Possiamo benedire chi ci maledice per due motivi:
- A guardarci bene dentro, davanti alla santità di Dio, siamo di gran lunga peggio di come ci definisce una "malalingua";
- Ce lo ordina il Signore: "Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano." Luca 6
In effetti non ci è possibile nella carne fare questo, a meno che non siamo in comunione con il Padre, camminando per lo Spirito Santo. Ecco che, all'ora, quando non riusciamo ad amare chi proprio non lo merita, o pensiamo che non lo meriti, abbiamo una delle molte spie che si accendono a ricordarci il bisogno di ravvederci e tornare alla croce.
Questo meccanismo non sarà immediato oppure automatico, a meno che non ci si è esercitati già in passato con questa realtà, è necessario, quindi, che il discepolo di Gesù con l'ispirazione dello Spirito Santo percepisca che se non riesce a perdonare, a benedire, non ha un problema con chi deve essere perdonato e benedetto, ma con il Signore stesso. Comprendere questo può aiutarci, sempre con uno sforzo di volontà (ci è più facile seguire la carne che combatterla) a cercare la faccia del Signore per ritrovare comunione con Lui. La risposta a questo sforzo sarà premiato, infatti per la Sua Grazia ci concede la Misericordia di farsi sempre trovare, e questo è il dono e il desiderio di Dio ed è la vera gioia.
Non sarà un rituale religioso, quindi, a farci desiderare il bene dell'altro o dell'altra, non sarà una convinzione dottrinale, per quando impeccabile, a farci pronunciare sincere frasi di elogio, ma l'aver ritrovato l'abbraccio di Dio, lo sguardo del Signore che, avendoci rapito in alto e cambiato la prospettiva, dalle cose per un tempo alle cose eterne, che potremmo esclamare con sincero e ritrovato Amore: "io ti benedico".
Grazie Signore!
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