I gruppi che formano la cristianità attuale potrebbero essere suddivisi in tre categorie. Le prime due comprendono tutto ciò che viene ufficialmente denominato «chiese». Sono società organizzate, con leggi e regole, ciascuna col suo clero distinto dai semplici fedeli.
a) Chiese cattoliche (romana e ortodossa)
(*) Recentemente queste chiese stanno compiendo grossi sforzi per avvicinarsi, cercando di eliminare le antiche barriere di natura dottrinale che portarono allo scisma nell’anno 1054. (n.d.r.)
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Non è questo il momento di esporre le loro dottrine e ancor meno di sollevare controversie. Non avremmo molta difficoltà a contestare che questa unità così enfatizzata contiene, in realtà, una molteplicità di interpretazioni e di forme religiose. Rileviamo soltanto che l’insegnamento della Scrittura non considera la Chiesa come un organismo che dà la salvezza, ma come un organismo formato da persone salvate, il che è completamente diverso.
b) Chiese non cattoliche
Le altre chiese sono delle organizzazioni religiose che si sono separate dalla chiesa romana all’epoca della Riforma protestante, per costituire chiese indipendenti, distinte dal resto della Cristianità. Siano esse «nazionali» o no, ciò non cambia nulla al loro principio. Normalmente esse riconoscono quella che viene chiamata «Chiesa invisibile» edificata da Cristo e di cui Dio solo conosce tutti i membri, ma si considerano come delle associazioni, stabilite nel modo migliore a seconda delle epoche e dei paesi, necessarie per riunire adepti in maggior numero possibile, ammaestrarli e condurli a celebrare servizi religiosi.
La loro base di radunamento consiste in una particolare confessione di fede. Possiamo affermare che queste chiese ufficializzano il frazionamento della Chiesa. Ciascuna è separata dalle altre, anche se riconosce la presenza anche in quelle di veri cristiani_ Qualunque sia il cammino individuale dei loro ministri, dei loro pastori o dei fedeli, cammino sovente irreprensibile, il loro principio, la loro stessa organizzazione, nega l’unità di tutti i credenti.
Delle due categorie sopra ricordate, la prima, la chiesa cattolica, pretende di avere l’unità, l’altra di fatto la disconosce; entrambe sono formate da un insieme di veri credenti e di professanti non convertiti.
c) «Fuori dal campo» (Ebrei 13:13)
Un’altra categoria è formata dai radunamenti di credenti usciti dalle chiese delle due prime categorie per riunirsi secondo gli insegnamenti della Parola, senza clero, senza regolamenti particolari, ma soltanto nel nome del Signore Gesù. Sicuramente ve ne sono stati in tutti i tempi, ma quando lo Spirito di Dio ha soffiato per risvegliare la Chiesa, agli inizi dell’ottocento, col pensiero della imminente venuta dello Sposo, molte anime si sono poste questa domanda: Dov’è la Chiesa nella confusione attuale? E hanno deciso di uscire verso Cristo, fuori da ogni ambiente ecclesiastico.
Purtroppo, anche in questo caso il Nemico è stato attivo ed è riuscito a creare tanto disordine e a provocare tante divisioni al punto che, dopo quasi cinque generazioni, non ci rimane che chinare il capo, con vergogna. Molte anime sincere si domandano: Cosa fare? Dov’è il sentiero della verità?
Siamone certi, vi è sempre il modo di ubbidire al Signore, una via da percorrere che occhio non ha veduto e che non è salita in cuor d’uomo, ma preparata da Dio per coloro che lo amano.
Una chimera: il ritorno della cristianità alle origini
Non riusciremmo più a costruire la Chiesa com’era all’inizio degli Atti. È impossibile. Un principio generale presente in tutta la Scrittura è che Dio non restaura mai ciò che l’uomo ha rovinato, ma dà sempre qualche cosa di migliore.
Dio sopporta ancora la cristianità, e noi siamo tenuti a camminare con le risorse e le indicazioni che Egli fornisce. Non dobbiamo sognare una restaurazione che contraddirebbe l’insegnamento stesso degli apostoli come è stato prima ricordato. Del resto ci mancherebbero gli elementi capitali di quell’epoca: gli apostoli con la loro potenza e i segni che accompagnavano la loro predicazione. Gli apostoli hanno posto il fondamento, hanno adempiuto al loro compito, non sono stati sostituiti. Spettava alla Chiesa essere fedele.
Così, vi sono cose che non ritorneranno mai. Quando noi diciamo che ci raduniamo come i primi cristiani non è del tutto esatto.
Ciò che rimane valido
I credenti di oggi devono fare esattamente come i primi cristiani: ubbidire alla Parola, quella che gli apostoli da lungo tempo ci hanno lasciato dopo averla trasmessa fedelmente secondo l’ispirazione che avevano ricevuto. Il fondamento che essi hanno posto è immutabile, e dobbiamo basarci su questo fondamento che è Cristo stesso, il Cristo degli evangeli e delle epistole, e non sul fondamento di pensieri umani, di dottrine teologiche o di sistemi filosofici, poiché «nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Gesù Cristo» (1 Corinzi 3:11).
Dio non ha smesso di lavorare, Cristo continua a costruire, e la casa spirituale di 1 Pietro 2:5 continua ad essere edificata nella sua perfezione. Nel contempo, la casa visibile sulla terra è affidata alla responsabilità dell’uomo (1 Corinzi 3:12).
Volenti o nolenti, come cristiani «noi vi edifichiamo sopra»; facciano dunque ben attenzione a «come edifichiamo»! Con quali materiali, quali direttive, quali forze? Che cosa, del nostro lavoro, sopporterà la prova del fuoco? Ma non ci scoraggiamo. Ricordiamoci che disponiamo sempre di tre grandi risorse permanenti:
- la Persona di Gesù, il centro di radunamento
- la Parola di Dio
- lo Spirito Santo, Spirito d’amore, di potenza e di consiglio (2 Timoteo 1:7).
Il profeta Aggeo ha incoraggiato i fedeli a ricostruire la casa dell’Eterno (non certamente identica a quella di Salomone, ma con l’altare posto sullo stesso basamento) dicendo loro: «Fortificati, o popolo mio... poiché Io son con voi; e la Parola... e il mio Spirito dimorano tra voi». (Aggeo 2:4 - 5). Quanto più dimorerà con i credenti che vogliono ubbidire!
Queste divine presenze sono a nostra disposizione come ai primordi della cristianità, e non verranno mai a mancare finché la Chiesa sarà sulla terra. «Siate forti e costruite».
Le caratteristiche permanenti di un’assemblea di Dio
Per quanto concerne il radunamento, ci è prescritto di non abbandonarlo, «e questo tanto più che voi vedete avvicinarsi il gran giorno» (Ebrei 10:25). Non dobbiamo pretendere di ricostruire la Chiesa o essere la Chiesa; è però necessario che siamo convinti di quanto in tutti i tempi il Signore ha richiesto alla Chiesa, cioè l’adempimento delle funzioni precedentemente ricordate con la consapevolezza dei privilegi che Egli le ha conferito. Anche se non ha adempiuto fedelmente la missione affidatale, essa non è stata esonerata da questa missione: glorificare Cristo, testimoniare dell’unità che Cristo ha fatto, attendere il Signore, far conoscere la Sua grazia.
Perché una riunione di «due o tre» nel nome del Signore porti ben evidenti le caratteristiche di un’assemblea di Dio, bisogna che ciascuno di questi due o tre sia individualmente convinto di ciò che il Signore richiede in merito. Se essa non manifesta queste caratteristiche, perché riunirsi? Ma se le manifesta, allora la Chiesa di Dio, che è diventata invisibile nel suo insieme, per colpa degli uomini, sarà resa visibile là dove questi due o tre sono radunati. Un tale radunamento è un’assemblea di Dio. È importante non il numero delle persone riunite, ma i caratteri del loro radunamento.
Da quali caratteri un radunamento può e deve essere riconosciuto come un’assemblea di Dio?
Riassumiamo i caratteri che ci sembrano essere indispensabili:
1°) DEVE ESSERE COMPOSTA SOLO DA VERI CREDENTI (2 Corinzi 6:14 - 18)
2°) DEVE RIUNIRSI NEL NOME DEL SIGNORE GESÙ (Matteo 18)
3°) DEVE SOTTOMETTERSI ALLA SOLA AUTORITÀ DEL SIGNORE (Apocalisse 1)
4°) DEVE SOTTOMETTERSI ALL’UNICA GUIDA DELLO SPIRITO SANTO (1 Corinzi 12:14)
5°) DEVE SOTTOMETTERSI ALL’INSEGNAMENTO DELLA PAROLA ACCETTATA NELLA SUA GLOBALITÀ
6°) NON DEVE TOLLERARE CHE IL NOME DEL SIGNORE SIA ASSOCIATO AL MALE (1 Corinzi 5:5-9, 2 Timoteo 2).
Questi caratteri possono essere mantenuti solo se i cuori sono ripieni di quell’amore che procede da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta (1 Timoteo 1:5). E non devono essere soltanto esteriori.
GIBERT, André
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