"Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me." (Matteo 10:37)
"Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio ... " (Giovanni 8:42).
GESÙ COMANDA DI AMARE
Ricordo d'aver letto un libro all'università che affermava: l'amore non può essere un sentimento perché viene comandato, e i sentimenti non possono essere comandati. In altri termini, l'amore deve essere semplicemente un atto della volontà o un'azione del
corpo, senza che i sentimenti o le emozioni ne siano coinvolti. Il problema di questa affermazione è che la sua premessa non è esatta: Gesù comanda i sentimenti. Egli esige che le nostre emozioni si esprimano in un modo o in un altro. Egli esige, ad esempio,
- che ci rallegriamo in determinate situazioni (Matteo 5:12)
- e che temiamo la persona giusta (Luca 12:5),
- che non abbiamo vergogna di lui (Luca 9:26)
- e che perdoniamo di cuore (Matteo 18:35), e così via.
Se è opportuno che noi proviamo un certo sentimento, Gesù può esigerlo da noi. Il fatto che io possa essere troppo corrotto per sperimentare le emozioni che dovrei, non cambia il fatto che dovrei sperimentarle.
Se Gesù Io comanda, dovrai farlo. La mia incapacità morale a provare certe emozioni mi toglie la colpa; rivela soltanto il mio stato di corruzione. Mi rende disperatamente bisognoso di un nuovo cuore, che Gesù può dare, essendo questo lo scopo della sua
venuta.
L'.AMORE PER GESÙ NON E' MENO DI UN PROFONDO AFFETTO
Il comando di Gesù di amarlo può includere profondi sentimenti di ammirazione per le sue qualità e di piacere per la comunione con lui, di attrazione per la sua presenza e d'affetto per l'appartenenza alla sua famiglia e tanti altri in più, ma non in meno.
Almeno due cose dette da lui lo dimostrano. Egli ha detto, ad esempio, che dobbiamo amare lui più di quanto amiamo i nostri genitori e i nostri figli. "Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me"
(Matteo 10:37). L'amore che ci lega ai nostri cari non è una semplice forza di volontà. È un affetto molto profondo. Gesù dice che l'amore che dobbiamo avere per lui non deve essere di meno di questo affetto, ma di più.
L'altra prova del fatto che Gesù esige che il nostro amore vada oltre le buone azioni si trova in Giovanni al capitolo 14, versetto 15. Gesù dice: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti". A volte alcuni usano queste parole per intendere che amare
Gesù sia osservare i suoi comandamenti. Non è questo che dice il versetto. Il versetto dice invece che l'ubbidienza ai comandamenti di Gesù, proviene dal nostro amore per lui. Non separa le azioni dall'amore, ma opera una distinzione. Prima di tutto lo amiamo. Poi, a motivo di questo amore sovrabbondante, facciamo quello che lui dice. L'amore non è sinonimo di ubbidienza
ai comandamenti; ne è la radice. Per cui l'amore che Gesù esige è qualcosa di molto profondo e forte, come i legami affettivi che abbiamo con i nostri cari, ma ancora più grande e più intenso.
L'AMORE PER GESÙ SCATURISCE DA UNA NUOVA NATURA
Il comandamento di Gesù d'amarlo nel modo appena detto implica che dobbiamo avere una nuova natura - un cuore nuovo. Altrimenti come potremmo amare qualcuno, che non abbiamo mai visto, con più affetto di quanto amiamo i figli diletti? Amare in questo modo non fa parte della nostra natura umana e corrotta. Gesù espresse chiaramente questo concetto
quando disse a coloro che non lo amavano: " ... Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste ... " (Giovanni 8:42).
In altre parole: "Il motivo per cui non mi amate è che non fate parte della famiglia di Dio. Non ne avete la natura, vale a dire lo spirito, il cuore, le preferenze, e tendenze, le inclinazioni che contraddistinguono i figli di Dio. Dio non è vostro padre".
Gesù è venuto come l'unico e divino Figlio di Dio (Matteo 11:27) affinché i peccatori perduti come noi potessero diventare figli non-divini di Dio aventi però il suo stesso cuore e i suoi stessi modi di fare. "A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di
diventar figli di Dio: a quelli,, cioè, che credono nel suo nome" (Giovanni 1: 12). E per questo che Gesù poteva affermare: " ... amate i vostri nemici ... e sarete figli dell'Altissimo ... " (Luca 6:35). Mediante la nuova nascita e la fede, Gesù ci dà i diritti e le inclinazioni
dei figli di Dio. Al centro di tali inclinazioni c'è l'amore per Gesù, il figlio di Dio.
COLUI A CUI POCO È PERDONATO. POCO AMA
Come Dio ci renda capaci di amare Gesù più di quanto possiamo amare i nostri parenti e i nostri intimi amici non è un vero e proprio mistero. Il dono della nuova nascita e del ravvedimento - la nuova natura di un figli di Dio - ci è dato dalla visione della gloria dell'amore di Gesù per noi. Gesù insegnò questo concetto in maniera provocatoria durante una cena. Mentre erano distesi intorno al tavolo basso secondo le usanze mediorientali, entrò una prostituta e versò un unguento, misto alle sue lacrime, sui piedi
di Gesù e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Il fariseo s'indignò del fatto che Gesù lo permettesse. Gesù chiese quindi al fariseo:
"'Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà dì più?' Simone rispose: 'Ritengo sia colui al quale ha condonato di
più'. Gesù gli disse: 'Hai giudicato rettamente'. E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: 'Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato
l'olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama"'. (Luca 7:36-48).
Questo è un racconto su come possa nascere un grande amore per Gesù. Nasce quando ci vengono dati occhi per vedere la bellezza di Gesù nel modo in cui egli ci ha amati per primo. (Giovanni 15:16).
Il nostro amore per Gesù viene risvegliato quando i nostri cuori sono rotti a causa del nostro peccato (a differenza del fariseo capace solo di giudicare gli altri) e quando assaporiamo la dolcezza dell'amore di Gesù che perdona e che precede e risveglia il nostro amore per lui.
IL COMANDO DI AMARLO È UN ATTO D'AMORE
Non c'è alcun dubbio che questo amore produrrà il frutto dell'obbedienza agli altri comandamenti di Gesù (Giovanni 14:15), ci indurrà a svolgere il ministero che egli ci ha assegnato (Giovanni 22:15-22)
e susciterà in noi il desiderio di onorare e benedire Gesù (Giovanni 14:28; 5:23). Ma dietro tutto questo frutto c'è fondamentalmente la realtà di un amore sincero per Gesù e profondi sentimenti di ammirazione per le sue qualità, il iacere costante di godere la comunione con lui, un'attrazione imperitura di stare alla sua presenza, un tenero affetto per 'appartenenza alla sua famiglia e un forte senso di gratitudine per averci amato prima che noi lo amassimo.
Queste emozioni e questo frutto sono ciò che Gesù intendeva quando parlava del nostro essere 'degni' di lui: "Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me ... " (Matteo 10:37). Amare Gesù con questi sentimenti e con questo frutto ci rende 'degni'
di Gesù, ma non nel senso di meritare Gesù, come nella frase " ... l'operaio è degno del suo salario ... "
(Luca 10:7). Significa che Gesù merita questo tipo d'amore. Il nostro essere degni significa che egli ha prodotto in noi sentimenti e comportamenti adatti a quanto egli si merita. Corrispondono in pieno al suo valore. (Si confronti l'uso della parola 'degno' nella frase: "Fate dunque dei frutti degni del [cioè atti al] ravvedimento .. . " Luca 3:8).
Gesù esige d'essere amato dal mondo perché egli è infinitamente degno d'essere amato. E dato che il nostro amore per lui è un godere della sua gloria, della sua presenza e della sua cura per noi, allora il comandamento di Gesù di amarlo è un modo in cui il suo amore sovrabbonda su di noi.
Da Lux Biblica nr 40, 2009, IBEI Edizioni
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