Charles Haddon Spurgeon (1834-1892), notissimo predicatore battista, inglese. Pastore del Metropolitan Tabernacle dal 1861 fino alla sua morte, fondò una scuola di studio per pastori (1856), delle chiese, un orfanotrofio (1867), e fu editore del mensile "Sword and Towel". Predicò a decine di migliaia di persone in diverse occasioni, e la sua chiesa fu frequentata per oltre 40 anni, tutte le domeniche, da migliaia di persone accorse ad ascoltare i suoi sermoni. Spurgeon denunciò apertamente e con sincerità gli errori della chiesa ufficiale e quelli della chiesa battista stessa; ardente evangelista, deplorò il comune modo di vivere e di criticare gli insegnamenti della Bibbia (ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.spurgeon.org).
 
Spurgeon raccontò così la sua conversione:
"Dove sarei a quest'ora se per la grazia di Dio, una tempesta di neve non mi avesse costretto una domenica a cercare rifugio in un locale di raduno cristiano evangelico?
Date le condizioni del tempo, nel locale vi sarà stata al massimo una dozzina di persone. Persino il pastore non era potuto venire. Un uomo semplice salì sul pulpito per sostituirlo. Dopo aver letto alcuni versetti nel profeta Isaia, aggiunse: Miei cari amici, queste parole del Signore sono chiare: Volgetevi a me! Questo non richiede un grosso sforzo. Non occorre aver fatto degli studi né è richiesto di fare grandi fatiche. Gesù vi dice: 'Guardatemi inchiodato sulla croce. Guardate, sono morto, e sepolto. Guardate ancora, sono risuscitato, elevato in cielo e seduto alla destra di Dio'.
Dopo una decina di minuti, quell'uomo non ebbe più altro da dire. Fu allora che notò la mia presenza. Proseguì allora con tono diretto a me: 'Giovanotto, lei mi sembra molto infelice'. Infatti lo ero. 'Senza Gesù Cristo, lei lo sarà sempre, sia nella vita che nella morte'. Poco per volta capii. Lungi dall'essere confuso da quella interpellanza così personale, e senza disprezzare per la mancanza di eloquenza l'improvvisato predicatore, quella sera trovai ciò che mi mancava: Gesù, il Salvatore; da allora Egli è entrato nella mia vita".
 
 

 
Charles Haddon Spurgeon, comunemente C.H. Spurgeon (Kelvedon, 1834 - 1892), è stato un predicatore battista riformato britannico dell'800 la cui influenza continua a rimanere oggi molto grande fra cristiani riformati di diversa denominazione, fra i quali è ancora conosciuto come "il principe dei predicatori".
 

Primi anni

Nato a Kelvedon nell'Essex (Inghilterra), la conversione di Spurgeon alla fede cristiana avviene il 6 gennaio 1850 all'età di 15 anni. Sulla via che lo portava ad un appuntamento che aveva programmato, una tormenta di neve lo costringe a riparare in una chiesa metodista di Colchester, dove era in corso un culto. Il predicatore stava predicando sul testo di Isaia 45:22: "Volgetevi a me e siate salvate, voi tutte estremità della terra. Poiché io sono Dio e non c'è alcun altro". Quella predicazione lo colpisce così tanto che, come lui stesso affermerà, "Quel giorno il Signore ha aperto il mio cuore al messaggio della salvezza".

Più tardi (il 4 aprile 1850) viene accolto come membro della comunità evangelica. Il 3 maggio segue il suo battesimo nel fiume Larl, a Isleham. Più tardi in quello stesso anno si trasferisce a Cambridge. Predica il suo primo sermone nel 1851 e, sin dall'inizio del suo ministero, il suo stile ed indubbie capacità oratorie, lo portano a distinguersi ben al di sopra della media dei predicatori di quel tempo. Quello stesso anno viene consacrato pastore di una piccola chiesa battista a Waterbeach nella contea di Cambridge, dove pubblica la sua prima opera letteraria, un trattatello evangelistico scritto nel 1853.

Il pulpito di New Park Street

Nel 1854, dopo aver predicato per tre mesi in prova e appena quattro anni dopo la sua conversione, Spurgeon, all'età di soli 19 anni, viene chiamato a servire come pastore della famosa chiesa evangelica di Londra New Park Street Chapel di Southwark (precedentemente condotta dai pastori battisti calvinisti Benjamin Keach, il teologo John Gill e John Rippon). A quel tempo era la chiesa battista più numerosa di Londra, sebbene il numero dei suoi membri avesse molto oscillato nel corso del tempo. Spurgeon trova a Londra numerosi amici fra i suoi colleghi pastori, come William Garrett Lewis, della Westbourne Grove Church, un uomo più anziano con cui più tardi Spurgeon fonderà l'Associazione Battista di Londra. Pochi mesi dopo l'arrivo di Spurgeon a Park Street, la sua potenza di predicatore lo rende famoso in tutta la città. L'anno seguente viene pubblicato il primo dei suoi sermoni nella raccolta "New Park Street Pulpit". I sermoni di Spurgeon erano pubblicati a stampa ogni settimana e subito godono di vasta diffusione. Nell'anno della sua morte, il 1892, egli avrebbe predicato quasi 3600 sermoni e pubblicati 49 volumi di commentari, citazioni, aneddoti, illustrazioni e testi.

La sua fama è pure accompagnata da molte controversie. Il primo attacco contro di lui nella stampa appare in "Earthen Vessel" nel gennaio 1855. La sua predicazione, sebbene non rivoluzionaria, è un chiaro e diretto appello all'uditorio a considerare le sfide poste da Gesù Cristo attraverso gli scritti della Bibbia a singoli ed alla società. Gli attacchi critici dei media nei suoi confronti continueranno per tutta la sua vita.

Il richiamo e la straordinaria efficacia della sua predicazione ben presto rende i locali della sua chiesa inadeguati a ospitare un pubblico sempre crescente. La comunità decide, allora, di trasferirsi alla Exeter Hall e poi alla Surrey Music Hall. In questi nuovi locali le predicazioni dello Spurgeon vengono udite ogni settimana da una media di 10.000 persone, e il tutto molto tempo prima dei moderni sistemi di amplificazione della voce. All'età di 22 anni Spurgeon diventa il più popolare predicatore del tempo.

L'8 gennaio 1856, Spurgeon sposa Susannah, figlia di Robert Thompson di Falcon Square, Londra, dalla quale ha due figli gemelli, Charles e Tomas, il 20 settembre 1856. Alla fine di quell'anno, la tragedia lo colpisce quando, il 19 ottobre 1856, mentre Spurgeon sta predicando alla Surrey Gardens Music Hall per la prima volta, qualcuno dalla folla grida: "Al fuoco!". S'ingenera così un tale panico e parapiglia che diversi vengono calpestati a morte. Spurgeon ne rimane devastato emozionalmente, tanto che la cosa avrà una notevole influenza sul suo carattere. Lotta per molti anni contro la depressione e afferma di scoppiare ogni tanto a piangere per alcun motivo apparente.

La sua opera, però, procede. Nel 1857 fonda un College per la preparazione al ministero di nuovi pastori, che, nel 1923 viene chiamato "Spurgeon College" quando si trasferisce nell'edificio in cui ancora oggi è ospitato, a South Norwood Hill, Londra. Il 7 ottobre 1857 egli predica al più vasto uditorio da lui raggiunto in una sola volta, cioè a 23.654 persone radunate al Crystal Palace di Londra.

Spurgeon scrive: "Nel 1857, un giorno due prima di predicare al Crystal Palace, mi reco in quell'auditorium per decidere dove sistemare il pulpito per verificare le proprietà acustiche dell'edificio e grido ad alta voce: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo!". In un'ala del vasto auditorium, un operaio al lavoro, che non aveva idea alcuna di quel che stesse avvenendo, ode quelle parole e per lui diventano un messaggio del cielo rivolto alla sua anima. Si persuade nel profondo del suo cuore di essere un peccatore bisognoso della grazia e del perdono di Dio. Depone i suoi attrezzi, torna a casa e là, dopo un periodo di intenso travaglio spirituale trova la sua pace in Cristo, l'Agnello di Dio. Anni dopo, egli racconta di questa sua esperienza ad uno che gli aveva fatto visita presso il suo letto di morte".

Il pulpito del Metropolitan Tabernacle

Il 18 marzo 1861 la comunità si trasferisce permanentemente nella chiesa costruita appositamente, il Metropolitan Tabernacle ad Elephant and Castle, Soutwark, che può ospitare 5000 persone sedute e un altro migliaio in piedi. Il Metropolitan Tabernacle diventa il più vasto edificio religioso del tempo e può essere considerato il precursore delle "mega-chiese" americane. È al Tabernacle che Spurgeon continua a predicare diverse volte alla settimana fino alla sua morte 31 anni più tardi.

Al termine dei suoi sermoni egli non invita mai direttamente gli astanti ad avvicinarsi al pulpito per dichiarare la propria fede in Cristo rispondendo così alla predicazione (com'è l'usanza in molte chiese evangeliche), ma sempre invita chi si è sentito toccato dalla predicazione tanto da comprendere come l'opera di Cristo lo riguardi personalmente, a venire per un colloquio con lui in sacrestia il lunedì mattina. Regolarmente, il giorno seguente, vi sarebbe sempre stato qualcuno alla sua porta per ricevere da lui consiglio, direzione personale e preghiera. Spurgeon sempre scrive completamente i suoi sermoni prima di predicare, ma quel che porta al pulpito è che un foglietto con soltanto lo schema dei diversi punti toccati dal sermone. Degli stenografi, poi, avrebbero trascritto il sermone mentre lo presentava. Spurgeon, poi, avrebbe avuto l'opportunità di rivedere la loro trascrizione il giorno seguente per la pubblicazione immediata. I suoi sermoni settimanali erano poi venduti ad un penny ciascuno per circolare ampiamente. Essi rimangono a tutt'oggi fra le serie di predicazioni best-seller mai pubblicate nella storia.

Oltre ai sermoni, Spurgeon scrive diversi inni e pubblica una nuova raccolta di canti per il culto nel 1866 chiamata "Our Own Hymn Book" (il nostro innario). Era prevalentemente una compilazione dei Salmi ed Inni di Isaac Watts, scelti originalmente da John Rippon, un predecessore battista di Spurgeon. Ciò che rimane notevole rispetto alla pratica moderna è che il canto della comunità avvenisse, sotto il suo pastorato, esclusivamente "a cappella", cioè senza accompagnamento musicale. È stupefacente come migliaia di persone potessero allora udire la sua predicazione senza l'ausilio dei moderni impianti di amplificazione. Gli inni era un argomento che Spurgeon prendeva molto seriamente. Mentre Spurgeon ancora predicava alla New Park Street, viene pubblicato un innario dal titolo "The Rivulet".

Il 5 giugno 1862, Spurgeon attacca direttamente il battesimo dei bambini in un suo famoso sermone chiamato "Baptismal Regeneration". Spurgeon, però, si da la pena di dialogare con cristiani di diversa tradizione. È durante questo periodo al nuovo Tabernacle che Spurgeon trova un amico in James Hudson Taylor, il fondatore dell'opera missionaria interdenominazionale "China Inland Mission". Spurgeon appoggia finanziariamente quest'opera e dirige molti giovani ad operare nell'ambito di questa missione con Taylor. Egli pure contribuisce all'opera dell'evangelizzazione trans-culturale promuovendo il "Libro senza parole", un sussidio didattico che egli descrive in un messaggio pronunciato l'11 gennaio 1866 sul testo del Salmo 51:7 "Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve". Questo "libro" è stato usato ed è ancora usato per raggiungere con l'Evangelo migliaia di persone analfabete in tutto il mondo.

Sulle orme di un'altra figura cristiana di rilievo che ammira, benché di altra denominazione, George Muller, Spurgeon fonda l'Orfanotrofio Stockwell, aperto per ragazzi nel 1867 e per ragazze nel 1879 e che rimase in attività fintanto che l'edificio fu bombardato durante la seconda guerra mondiale. Questo orfanotrofio continua a tutt'oggi la sua attività con il nome "Spurgeon's Church Care".

Alla morte del missionario David Livingstone nel 1873, anni dopo, fra le sue carte, viene trovata una copia scolorita di uno dei sermoni pubblicati di Spurgeon, "Incidenti, non castighi" con un commento scritto da lui a mano in cima della prima pagine: "Molto buono. D. L.". Lo aveva portato per le sue peregrinazioni in Africa ed era stato restitituito allo stesso Spurgeon che l'aveva conservato con riconoscenza.

Altre polemiche sorgono fra i suoi colleghi battisti nel 1887 con la pubblicazione del suo saggio "Down-grade" (Degrado) in cui descrive il declino spirituale che avviene in quel tempo fra le chiese. Questo porta la sua comunità, il Metropolitan Tabernacle, a staccarsi dall'Unione Battista inglese ed a diventare la più grande chiesa non-denominazionale del tempo.

Spesso la moglie di Spurgeon era troppo malata per uscire di casa ed udirlo predicare. Anche Spurgeon soffre di cattiva salute al termine della sua vita, afflitto da una combinazione di reumatismi, gotta e sindrome di Bright. Per curarsi, spesso si recava a Mentone, vicino a Nizza, in Francia, dove morirà il 31 gennaio 1892. La moglie ed i figli di Spurgeon gli sopravvivono. I suoi resti sono conservati nel cimitero West Norwood di Londra.

Alcune delle sue opere scritte

* 2200 Quotations from the Writings of Charles H. Spurgeon compiled by Tom Carter
* Able To The Uttermost
* According To Promise
* All of Grace
* An All Round Ministry
* Around the Wicket Gate
* Barbed Arrows
* C. H. Spurgeon's Autobiography
* Chequebook Of The Bank Of Faith, The
* Christ's Incarnation
* Come Ye Children
* Commenting and Commentaries
* Down Grade Controversy, The
* Eccentric Preachers
* Feathers For Arrows
* Flashes Of Thought
* Gleanings Among The Sheaves
* Good Start, A
* Greatest Fight In The World, The
* Home Worship And The Use of the Bible in the Home (American reprint of "The Interpreter" with the devotions of Rev. Joseph Parrish Thompson)
* Interpreter, The or Scripture for Family Worship
* John Ploughman's Pictures
* John Ploughman's Talks - the Gospel in the language of "plain people"
* Lectures to My Students
* Metropolitan Tabernacle Pulpit, The
* Miracles and Parables of Our Lord-- Three volumes
* New Park Street Pulpit, The
* Only A Prayer Meeting
* Our Own Hymn Book edited by Spurgeon and he authored several hymns
* Pictures From Pilgrim's Progress
* Saint And His Saviour, The
* Sermons In Candles
* Sermons On Unusual Occasions
* Soul Winner, The
* Speeches At Home And Abroad
* Spurgeon's Commentary on Great Chapters of the Bible compiled by Tom Carter
* Spurgeon's Morning and Evening - a book of daily devotional readings
* Sword and The Trowel, The - a monthly magazine edited by Spurgeon
* Till He Come
* Treasury of David, commentario in diversi volumi sui Salmi
* We Endeavour
* The Wordless Book
* Words Of Advice
* Words Of Cheer
* Words Of Counsel


== Libri di/su Spurgeon tradotti in Italiano ==

* Charles H. Spurgeon, La biografia, di Dallimore Arnold, Edizioni Passaggio, 2004
* Charles H. Spurgeon, biografia di Kathy Triggs, ADI Media, 2006
* C. H. Spurgeon, Lezioni ai miei studenti, Vol. 1, Ediz. Alfa e Omega, 2004.
* C. H. Spurgeon, Lezione ai miei studenti, Vol. 2, Ediz. Alfa e Omega, .....
* C. H. Spurgeon, Il più grande combattimento al mondo, ediz. Alfa e Omega, 2004.
* C. H. Spurgeon, Meditazioni del mattino e della sera, ADI Media.
* Miracoli e parabole del nostro Signore - I sermoni di Spurgeon, (3 voll.) Hilkia, inc.
* Il tesoro di Davide, di C. H. Spurgeon, commentario sui Salmi, Hilkia inc.
* C. H. Spurgeon, La Fede, ADI Media, 1994
* C. H. Spurgeon, Il tesoro dei Salmi, ADI Media, 2007
* C. H. Spurgeon, Le sette parole dalla croce, ADI Media, 1995
* C. H. Spurgeon, Grazia abbondante nella vita del credente, Verso la meta, 2001

Fonte: wikipedia

alex

Il padre del noto predicatore Charles Spurgeon si era trasferito con la famiglia da Kelvedon a Colchester, la più popolosa città della contea di Essex, tra il Tamigi e l'Ouse e Carlo, che aveva compiti i sette anni, ritornò presso i genitori, a incominciare, o piuttosto a proseguire gli studi in quelle scuole. A Colchester studiò con piacere latino e matematica, tanto da essere quasi sempre il primo della classe e sembra che in quel tempo imparasse anche i primi elementi del greco e del francese.
Interveniva con piacere ai culti; aveva in abominio la menzogna e la dissimulazione; pregava spesso e volentieri e talvolta, radunati i fratellini e le sorelline nella stalla o nel fienile, leggeva loro l'Evangelo e predicava al minuscolo uditorio con la serietà d'un pastore. Con ciò non si deve credere che Carlo fosse un santo. Ecco infatti un episodio, che, gettando nuova luce sull' indole onesta e austera del padre dello Spurgeon, ci mostra d'altra parte il fanciullo sottoposto alle medesime tentazioni alle quali vanno soggetti tutti i suoi coetanei.

Un bel lapis esposto nella vetrina di un cartolaio gli faceva gola. Si frugò in tasca ed essa era vuota. Pensò: "Perché non potrei comprarlo e pagarlo in seguito? Lo pagherò poi. Che male c'è? Son certo di poterlo pagare". Entrò e promise al cartolaio che in seguito avrebbe saldato il suo debito.
Ma il padre scoprì il lapis e, apriti cielo, fece al piccolo debitore un sonora sgridata. Poi lo condusse subito dal cartolaio a pagare. La lezione, meritata del resto, fu salutare. Quello fu il primo ed anche l'ultimo debito contratto da Carlo Haddon Spurgeon.

Quando i genitori videro che il loro primogenito aveva appreso tutto quanto si poteva apprendere nelle scuole di Colchester, fecero un altro sacrificio economico, mettendolo in collegio a Maidstone, città situata quasi al centro della contea di Kent "il giardino d'Inghilterra" dove, al principio dell' autunno, i campi sterminati risuonano per i canti allegri dei raccoglitori di luppolo.
Nel collegio di Maidstone egli fece grandi progressi in tutte le materie soprattutto nelle scienze matematiche. Ma, più che il suo sveglio ingegno e il suo amore allo studio, produceva in tutti un effetto straordinario la sua assennatezza e la sua esperienza precoce: quel ragazzo di quattordici anni, quantunque allegro e vivace, dava prova talvolta d'una maturità degna d'uomo adulto e posato.

Lo zio, che era uno dei professori del collegio, conoscendolo ormai a fondo, gli lasciava molta libertà e lo studente se ne giovava volentieri, andando, nelle tiepide giornate di primavera, a leggere e a fantasticare sulle verdi e fresche rive del Medway, che scorre tranquillamente al mare. A Maidstone però rimase solo per quell'anno scolastico. Nel Settembre del 1849, lo ritroviamo in un altro collegio, a Newmarket; ma non come alunno, bensì come sottomaestro o ripetitore. Aveva quindici anni!
Newmarket è famosa in Inghilterra per i puledri che vi si allevano e per le corse di cavalli che vi si fanno con grande affluenza di forestieri; ma il Carlo non si curava di puledri né di corse né di cavalli. La sua attenzione era rivolta solo alle Missioni.

Il 10 Settembre del 1849 è una data memorabile. In quel giorno il giovanetto presedette, in una delle aule scolastiche, una riunione indetta a favore delle Missioni e vi parlò per la prima volta in pubblico, con molta facilità e disinvoltura.
Durante le successive vacanze compose il suo primo libro, per un concorso. Non ottenne il premio; ma il voluminoso manoscritto di trecento facciate gli procurò non poche con congratulazioni e una ricompensa speciale.
A Newmarket il sentimento religioso del giovanissimo maestro aumentò maggiormente soprattutto sotto la benefica influenza della vecchia cuoca dell'istituto la quale non s'accontentava di frequentare i culti né di leggere il Vangelo, ma viveva una vera vita cristiana.
Ecco che cosa diceva di lei, più tardi, lo stesso Spurgeon medesimo: "Credo d'aver imparato dalla cuoca più di ciò che avrei potuto imparare da sei dottori in teologia. Ci sono a questo mondo degli umili cristiani, che hanno la religione nell'anima e che perciò la conoscono molto di più di coloro che hanno studiato durante tutta la loro vita una montagna di libri".
Come si vede, il Signore si valeva di tanti mezzi diversi, per preparare Carlo Spurgeon alla conversione e all'opera di tutta la vita: il nonno, la nonna, la madre, il pastore Knill che predisse il 2successo" del asuo ministerio, il direttore della scuola di Newmarket (da noi non ancora menzionato) il fervente professor Swindell, la vecchia cuoca e poi di nuovo, durante i mesi di vacanza, che lo Spurgeon passava in famiglia a Colchester, la pia madre, la quale pregava incessantemente per i figli e in particolare per lui Carlo "la cui indole appassionata la teneva impensierita".

Ogni domenica ella se li raccoglieva intorno, come la chioccia fa coi pulcini; leggeva un brano del Vangelo, lo spiegava e quindi tutte le volte immancabilmente, domandava a quella nidiata di ragazzi: "Ebbene, cari miei, siete voi disposti a dar il cuore al Signore?". E poi pregava con loro e per loro. Una volta, pregando disse: "Ed ora, o Dio, se i miei figli persisteranno nel peccato, non avranno modo di scusarsi col dirti: Non sapevamo di far male; e l'anima mia dovrà purtroppo testimoniare contro di essi nel giorno del giudizio, se non avranno voluto gettarsi nelle braccia del loro Salvatore". Queste parole sconvolsero l'animo di Carlo e vi lasciarono un'impronta incancellabile.

Nonostante la solenne "predicuccia" fatto otto o nove anni prima a Roads il bevitore, nonostante un certo zelo esterno a favore dell'Evangelo, nonostante le impressioni religiose ricevute fin dai più teneri anni, nonostante le preghiere e le esortazioni della madre, Carlo Spurgeon conduceva bensì una vita onesta e buona, ma non era ancora convertito, non era ancora passato da morte a vita. Sentiva d'esser peccatore e spesso piangeva; ma non aveva ancora capito che il Cristo è tutto per il peccatore, non aveva ancora accettato col cuore la grazia di Dio. Piangeva, ma senza speranza. Sapeva d'esser perduto; non sapeva, o piuttosto non sentiva in fondo all'anima che Gesù Cristo "è venuto per cercare e per salvare ciò ch'era perito.

LOTTA E PACE
di C. H. Spurgeon

     Il giovinetto di sedici anni era sconvolto. Prima e dopo essere tornato in famiglia a Colchester per le vacanze, non trovava pace. Il peccato era divenuto per lui "un peso insopportabile". Si sentiva "orribilmente colpevole". 

    Nei sermoni e negli scritti allude spesso all'episodio oltremodo importante della sua conversione. Com'era amaro il mio "dolore!" esclama. "Che giorni oscuri! Che notti terribili! Mi accovacciavo in un angolo solitario della casa e singhiozzavo. La durezza del mio cuore mi spaventava. Mi pareva di essere il più grande dei peccatori, il più maledetto degli uomini. 

    A dire il vero, non avevo commesso nessuno di quei peccati che il mondo giudica gravi, ma non riuscivo a liberarmi dal pensiero opprimente che, avendo ricevuto più che gli altri, di più mi sarebbe stato ridomandato. Pregavo, pregavo, chiedevo misericordia, ma i mesi passavano senza che io ottenessi l'esaudimento delle mie preghiere. Talvolta mi sentivo tanto stanco del mondo che desideravo morire, ma pensando alla prospettiva dell'eternità avevo terrore.

    Cercavo in tutti i modi di vincere il male, pensando alla punizione divina ma tutto era vano! La mia inclinazione verso il male era troppo forte, perchè la potessi dominare. La mia propria salvezza mi faceva l'effetto d'un sogno inattuabile".

    Un giorno Spurgeon s'armò di coraggio e aprì il suo cuore torturato, alla madre. "Non posso persuadermi che il Signore voglia salvarmi" le disse. L'energica donna piena di fede cercò di confortarlo: "Ho udito molte persone imprecare e bestemmiare ma non ho mai udito nessuno che ha sostenuto d'essersi rivolto a Gesù e d'esserne stato respinto". Malgrado ciò, Carlo persisteva a credere d'essersi rivolto a Lui e d'esserne stato respinto!

    Leggeva avidamente "L'invito agli inconvertiti" di Baxter "All'erta peccatori" di Alleine. Leggeva e rileggeva la Bibbia, ma il suo turbamento, invece di scemare, aumentava. Pregando, piangeva, ma non ne provava alcun sollievo. Il sentimento del peccato non gli concedeva requie e il dubbio l'assaliva. 

    Passava ostinatamente da una chiesa all'altra con la vaga speranza di udire finalmente una parola che gli donasse pace e riposo: fu sempre deluso. Tentazioni d'ogni specie facevano un tumulto in quel povero cuore. 

    Dubitò di tutto: di Dio, di Cristo, dell'inferno, del paradiso; dubitò perfino dell'esistenza del mondo e della propria, ma il nulla l'atterrì e lo scosse dal sogno diabolico: egli ricominciò a credere alla propria esistenza, a Dio e a Gesù Cristo, senza trovar per questo la pace della coscienza. 

    La legge santa di Dio lo sbigottiva. Aveva cercato d'osservarla, ma con quale risultato? Di fronte alla perfezione dei comandamenti divini emergeva la sua enorme debolezza. "Che fare, come fare per esser salvato?" La coscienza lo martellava. Sentiva che da sè non avrebbe potuto salvarsi.

    Con l'animo in lotta continuava a frequentare tutti i luoghi di culto di Colchester, sorretto dal filo di speranza di poter pervenire ad una risposta soddisfacente al quesito che lo martoriava: "Che farò, come farò per essere salvato?"

    Una domenica mattina, era il 6 Gennaio 1850, la neve cadeva abbondante. Le vie di Colchester erano deserte. Carlo Spurgeon uscì egualmente. Per nulla al mondo si sarebbe rassegnato a perdere un solo culto: un culto perso sarebbe stato, secondo lui, una probabile occasione in meno per incontrar la salvezza. Dunque uscì.

    Aveva pensato di andare a una certa chiesa, ma, a un tratto, la bufera si fece tanto impetuosa che fu costretto a cambiare direzione. Infilò velocemente la prima viuzza che trovò: un vicolo oscuro che metteva in uno spiazzo dove c'era una modestissima chiesa che il giovanetto non aveva mai visto. Ne aveva però sentito parlare: gli era stato detto che in quella radunanza si cantava così orribilmente forte da provocare un gran mal di testa. Entrò tuttavia, pensando: "Mi verrà mal di testa, ma almeno oggi non perderò il culto". 

    Si mise a sedere, ma, aspetta, aspetta nessun pastore compariva. Il pastore doveva certamente essere stato bloccato dalla neve che continuava a cadere con maggior furia di prima. Finalmente, dopo un lungo e noioso attendere, un uomo che era seduto con le altre persone in un banco, un uomo di misera apparenza, piccino e secco, si alza e si avvia a salire sul pulpito, evidentemente con l'intenzione di supplire alla meglio il pastore bloccato dalla neve. Chi era? Un sarto? Un calzolaio? Spurgeon non lo seppe mai e non lo rivide più da quella volta in poi. 

    "Non l'ho più rivisto da allora" egli dice "e non lo rivedrò probabilmente che in cielo". L'ometto aprì la Bibbia e lesse in Isaia il capitolo quarantacinque e quindi scelse il testo della sua "chiacchierata" (retoricamente parlando, il discorso non meritava un più bel nome): il versetto ventidue di quel medesimo capitolo: "Guardate a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio e non ce n'è alcun altro".

    L'oratore improvvisato leggeva male e parlava peggio, con frasi rotte e quasi a singhiozzi, con pronunzia campagnola. Nonostante ciò fin dalle prime parole il sermone produsse un profondo effetto sull'animo angosciato di Spurgeon! Disse: "Guardate"! È cosa facile il guardare! Ma a chi dobbiamo guardare? Al Cristo! È necessario guardare al Cristo e non a se stessi. Guardate dunque a Cristo! 

    Nel testo ci è detto: "Guardate a me, guardate a me, esclama Gesù, guardate a me: io sudo gocce di sangue! Guardate a me: io sono crocifisso! Guardate a me: io risuscito dai morti! Guardate a me: io risalgo al cielo! Guardate a me: io sono seduto alla destra del Padre! O peccatore, guarda, guarda a me"!

    Poi, volgendo lo sguardo verso il luogo dove lo Spurgeon se ne stava seduto, l'oratore aggiunse: "Giovanotto, mi sembrate molto abbattuto e infelice e sempre lo sarete, finché non fate ciò che ordina il testo". E, levando le mani, gridò con voce energica: "Guardate, guardate, guardate al Cristo! Egli v'invita a sè!".

    Spurgeon ha alluso spesse volte alla commozione da lui provata in quel momento solenne e sarà bene che lo lasciamo raccontare: "Quanto tutta l'anima mia fu scossa da quelle semplici e vivaci parole dell'artigiano! "Come!", pensai, "costui mi conosce e sa quello che si agita in me?" Tendevo a crederlo. Ormai il dado è tratto, dissi fra me medesimo, accada quel che accada, confido in Cristo e mi do a Lui per la vita e per la morte! Non ricordo che cosa il predicatore continuò a dire, veramente non gli prestai più attenzione, assorto com'ero in quest'unico pensiero: Guardare a Gesù!

    Avevo intuito che questa doveva essere la vera, la sola vera via della salvezza e che gioia provai! Mi sentii sollevato dal peso dei miei peccati e come facilmente compresi che Gesù aveva preso su di sé i peccati di tutti coloro che credono in Lui.

    Dalla grazia di Dio fui reso capace di guardare a Gesù. Ed io, che qualche minuto prima ero abbattuto, disorientato e quasi disperato, io, che avrei preferito morire anziché continuare a vivere una vita di rimorsi e di sofferenze qual era quella che da parecchio tempo conducevo, provai a un tratto come se il paradiso fosse calato dal cielo nella mia coscienza. Non staccai mai più lo sguardo da Gesù. Uno sguardo mi salvò, ed io non ho cessato di guardare e in cielo guarderò ancora, pieno di gioia indicibile! 

    Io, che fino ad allora pensavo che, per salvarmi, avrei dovuto fare chissà che cosa, avevo scoperto che basta guardare a Cristo. Io, che credevo di dovermi tessere faticosamente una veste, per nascondere agli occhi di Dio le sozzure dell'anima mia, avevo compreso che Gesù, in cambio di un solo sguardo, mi aveva coperto di un manto regale!

    Tornai a casa tutto felice. I parenti, notando il mutamento avvenuto in me, mi domandarono il perchè della mia gran gioia. Risposi che avevo creduto nel Cristo e che sta scritto: "Non v'è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù".

    Com'è facile immaginare, il dolce ricordo di quel giorno non si cancellò più dall'animo di Carlo Haddon Spurgeon e le parole dell'artigiano di Colchester, il quale aveva preso il posto del pastore in una mattinata di neve, riecheggiarono poi più e più volte nei sermoni e negli scritti eloquenti del grande predicatore.

    A Londra, Carlo Spurgeon, alcuni anni dopo gli avvenimenti narrati, proferì un discorso, il quale non solamente porta per titolo "Riguardate a Gesù", ma sembra né più né meno che la riproduzione, accresciuta, se si vuole, corretta e potente, del sermonuccio di colui che, in mano del Signore, era stato lo strumento benedetto della sua conversione. Il discorso si divide in sei punti:

1. Guardate a Gesù nella sua vita terrena;

2. Guardate a Gesù morente su la croce;

3. Guardate a Gesù risuscitato dai morti;

4. Guardate a Gesù al cielo asceso;

5. Guardate a Gesù intercedente nel cielo per noi;

6. Guardate a Gesù che di là deve tornare gloriosamente.

    In un altro sermone narra la storia della sua conversione e conclude esclamando: "Oh, se sapessi che qualcosa di simile avverrà oggi in qualcuna delle anime che mi stanno dinanzi! Ascoltami, o peccatore. Forse tu non avevi da vent'anni varcata la soglia d'un luogo di culto ma eccoti oggi qui nel cospetto di Dio, con addosso i più ributtanti peccati e le più vergognose iniquità. Ascolta il messaggio che ti reco, o peccatore: Dio ti concede la sua grazia piena ed intera e il suo perdono gratuito; te li concede per amore di Gesù. Oh credi dunque, povera anima; credi nel Signor Gesù e sarai salvata!"

    Nello stesso modo termina un altro discorso pronunziato dinanzi ad un'assemblea di dodicimila persone, dicendo: "Sì, peccatore: guardare a Gesù, ecco la salvezza. Per esser salvato, tu non devi fare altro, o peccatore, se non guardare alla croce. Fratello mio, guarda a Gesù. Gesù solo può giovare ai peccatori. Guarda a Lui con l'ingenuità del bambino. 
Non temere: Egli non deluderà la tua aspettazione. Tu non potresti mai confidare con troppo abbandono nel mio amoroso Maestro".

    In uno dei suoi libri di meditazioni per ogni giorno dell'anno scrive: "Gesù è appeso alla croce dinanzi a noi. Uno sguardo gettato su Lui ci guarirà dai morsi velenosi del peccato. 
Chiunque lo guarderà sarà sanato. Chi piange la propria corruzione, noti queste parole e se le applichi: le troverà vere. In quanto a me, ne ho sperimentata la verità: ho guardato a Gesù e sono stato guarito subito: e posso rendere testimonianza. Lettore, se tu guardi a Gesù, sarai guarito allo stesso modo".

    In un altro libro "Tutto per grazia" si esprime così: "Non avrei mai potuto da me stesso vincere il peccato. Tutti i miei sforzi erano vani. L'inclinazione al male era troppo forte in me, perché la potessi frenare, ma, confidando nel Cristo morto per me, rimisi nelle mani di Lui l'anima mia colpevole e allora ricevetti una forza vittoriosa con la quale mi fu possibile sottomettere la mia natura peccaminosa".

    L'11 Ottobre 1864, Spurgeon, recatosi a Colchester, predicò nella medesima chiesa, là nello spiazzale in fondo al vicolo oscuro, dove quasi quindici anni prima, l'anima sua aveva scoperto la via della pace e svolse il medesimo testo scelto dall'artigiano: "Riguardate a me, voi tutti i termini della terra e siate salvati". Tra l'altro disse: "Mi ricorderò sempre con gratitudine che qui, in questo medesimo luogo di culto, udendo parlare intorno a questo testo, fui condotto alla conversione. Ero seduto lì (e indicava un banco a sinistra) quando lo Spirito di Dio fece di me un uomo nuovo".
Vincitore per la grazia di Dio, uscì felice dalla lotta e la sua felicità durò quanto la vita. "Sì", egli dice "sì, nella fede cristiana c'e una gioia che non s'incontra altrove. Posso asserirlo nel cospetto del Signore: l'anima mia è completamente felice!"

    "Felice ogni ora felice" e parlando per esperienza personale è in grado di dare preziosi consigli e ai molti che con questa preziosa opera lo lasceranno parlare alle anime loro. Intanto ascoltiamo queste belle parole: "Per me la morte del mio Salvatore è tutto: potrei vivere e morire contemplandola. Essa mi rimescola il sangue, mi strappa le lacrime dagli occhi, m'intenerisce le più nascoste fibre del cuore. Non consiglierei mai ad un'anima, che bramasse d'esser liberata dai peccati, di starsene continuamente assorta nel meditare sulla punizione che si è meritata. Provi invece a sedersi ai piedi della croce e attinga nella contemplazione del sacrificio che il Cristo ha compiuto per essa il pentimento richiesto dall'Evangelo. 

    Per opporre un argine efficace alla corrente del peccato che ci trascina con sé, conviene aver sempre presente questo pensiero: Gesù è vissuto ed è morto per me". Non devi cercare prima di curarti da solo per poi ricorrere al Medico divino: no, ma va' a Lui, così qual sei. La sola probabilità di salvezza che tu possiedi sta nel confidare semplicemente ed unicamente in Cristo. Le buone opere verranno in seguito: esse sono i frutti dello Spirito, frutti dell' "ultima stagione" per dir così, ma per ora la tua opera non deve consistere nel fare, bensì nel credere. Guarda dunque a Gesù e abbandonati solamente in Lui".

alex

Charles Haddom Spurgeon nacque a Kelvedon, nello Essex in Inghilterra il 19 Giugno del 1834. Suo padre come suo nonno erano pastori battisti; fu allevato in una casa cristiana, ma si convertì nel gennaio 1850.

Nella sua adolescenza Spurgeon iniziò a nutrire dei dubbi su Dio ed una domenica mattina decise di andare in chiesa per trovare delle risposte. Nevicava forte e così non si recò dove abitualmente partecipava alle riunioni ma visitò una piccola chiesa metodista, posta a metà strada. Il pastore non era presente per una malattia e in sua vece un fedele laico (un calzolaio o qualcosa del genere)salì sul pulpito ed iniziò a predicare su Isaia 45:22 «Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ve n'è alcun altro.»

L'improvvisato predicatore parafrasava il testo per la semplice ragione che aveva poco altro da dire. Successivamente Spurgeon scrisse di quell' esperienza: «Egli volse lo sguardo verso di me che stavo sotto la galleria, e, potete immaginare, con così pochi presenti, sapeva che ero un estraneo. Proprio allora, fissando i suoi occhi su di me, come se conoscesse tutto il mio cuore, esclamò: "giovane, sei miserabilissimo se ti guardi. E tu sarai sempre un miserabile nella vita, e miserabile nella morte se non obbedisci al testo biblico; ma se obbedisci ora, in questo momento tu sarai salvato. Giovane, guarda a Gesù Cristo. Guarda! Guarda! Guarda! Tu non devi fare nulla ma guardare e vivere! ". Come il serpente di rame fu innalzato, e solo tutte le persone che lo guardarono furono guarite, così fu con me.»

Non attese a lungo per vedere il frutto della sua salvezza. Spurgeon cominciò a servire il Signore con molto zelo con il distribuire volantini e la testimonianza personale. Il 3 maggio del 1850 fu battezzato per immersione nel fiume Lark e da quel momento «la timidezza venne lavata via» e la lingua gli si sciolse per parlare di Cristo. Da allora iniziò ad insegnare in una classe della Scuola Domenicale. Predicò il suo primo sermone quando aveva solamente 16 anni, e le persone erano stupite di un'adolescente che predicava con tale autorità . A soli 17 anni, divenne il pastore della chiesa di un piccolo villaggio chiamato Waterbeach. A 19 anni, divenne pastore della New Park Street Chapel a Londra. Andò per una prova di tre mesi ed il resto è storia. Londra fu benedetta dalla sua predicazione; quando Spurgeon arrivò alla New Park Street Church nel 1854, c'erano 232 membri, ma 38 anni più tardi il numero era salito a 5.311. La sua chiesa era la più grande congregazione indipendente nel mondo. Fu in seguito costruito un più capiente edificio che venne chiamato "Metropolitan Tabernacle".

Le sue predicazioni furono tradotte in venti lingue diverse. I giornali americani stampavano i suoi sermoni ogni settimana e lo definirono il predicatore più grande dell'epoca. Durante il corso degli anni Spurgeon pubblicò 3.561 sermoni. La serie degli scritti di Spurgeon si erge come la più grande collezione di libri scritti da un solo autore nella storia del Cristianesimo. Si addormentò Il 31 Gennaio 1892.

Inviato da alex il

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