Delle volte ho la netta sensazione di essere come i farisei di un tempo, vi ricordate cosa diceva il nostro Signore di loro? Non riuscivano a cogliere l’evidenza della profezia dei profeti che si stava avverando, avevano davanti ai loro occhi l’oscurità della tradizione e dei precetti degli uomini.
16:1 I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. 2 Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia!” 3 e la mattina dite: “Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!” L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? 4 Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò.
Matteo 16:1-4
Infatti i farisei, famosi per il loro attaccamento alla tradizione, erano sempre ligi al dovere.
Non permettiamo alla nostra relazione con Dio di ridursi ad una lista legalista di regole e riti. Quello che ci viene chiesto con forza dalla parola di Dio è di fare nostro il messaggio di salvezza, di morire a noi stessi e di lasciar posto allo Spirito Santo in noi in modo che il Signore, a questo punto il Nostro Signore, possa prendere il governo della nostra vita.
Ma la cosa che mi fa male di più è che un giorno il Signore possa dire di me allo stesso modi di come diceva, appunto dei farisei:
8 ”Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il loro cuore è lontano da me.
9 Invano mi rendono il loro culto,
insegnando dottrine che sono precetti d’uomini“».
Matteo 15:8-9
Non lasciamo trascorrere la nostra vita invano, non capendo che quello che il Signore vuole è di essere onorato con il cuore, non solo con le labbra. Tutti i culti che rendiamo al nostro Signore devono essere fatti non per farci belli dinanzi agli uomini, dinanzi agli anziani, dinanzi alla propria moglie o al proprio marito o al proprio amico. I culti li dobbiamo rendere al nostro Signore perché ci ha ha donato la vita eterna, ci ha fatto capire quanto siamo peccatori e l’assoluta necessità, l’urgenza, di chiedere perdono, di ravvederci e di dare il nostro cuore a Lui. L’aver donato la nostra vita a Lui deve portarci ad offrigli la nostra vita come culto ‘vivente’.
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