Assemblea dei Fratelli di Finocchio (ROMA)

Tiriamo a sorte?

Chi di noi non ha mai tirato a sorte in vita sua o almeno non ha chiesto a qualche amico di farlo? Magari tirando i dadi oppure facendo a testa e croce con una moneta oppure, ancora, mettendo i bussolotti della “tombola” in un sacchetto e tirando fuori il “numero fortunato” che ha fatto fare cinquina alla solita fortunata di tua sorella?

Chi di noi, almeno una volta, non ha assistito a qualche sorteggio, magari in televisione quando dovevano determinare la composizione dei gruppi delle squadre di calcio che avrebbero fatto parte dei vari gironi della Champions League o del Campionato del Mondo?

Oppure, più semplicemente, chi di noi da bambini (ma soltanto se lo siete stati molto tempo fa…) non è stato scelto, almeno una volta, per “andare sotto a nascondino”, e questo solo perchè siamo stati gli ultimi di quella terribile conta e di quella filastrocca, che è finita proprio con il dito puntato contro di noi?

Apriti cielo - Giuseppe Martelli

Avete mai sentito in giro quest’espressione, “apriti cielo”? Magari l’avete usata anche voi… Si tratta di un modo di dire piuttosto frequente, che qualche dizionario[1] si è preso la briga di definire come quella locuzione verbale che sta a “indicare il verificarsi di un fatto straordinario o che può scatenare una forte reazione”, aggiungendo a mò d’esempio la frase: “Se viene a saperlo, apriti cielo!”.

Questo “fatto straordinario”, evidentementemente, nasce dalla constatazione che il cielo normalmente non si apre ma che talvolta potrebbe anche farlo… E’ un po’ come leggere su tutti i giornali, ancora oggi nel XXI secolo, che “il sole sorge alle ore 6.30”, mentre ormai siamo tutti ben consapevoli che, in realtà, è la terra che si muove attorno al sole e non viceversa!

Non ci crederete, ma quello appena esposto in sintesi è uno dei motivi che mi hanno spinto a cominciare questa ricerca, che ora presento a tutti voi. Ho desiderato esaminare quest’espressione verbale, “apriti cielo”, anche per la sua evidente contraddizione con le nostre attuali conoscenze astronomiche, per valutare se essa possa ancora oggi essere correttamente adoperata, anche nel bel mezzo di quella accresciuta conoscenza scientifica e di quella tecnologia sempre più sofisticata che hanno cambiato radicalmente il nostro modo di pensare e di vivere.


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