Da leggere con attenzione
- "Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile" (1 Corinzi 9:25).
- "Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole" (2 Timoteo 2:5).
- "Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il Giusto Giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la Sua apparizione" (2 Timoteo 4:8).
- "Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che Lo amano" (Giacomo 1:12).
- "Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e Io ti darò la corona della vita" (Apocalisse 2:10). "E quando apparirà il Supremo Pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce" (1 Pietro 5:4).
Temi da considerare
Diverse volte il credente rischia di non tenere presente che deve sempre auto-esaminarsi. Il nostro desiderio è quello di piacere sempre più al Signore, ma molti credenti vivono una sterile vita spirituale perché sono più interessati alle cose di quaggiù e non a quelle celesti.
In questi passi si parla delle "corone", cioè delle ricompense che verranno elargite a coloro che avranno compiuto la volontà di Dio e che avranno servito il Signore.
Come è scritto, "tutti noi dobbiamo comparire dinanzi al tribunale di Cristo affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene, sia in male" (2 Corinzi 5:10).
Ricordiamoci: le nostre opere verranno vagliate.
L'atleta temperato
In 1 Corinzi 9 osserviamo un'illustrazione importante.
L'apostolo Paolo parla di una situazione che vede protagonista l'atleta. Il suo obiettivo è quello di arrivare primo al traguardo in modo da ottenere il premio.
Questo deve essere anche il nostro obiettivo: quali atleti siamo chiamati a giungere primi al traguardo per ottenere il premio: la corona.
Ma se gli atleti di questa terra corrono per un premio corruttibile, noi corriamo per un premio incorruttibile.
L'atleta deve avere una caratteristica: deve essere "temperato in ogni cosa".
Essere temperato significa essere sobrio, moderato.
La temperanza è fondamentale, in quanto la sobrietà fa sì che il credente sia sempre costantemente vigile sul suo cammino.
Per ottenere il premio e per piacere al Signore questa caratteristica è importantissima.
Dobbiamo tendere verso la perfezione, dobbiamo essere uomini "senza macchia, irreprensibili" (1 Timoteo 6:14).
E' vero che, ancora, noi pecchiamo contro al Signore, ma il nostro obiettivo deve essere proprio questo.
Paolo poteva scrivere ai credenti di Tessalonica: "Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete" (1 Tessalonicesi 2:10).
Possiamo esprimerci nella stessa maniera?
Possiamo avere la certezza assoluta che il nostro comportamento è giusto e irreprensibile?
Gli altri fratelli e sorelle non hanno veramente l'occasione di poterci riprendere in qualche cosa?
Perciò ricerchiamo la temperanza, quale caratteristica intrinseca dell'irreprensibilità a cui noi siamo chiamati.
La corona incorruttibile
Sempre in 1 Corinzi 9:25, dopo aver sottolineato la caratteristica della temperanza nella vita dell'atleta, il testo ci parla di due corone: una corruttibile e l'altra incorruttibile.
Ci soffermeremo sulla corona incorruttibile e soprattutto sul significato del termine "incorruttibile".
In 1 Pietro 1, l'apostolo si rivolge agli eletti secondo la prescienza di Dio Padre e benedice il Padre, in quanto nella Sua misericordia ci ha fatti rinascere ad una speranza viva (1 Pietro 1:3).
Siamo i protagonisti di una speranza viva, in contrapposizione all'incertezza che caratterizza gli empi.
Ma cos'è ciò che ci aspetta?
"Una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi".
Se la corona che avremo è incorruttibile, non possiamo ignorare che anche la nostra eredità è incorruttibile. Tutto ciò che è qui su questa terra passa e va, perché è corruttibile. Ma ciò che noi avremo lassù sarà un qualcosa di incomparabile che Dio stesso conserva per noi.
Proprio in vista di quella corona incorruttibile, noi con le nostre azioni e parole siamo chiamati continuamente a glorificare il Signore "sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l'eredità. Servite Cristo, il Signore" (Colossesi 3:24).
Ciò che è importante qui sottolineare è che l'eredità è vista anche come ricompensa. Ecco perché segue l'esortazione di servire il Signore.
Non dobbiamo mai dimenticarci che noi siamo stati salvati per servire. Questo deve essere il nostro obiettivo, per poi ricevere la ricompensa, quella corona incorruttibile e l'eredità che è conservata nei cieli.
In 1 Corinzi 15 Paolo parla della risurrezione. Egli afferma, condotto dallo Spirito, che "il corpo è seminato ignobile e risuscita glorioso, è seminato debole e risuscita potente, è seminato naturale e risuscita spirituale".
Questo è ciò che sperimenteranno i figliuoli di Dio.
Il nostro corpo terreno è debole, soggetto ancora alle malattie e risusciterà potente, è naturale ma risusciterà spirituale, è ignobile ma risusciterà glorioso. Ma non soltanto, vi è anche un'altra caratteristica: "Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile" (1 Corinzi 15:42).
Così come noi avremo la corona incorruttibile, anche il nostro corpo celeste avrà questa caratteristica.
Non più dolore, sofferenza ma perfezione, gloria e potenza.
La lotta dell'atleta
In 2Timoteò 2:5 è scritto: "Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole".
Quindi questo testo mette in rilievo una lotta che l'atleta deve affrontare.
Ma per ricevere la corona, l'atleta deve anche lottare secondo le regole per non essere squalificato.
Anche noi, siamo chiamati d una lotta continua, ad un combattimento giornaliero.
I compagni d'opera di Paolo erano uomini che lottavano (Colossesi 4:10-11); parlando di Epafra, egli così si esprime: "Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere perché stiate saldi, come uomini fatti, completamente disposti a far la volontà di Dio" (Colossesi 4:12).
La caratteristica che viene evidenziata è la lotta nella preghiera, per uno scopo ben preciso: affinché i Colossesi potessero rimanere saldi, come uomini fatti, sottomessi alla Volontà di Dio.
Quanti cristiani oggi lottano in preghiera?
La preghiera occupa del tempo nella nostra giornata?
Per piacere al Signore e per vivere in maniera consona e degna, vi è assoluto bisogno della preghiera. Dobbiamo sempre di più imparare a sottometterci al Signore e a lottare nella preghiera per i nostri fratelli e sorelle, affinché possano rimanere saldi, come noi dobbiamo rimanere saldi in Lui.
Ciò che il Signore vuole da noi è che il nostro piede non vacilli, che rimanga sui sentieri antichi. Ha questo obiettivo l'esortazione di Paolo: "Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore".
La nostra fatica non è vana, perché un giorno riceveremo il premio.
Ma per riportare il premio, bisogna rimanere saldi nel Signore.
La corona di giustizia
In 2Timoteo 4:8 è scritto: "Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il Giusto Giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la Sua apparizione".
Questo versetto sottolinea una corona ben precisa ed è importante osservarne la caratteristica peculiare: la giustizia.
Nella stessa lettera l'apostolo Paolo sottolinea che "il Signore conosce quelli che sono Suoi e chiunque pronunzia il Nome del Signore si deve ritrarre dall'iniquità" (2 Timoteo 2). Egli fa una distinzione: ci sono dei vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; alcuni sono ad uso nobile, altri ad uso ignobile.
Per essere un vaso nobile bisogna però fare una cosa: conservarsi puri, preparati per ogni opera buona. Per questo Paolo esorta Timoteo: "Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro" (2 Timoteo 2:22).
Timoteo doveva evitare le passioni ingannatrici, per conservarsi puro. Anche noi siamo chiamati a ricercare la giustizia, la fede, l'amore e la pace con un cuore puro. Noi siamo già stati giustificati (Romani 5), ma siamo chiamati a vivere da giusti e a ricercare la giustizia per essere un vaso d'oro, nobile, uno strumento che il Signore potrà usare potentemente.
E' importante conservarsi puri.
Se oggi diverse chiese passano dei momenti di sconforto, è perché ciò non avviene.
Ricordiamoci allora che in cielo è pronta per noi una corona, che è proprio la corona della giustizia.
Giungerà il giorno in cui tutte le cose passeranno per lasciare spazio ai nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia.
Un giorno, al ritorno del Signore Gesù per la Chiesa, noi entreremo in questa realtà e regneremo con Cristo: la corona, di giustizia è riservata proprio a coloro che ameranno la Sua apparizione.
L'uomo che sopporta la prova
Giacomo scrive che "l'uomo che sopporta la prova è beato, perché dopo averla superata, egli riceverà la corona della vita" (Giacomo 1:12).
Il Signore incoraggia i cristiani della chiesa di Smirne a non aver timore: dovevano rimanere fedeli anche nella tribolazione e come premio avrebbero ricevuto "la corona della vita".
E' importante osservare l'importanza della prova.
Giacomo esorta i suoi lettori a considerare come motivo di grande gioia le prove svariate in cui venivano a trovarsi.
Come può essere la prova collegata alla gioia?
La risposta arriva immediatamente "sapendo che la prova della vostra fede produce costanza".
Dobbiamo avere costanza spirituale e la prova della nostra fede la produce.
L'autore alla lettera agli Ebrei, parlando della franchezza, della ricompensa e del ritorno del Signore afferma: "Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso" (Ebrei 10:36).
Quindi la costanza, non è un optional ma una caratteristica che bisogna avere.
Un atleta deve avere costanza per allenarsi per poi vincere la gara, così il cristiano sopportando la prova e considerandola una grande gioia, potrà acquisire la costanza spirituale.
Non soltanto dobbiamo essere costanti nella prova, ma dobbiamo anche metterci alla prova.
Alla fine di ogni giornata dovremmo fare il resoconto della nostra vita.
Un continuo esame deve caratterizzarci.
La corona della vita
Nei testi che abbiamo letto viene promessa, all'uomo che sopporta la prova, "la corona della vita".
La vita è una caratteristica di Dio, del Signore Gesù: "Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere Colui che è il Vero; e noi siamo in Colui che è il Vero, cioè, nel Suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il Vero Dio e la vita eterna" (1 Giovanni 5:20).
Il Signore Gesù è venuto per rivelare il Padre e noi siamo in Dio e nel Signore Gesù, Egli che nello stesso tempo è il vero Dio e la vita eterna.
Visto che Lui è la vita eterna, chiunque gli appartiene, chiunque crede nel Suo Nome ha la vita eterna. Ma nello stesso tempo siamo chiamati a conoscere sempre di più le persone del Padre e del Signore Gesù, perché in Cristo "tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti" (Colossesi 2:2): conoscendo Lui conosceremo la Vita in tutti i suoi aspetti!
Tutto parte da Dio e dal Signore Gesù: se vi è la corona della vita e se vi saranno coloro che l'otterranno è perché il Signore Gesù stesso è la vita. Perciò siamo chiamati a donare noi stessi al Signore, anche attraverso le prove e le tribolazioni, perché così otterremo la corona della vita.
Il Signore Gesù è la vita eterna, noi che abbiamo creduto in Lui abbiamo la vita eterna, chi sopporterà la prova, confidando in Lui, donando sé stesso a Lui, otterrà la corona della vita.
La corona della gloria
Un'altra promessa ci parla ancora di corone: "E quando apparirà il Supremo Pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce" (1 Pietro 5:4).
Anche in questo caso troviamo un'altra corona: la gloria, ma il punto di partenza è sempre la persona del Signore Gesù, "Egli, che è splendore della Sua gloria e impronta della Sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la Parola della Sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi" (Ebrei 1:3).
Il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo è lo splendore della gloria di Dio: se vi è la corona della gloria, significa che vi è anche il Dio e il Signore della gloria (Giacomo 2:1).
L'apostolo Paolo, parlando dei disegno benevolo di Dio afferma: "In Lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di Colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della Sua Gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo" (Efesini 1:11-12).
Siamo stati predestinati per essere a lode della Sua gloria. Ecco perché Cristo in noi è la speranza della gloria.
Dobbiamo però osservare che l'apostolo Pietro, parlando della corona della gloria, si rivolge specificamente agli anziani.
L'anziano, vista la funzione datagli dal Signore, che egli deve adempiere, ha maggiori responsabilità di servizio la cui presentazione è accompagnata proprio dalla promessa della corona di gloria.
Facciamo attenzione: le corone della giustizia, della vita, della gloria sono là che ci attendono. Il Signore ci ha donato tutto, è vero, ma nello stesso tempo noi abbiamo la santa responsabilità di vivere in maniera degna.
Mentre aspettiamo il ritorno del Signore, siamo chiamati a sopportare la prova e ad essere esempi di ubbidienza e di servizio.
Andrea Belli
«IL CRISTIANO» dicembre 2002 www.ilcristiano.it
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