"Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo; e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me" (Giovanni 12:31-32).
La Chiesa, nella sua natura intrinseca, è un evento di riconciliazione. Essa è nata dalla morte di Cristo che ci ha riconciliati (Colossesi 1:2), pertanto non ha altra ricchezza al di fuori di questo dono, infatti "mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita" (Romani 5:10).
La chiesa è una fraternità fondata su un corpo spezzato, schiacciato dal peso del peccato (Isaia 53: 4-7), una fratellanza, dunque, mai pacifica e scontata, ma sempre inquieta, smaniosa, insofferente e sul punto di rompersi. Allora, quella parola di riconciliazione che la chiesa annuncia, la rivolge prima a se stessa, perché solo se è riconciliata potrà annunciare la riconciliazione.
Da una parte non dovremmo meravigliarci delle nostre debolezze e di sbagli, di tensioni e contrasti; dall'altra, però, non possiamo non indignarci per una persistente litigiosità caratterizzata dal non perdono, dall'incapacità di dare all'altro il diritto di essere nella comunità e di interagire con essa nella sua diversità che lo caratterizza come persona unica e irripetibile.
Una litigiosità che diventa grave e pericolosa quando si cristallizza e divide, creando contrasti insanabili, o quando resta nascosta e non si scioglie, nella grazia di Dio, in confronto dialettico sereno, creativo e riconciliante.
Se a causa della nostra fragilità siamo capaci di dividerci, dobbiamo anche dimostrare d'essere capaci di unirci, di riconciliarci pur restando diversi nella stessa fede. Pertanto dovremmo avere il coraggio di incontrare l'altro nella sua originalità. Ciò implica la libertà di accettarlo nella sua diversità e nel suo limite, senza tralasciare la verità. La riconciliazione deve avvenire nella verità, diversamente si bara o non si ha il coraggio di affrontare alla radice il problema.
La riconciliazione nella chiesa non è solo mettere un velo sul passato, mediante il reciproco perdono, ma un modo nuovo di andare assieme verso il futuro, di cercare assieme la verità all'ombra delle croce e alla luce del risorto, avendo quella consapevolezza affettiva che "tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano il Signore" (Romani 8:28).
"Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo" (Efesi 4:31-32).
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