidato l'Umanità verso il tramonto di questi tempi e l'alba di una nuova era. Ora che vediamo il prepararsi, a quanto sembra, di quello che abbiamo da sempre annunciato con tanto ardore e che abbiamo profetizzato, con l'ausilio della Parola, come lo stiamo affrontando? Quali pericoli viviamo per primi noi, noi che proclamavamo ad altri di prepararsi, ci siamo noi preparati?
Il segno dei tempi non è solo il virus o le carestie, l'aumento della temperatura, le guerre (Luca 21), ma ancor di più la capacità di manovrare masse a credere nelle menzogne (anche questa è una forma di guerra tra nazioni, verificata del nostro secolo, architettata per destabilizzare società, orientare il voto, etc.) facendo in modo da spingere quante più persone possibili a mettere in discussione ogni autorità, politica, medica, scientifica, etc... a favore delle dicerie di "mio cugino", un tempo relegate al Bar e al tempo di un caffe, ma che oggi dilagano con una potenza e prepotenza senza eguali.
Un messaggio contrario a quanto scritto, per esempio, in:
Questi discepoli, seguendo le orme del loro Maestro, avevano capito che la battaglia era da praticare ad un diverso livello.
Non ci meraviglia, da studiosi della Bibbia, quale dichiariamo di essere, sappiamo che oggi il Mondo è sotto il dominio, per un tempo ancora, di colui che è chiamato "il padre della menzogna" - Giovanni 8. Da discepoli di Cristo, quali dichiariamo di essere, urge anche oggi ricordarci della Parola: "Affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo suoi disegni" - 2 Corinzi 2:11
E' vero che con queste parole si rischia di sembrare testimoni di questa o l'altra posizione, ma il problema è più radicato e pericoloso del semplice invito a vaccinarsi.
E' curioso in questo vento che spazza via certezze e verità, rimescolando bugie e superficialità, vedere indicare, per esempio, nel vaccino il marchio della bestia, il famoso 666, da quanti poi contemporaneamente professano il rapimento della chiesa prima della grande tribolazione.
Sembra vivere la Parola in questi termini:
- Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si ritengono saggi e si credono intelligenti! - Isaia 5 20-21
- La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna; - 1 Tessalonicesi 2:11
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Ho visto cristiani diventare fan della Terra piatta, scie chimiche, il problema 5G, Trump. La questione non è quanta verità c'è in queste cose, ma il fatto che siano diventati evangelizzatori di queste nuove dottrine, piuttosto che della denuncia del peccato, il peso del giudizio e il balsamo della Grazia in Cristo Gesù.
Il cristianesimo, per gli evangelici, purtroppo si sta riducendo, pare per molti di noi, a bei versetti condivisi qui e là, insieme a qualche like certo, tra un post che incita all'odio, razzismo, spietatezza. Poveri noi!
La questione, come cristiani, è che vedo sempre più spesso, tra dichiarati credenti, innalzare persone a nuovi messia, e le loro soluzioni alla vita proclamate come il nuovo vangelo...
Se, come discepoli di Cristo, dimentichiamo la nostra missione, allora diventiamo discepoli di altri messia... e portatori di altri vangeli...
Ma, forse ancor peggio, non si parla più, ci si urla in faccia, non si acoltano più le ragioni dell'altro, si è semplicemente tifosi, davanti a noi, poi, tutta una pletora di scelte per soddisfare quello che vogliamo credere. Cessiamo di amare, sopportare, stimare. Rinnegando i comandamenti di Gesù, ci appropriamo di altri comandamenti.
Anche questo non ci è nuovo, non siamo mai liberi. Possiamo solo scegliere il padrone da serivre.
Temo sia questa l'ultima apostasia: cristiani che "hanno l'apparenza della pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza" trasformatrice nella propria vita. Un vangelo che sembra vivere solo nelle parole, non più nelle scelte. Restano solo rituali e un inesausto blaterio e starnazzio di parole, senza più reale potenza.
2 Timoteo 3:1-5
Credo che l'unica arma che abbiamo per non farci trascinare qui e la, è restare ancorati a Cristo e alle Sue parole, certo vivendo nel Mondo, ma non ponendolo sopra l'etica e la vocazione che dichiariamo di aver abbracciato. Questo il rischio: È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito», e: «La scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango». - 2 Pietro 2,20-22
Ora il punto è questo; io, cristiano, dove sono?
Io, Alex, dove sono?
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Stupidità - di D. Bonhoeffer
Il nemico del bene - Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell’autodissoluzione, perché dietro di sé nell’uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese. Qui non si può ottenere nulla, né con proteste, né con la forza; le motivazioni non servono a niente. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere - in questi casi lo stupido diventa addirittura scettico - e quando sia impossibile sfuggire ad essi, possono essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti. Nel far questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé; anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa rabbiosamente all’attacco. Perciò è necessario essere più guardinghi nei confronti dello stupido che del malvagio. Non tenteremo mai più di persuadere lo stupido: è una cosa senza senso e pericolosa.
Stupidità e potere
Se vogliamo trovare il modo di spuntarla con la stupidità, dobbiamo cercare di conoscerne l’essenza. Una cosa è certa, che si tratta essenzialmente di un difetto che interessa non l’intelletto, ma l’umanità di una persona. Ci sono uomini straordinariamente elastici dal punto di vista intellettuale che sono stupidi, e uomini molto goffi intellettualmente che non lo sono affatto. Ci accorgiamo con stupore di questo in certe situazioni, nelle quali si ha l’impressione che la stupidità non sia un difetto congenito, ma piuttosto che in determinate situazioni gli uomini vengano resi stupidi, ovvero si lascino rendere tali. Ci è dato osservare, inoltre, che uomini indipendenti, che conducono vita solitaria, denunciano questo difetto più raramente di uomini o gruppi che inclinano o sono costretti a vivere in compagnia. Perciò la stupidità sembra essere un problema sociologico piuttosto che un problema psicologico. E’ una forma particolare degli effetti che le circostanze storiche producono negli uomini; un fenomeno psicologico che si accompagna a determinati rapporti esterni.
Osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica. La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell’atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane - ad esempio quelle intellettuali - ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano. Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza. Parlandogli ci si accorge addirittura che non si ha a che fare direttamente con lui, con lui personalmente, ma con slogan, motti, ecc. da cui egli è dominato.
E’ ammaliato, accecato, vittima di un abuso e di un trattamento pervertito che coinvolge la sua stessa persona. Trasformatosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale. Questo è il pericolo che una profanazione diabolica porta con sé. Ci sono uomini che potranno esserne rovinati per sempre.
Liberazione esteriore
Ma a questo punto è anche chiaro che la stupidità non potrà essere vinta impartendo degli insegnamenti, ma solo da un atto di liberazione. Ci si dovrà rassegnare al fatto che nella maggioranza dei casi un’autentica liberazione interiore è possibile solo dopo essere stata preceduta dalla liberazione esteriore; fino a quel momento, dovremo rinunciare ad ogni tentativo di convincere lo stupido.
In questo stato di cose sta anche la ragione per cui in simili circostanze inutilmente ci sforziamo di capire che cosa effettivamente pensi il "popolo", e per cui questo interrogativo risulta contemporaneamente superfluo - sempre però solo in queste circostanze - per chi pensa e agisce in modo responsabile. La Bibbia, affermando che il timore di Dio è l’inizio della sapienza (Salmo 111, 10), dice che la liberazione interiore dell’uomo alla vita responsabile davanti a Dio è l’unica reale vittoria sulla stupidità.
Del resto, siffatte riflessioni sulla stupidità comportano questo di consolante, che con esse viene assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà dall’atteggiamento di coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella stupidità o più nell’autonomia interiore e nella intelligenza degli uomini.
di D. Bonhoeffer
(da Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere)
Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 – Flossenbürg, 9 aprile 1945) è stato un teologo luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo.
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