"Io benedirò l'Eterno in ogni tempo; la sua lode sarà del continuo nella mia bocca. L'anima mia si glorierà nell'Eterno; gli umili l'udranno e si rallegreranno. Magnificate con me il Signore, ed esaltiamo il suo nome tutt'insieme. Io ho cercato l'Eterno, ed egli m'ha risposto e m'ha liberato da tutti i miei spaventi." Salmo 34:1-4
L'introduzione a questo salmo, dice: “salmo di Davide quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e da lui scacciato se ne andò”. Si ricorda così un episodio della vita dell'antico re salmista, quando per paura di Achis, re di Gat, cominciò a fare il pazzo per non farsi riconoscere (cf. I Samuele 21:11-16).
L'astuzia di Davide è premiata da Dio, che lo protegge e lo salva dalle ire permalose di Saul.
La riconoscenza viene cantata in questa lode all'amore di Dio. L’amore di Dio è sempre presente nella vita dell'uomo e continua ad agire per aiutarlo e sostenerlo lungo tutto il suo cammino.
La presenza dell’amore di Dio nella vita dell’uomo troppo spesso però non viene capito, perché l'uomo si aspetta qualcosa di diverso, e non riesce a vedere la reale azione di Dio.
Ecco perché è necessario mettersi in atteggiamento di riconoscenza e dissipare le tenebre dell'orgoglio o dell'egoismo, per fare apparire la misteriosa, ma provvidenziale presenza di Dio.
Lodare il Signore è importante per me, è bello esaltare il nome del Signore a livello individuale e poi farlo anche assieme ai fratelli.
Voglio cercarti Signore, perché solo nella mia ricerca di Te posso trovarti e trovandoti percepire le tue risposte e come Tu riesci a liberarmi dalle mie paure.
"L'Angelo dell'Eterno s'accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete quanto l'Eterno è buono! Beato l'uomo che confida in lui. Temete l'Eterno, voi suoi santi, poiché nulla manca a quelli che lo temono." Salmo 34:7-9
«L'angelo di Dio si accampa presso quelli che lo temono», ciò presuppone che ci sia una reale azione di conquista, una ricerca, un atteggiamento di impegno.
La sicurezza della vittoria è data da questa presenza, ma richiede tutta la partecipazione, la fatica e la sofferenza di una battaglia: se l'esito non è sempre quello che si vorrebbe, è pur sempre qualcosa di positivo, che può diventare un momento di grazia.
Bisogna «gustare e vedere», cioè fare esperienza della bontà di Dio: a nessuno è negata questa possibilità, ma a tutti è richiesto il coraggio di avventurarsi nei disegni di Dio, che non sempre sono chiari e invitano a superare se stessi.
La speranza dà la sicurezza che si può contare sull’aiuto di Dio, e incoraggia a non fermarsi ai primi passi difficili e sconcertanti.
"Io t'esalterò, o mio Dio, mio Re, e benedirò il tuo nome in sempiterno. Ogni giorno ti benedirò e loderò il tuo nome in sempiterno. L'Eterno è grande e degno di somma lode, e la sua grandezza non si può investigare. ... Io mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue opere meravigliose." Salmo 145:1-5
E’ il canto di chi ha fatto esperienza della bontà di Dio, e ha visto con i propri occhi la grandezza della sua premura paterna. Gli infelici e i perseguitati sono nelle mani di Dio che è il potente, il creatore.
Chi invece confida nei potenti della terra, prima o poi resta deluso. Solo in Dio c’è sicurezza totale, perché Iddio dura per sempre e continua sempre la Sua azione in favore di chi è più debole.
Sembra che l’amore di Dio venga smentito da molte situazioni di miseria, di male, di sofferenza: sembra che Iddio dall’alto del Suo trono non si accorga neppure delle grame situazioni in cui vivono gli uomini.
"L'Eterno è misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità. L'Eterno è buono verso tutti, e le sue compassioni s'estendono a tutte le sue opere. Tutte le tue opere ti celebreranno, o Eterno, e i tuoi fedeli ti benediranno." Salmo 145:8-10
E’ una falsa impressione che Dio non si accorge delle nostre situazioni. Chiunque si trova in momenti difficili e drammatici sperimenta in un modo o in un altro la presenza di Dio che solleva e accompagna, che sostiene e incoraggia.
Dio è un Dio presente. È un Dio fedele, e non si ritira dall'uomo, non manca di parola: perciò “libera i prigionieri, rialza chi è caduto...”. Queste affermazioni del salmo non sempre si avverano alla lettera e con quella sollecitudine che noi vorremmo, ma chi soffre avverte ugualmente di non essere abbandonato.
"L'Eterno è presso a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità. Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono, ode il loro grido, e li salva." Salmo 145:18-19
La speranza è questa certezza di fede che dura anche nei momenti critici e difficili, e induce a vedere al di là delle apparenze: quanto il salmo afferma e i profeti annunciano, come segni caratteristici del segno messianico, sono delle realtà, sono l’impegno che Dio si è assunto verso l'uomo.
Perciò è ”beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe”, colui che accetta nella fede il misterioso agire di Dio.
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