Carissimi, se Dio ci ha amato in questo modo, anche noi ci dobbiamo amare gli uni gli altri.... 1 Giovanni 4 - Per fortuna non dobbiamo amare "quanto" ci ha amati Lui, ma "come". Quando non ci stiamo riuscendo all'ora si sono accessi dei campanelli di allarme. Il Signore ha equipaggiato i Sui discepoli di molti sensori per capire se qualcosa non va nel tragitto di "pellegrino" (è bene ricordare che in questa Terra siamo di passaggio, stranieri).
Quando il nostro cuore è colmo di risentimento, odio e cattivi pensieri verso gli altri, anche se spesso ci fornisco delle buone ragioni, all'ora stiamo vivendo un disagio che è innanzitutto spirituale.
Il disagio si evince in questo: non siamo in grado di amare e perdonare se prima non ci sentiamo amati e perdonati da Dio. Questa esperienza non è da fare una sola volta, anche se la prima volta ci spalanca il destino eterno a salvezza, ma quotidianamente.
Ogni giorno, preferibilmente la mattina, la nostra anima ha bisogno di essere nutrita dalla e nella Sua presenza.
E' qui che ci "nutriamo" di Lui. Riconciliazione, ringraziamento, umiltà, desiderio di fare contento Papà, intercessione, richiesta di aiuto e tanti etc. sono gli atteggiamenti che, praticati alla Sua presenza, ci rendono appagati (spesso anche quando le circostanze non cambiano) e in grado di amare gli altri.
Se lo hai sperimentato sai di cosa si parla.
Lo sforzo non sta nell'amare il prossimo ma nell'amare Dio, la conseguenza sarà amare il prossimo, nella mente rinnovata e rasserenata dalla prospettiva che, nei Suoi occhi, è assai diversa dalla nostra....
Questo, in sostanza, il segreto per amare il prossimo: essere alla presenza di Dio.
Quando non si riusciamo ad amare il prossimo si è accesa la spia sul cruscotto.... fermiamoci, torniamo indietro se necessario...
Ogni giorno è una scelta.
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