L'importanza di ringraziare per le benedizioni ricevute
Innumerevoli sono i segni nell'anima dell'uomo che attestano che egli è per natura un essere caduto e lontano da Dio; ma la prova più grande tra tutte è rappresentata da quella riluttanza, che ciascuno ha dentro di sé, verso il dovere della lode e del ringraziamento.
Quando Dio creò il primo uomo e lo pose nel giardino di Eden, senza dubbio l'anima dell'uomo era inebriata dalle ricchezze dell'amore divino; egli impiegava continuamente quell'alito di vita che l'Onnipotente gli aveva donato poco prima, per benedire e magnificare l'Iddio sommamente buono e benigno, nel quale egli viveva, si muoveva, ed era.
E l'idea più chiara che possiamo farci della gerarchia angelica celeste, e degli spiriti dei giusti resi perfetti, è che essi stanno in perpetuo davanti al trono di Dio, e non cessano mai di dire: "Degno è l'Agnello che è stato immolato di ricevere la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l'onore e la gloria e la benedizione" (Apoc. 5:12).
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