Premessa Ringraziato sia il Signore che ha voluto mandare a noi, gli ultimi, i più miseri, la Sua Parola, la Verità. La Sacra Scrittura dice che soltanto la verità ci rende liberi e chi vuole essere liberato dalle catene del peccato e della morte ha bisogno della Verità, Gesù: la Parola di Dio.
Molti sono i modi in cui Dio parla. Dio ci annuncia realtà eterne. La Sua parola è certa, è sempre "Sì e amèn". Il Signore non muta opinione, non è una volta "sì" e l'altra "no" (2Corinzi, 1:19-20). Nel Signore Gesù non c'è né titubanza, né incertezza. Essendo, però, noi insufficienti e imperfetti, Dio ci dà secondo la misura della nostra fede (Romani, 12:6). Egli ci dona soltanto quello che possiamo portare e non ci costringe a credere quanto non riusciamo ad accettare.
Anche i profeti profetizzano secondo la misura della loro fede. Annunciano quello che hanno ricevuto dal Signore nella misura in cui vi hanno creduto. Non possono annunciare da parte di Dio una parola che non credono Egli abbia detto loro. Quello a cui non credono non lo considerano parola di Dio. Questo vale per tutti: la parola a cui non si crede non viene considerata parola di Dio. Il Padre dà ai suoi figli tesori immensi, ricchezze meravigliose, infinite, ma essendo limitati ognuno ritiene provenire dal Signore soltanto quello che riesce ad accettare per fede.
Nella nostra insufficienza, spesso non siamo in grado di capire le immensamente grandi rivelazioni di Dio e le vanifichiamo. Ma grazie a Dio abbiamo accettato Gesù, il fondamento della nostra fede e della nostra salvezza, e con Lui la vita eterna. Questo è il fondamento sul quale viene costruita l'opera di Dio in noi.
Durante la nostra nuova vita, tutto ciò che Dio ci dona viene messo pietra sopra pietra e così veniamo edificati in Cristo. Dio ci ha donato la libertà. Egli ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e dalla morte. Se vogliamo piacere a Dio, non dobbiamo usare la libertà donataci da Gesù per vivere secondo la nostra volontà, dobbiamo vivere per lo Spirito, secondo la Sua volontà. Quello che fino ad ora abbiamo conosciuto è parziale: non imperfetto ma parziale, perché non siamo in grado di capire tutto. Oggi noi contempliamo come di riflesso le cose grandi di Dio, ma quando saremo col Signore, allora le vedremo direttamente, "faccia a faccia" (1Corinzi, 13:12).
Nel Regno dei cieli vedremo le cose come sono realmente, nella loro completezza. Riusciremo a comprendere la meravigliosa grandezza di Dio, perché saremo anche noi parte del Regno celeste, assieme a Gesù. Introduzione Nel capitolo undici della Lettera ai Romani, troviamo scritto: “1Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo! Perché anch'io sono Israelita, della discendenza d’Abrahamo, della tribù di Beniamino. 2Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha riconosciuto già da prima. Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia? Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: 3«Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»? 4Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal». 5Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia. 6Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia. 7Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti, 8com'è scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno». 9E Davide dice: «La loro mensa sia per loro una trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. 10Siano gli occhi loro oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre». 11Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia. 12Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione! 13Parlo a voi, stranieri; in quanto sono apostolo degli stranieri faccio onore al mio ministero, 14sperando in qualche maniera di provocare la gelosia di quelli del mio sangue, e di salvarne alcuni. 15Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti? 16Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi. 17Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, 18non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. 19Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io». 20Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. 21Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te. 22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso. 23Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. 24Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo. 25Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; 26e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. 27Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati». 28Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili. 30Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, 31così anch'essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch'essi misericordia. 32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti. 33Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! 34Infatti, «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? 35O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?» 36Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.” La Sacra Scrittura afferma che soltanto Israele è il popolo di Dio. Nessuno degli altri popoli è il popolo eletto di Dio. Ma Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso e l'incirconciso unicamente per mezzo della fede in Cristo Gesù, poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani, 3:23-30). Ma egli non è stato mandato soltanto alle pecore perdute della casa d'Israele? (Matteo, 15:24).
Certo il Pastore d'Israele è stato mandato solamente alle pecore perdute della casa d'Israele, ma chi sono queste pecore? Sono esse solamente quelli che sono circoncisi nella carne e sono di stirpe ebrea, o non piuttosto tutti quelli che il Padre ha preconosciuti ed ha adottato quali figli? Si, sono quelli che Egli ha preconosciuti, e li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo Gesù, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli, e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati, e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati, e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati (Romani, 8:29-30).
Quelli che abbiamo accettato Gesù, il Figlio di Dio, a prescindere dal popolo al quale apparteniamo, avendoci giustificati per la sua grazia, nel suo amore ci ha destinati a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà (Efesini, 1:5).
Se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo (Romani, 8:17). Infatti, per amore di Gesù abbiamo rinunciato volentieri alla nostra vecchia vita e abbiamo incominciato a vivere quella nuova che è il Messia (l'Unto) in noi. "Non sono più io che vivo, ma l'Unto vive in me" (Galati, 2:20), l'Unto Gesù, la progenie d'Israele, che abbiamo accettato come nostro Salvatore, in Lui siamo anche stati fatti eredi e siamo entrati a far parte dell'Israele di Dio (Efesini, 1:11). Gesù è l'agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (Giovanni, 1:29; Isaia, 53:5-8), il solo per mezzo del quale si ottiene grazia, si viene perdonati dai propri peccati e salvati.
L'Israele terreno, la nazione d'Israele non ha ancora riconosciuto in Gesù il Messia. Essi non lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio né accettato come loro Salvatore, pertanto non hanno ancora ottenuto la salvezza. La salvezza è soltanto nell'Unto Gesù. Egli è l'unica via, la sola verità e la vera vita. Anche in Israele ci sono molti che hanno accettato Gesù come Messia. Dopo la discesa dello Spirito Santo sui centoventi discepoli, le migliaia di persone che in quei giorni di Pentecoste a Gerusalemme si sono convertite erano tutte degli Israeliti (Atti, 2:1-4,41; 3:4).
Quindi non è vero che del popolo d'Israele nessuno abbia accettato Gesù. Ma non la nazione d'Israele. Come popolo, Israele sta ancora aspettando il Messia. Ma Dio non è rimasto privo di figli, tutti quelli che abbiamo accettato Gesù come nostro Salvatore (israeliti e non), in Lui siamo diventati popolo di Dio, l'Israele di Dio, mentre l'Israele naturale, rigettando il Messia Gesù, non è ancora entrato a far parte dell'Israele spirituale. L'elezione di Israele Ma allora, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma, a causa della loro caduta, la salvezza è giunta agli stranieri, per provocare la loro gelosia. Quindi, Israele non è inciampato per non rialzarsi più, non ha rifiutato per sempre l'Unto Gesù. E neanche Dio li ha ripudiati per sempre. Piuttosto: a causa del loro indurimento, del loro rifiuto, la salvezza è giunta agli altri popoli.
All'inizio del suo ministero, quando l'apostolo Paolo arrivava in una città, prima di tutto entrava nella Sinagoga e lì annunciava la buona notizia della salvezza in Gesù Cristo (Atti, 13:5,14,17:1-3). Ma quando gli Israeliti hanno rifiutato il suo annuncio e hanno incominciato a perseguitarlo, allora l'apostolo Paolo si è rivolto agli altri popoli (ai Gentili). Dicendo agli Israeliti: "Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri" (Atti, 13:46).
E così è avvenuto che il Vangelo è stato annunciato agli stranieri (pagani) e molti hanno accettato Gesù Cristo. Quindi, a causa del rifiuto, della caduta del popolo d'Israele, gli stranieri (estranei alle promesse, al patto, all'elezione) sono stati raggiunti dalla Parola di Dio e hanno potuto ricevere la salvezza nel Signore Gesù, e diventare così popolo di Dio.
Ma il piano di Dio non si esaurisce qui. Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione! Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti? La loro caduta, il loro rifiuto del Vangelo è stato il motivo per cui la salvezza è giunta al mondo. Non c'era nessuna religione, nessuna dottrina o filosofia, che offrisse salvezza, come non c'è tuttora. Nel mondo ci sono tante dottrine, molte religioni e innumerevoli riti, ma nessuno ha il potere di salvare. Solo il Signore Gesù fa grazia, offre il perdono dei peccati per mezzo del suo sacrificio espiatorio fatto sulla croce e dona la vita eterna. Egli è l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Nessuno aveva mai predicato il messaggio della salvezza per grazia in Gesù nella potenza dello Spirito Santo.
Quando i popoli hanno udito la parola del Vangelo della grazia, molti hanno accettato Gesù nel loro cuore, per essere perdonati dei loro peccati e ricevere la vita eterna. Gesù Cristo è la salvezza! Solo chi accetta Gesù nel suo cuore riceve la vita eterna. Non c'è alcun altro Nome sotto tutti i cieli che possa perdonare e salvare. Quindi, a causa del rifiuto d'Israele di accettare Gesù come Messia, gli stranieri hanno ottenuto grazia, perché hanno ricevuto la parola di Dio.
E quando il Signore Gesù è entrato nel nostro cuore, Egli ci ha rinnovati completamente. Abbiamo difatti rinunciato volentieri a tutto ciò che era vergognoso, peccaminoso, iniquo, cioè al nostro vecchio sistema di vita, alle tradizioni, alle nostre passioni e ai piaceri, e siamo diventati nuove creature. Se il rifiuto dell'Unto Gesù da parte del popolo d'Israele è stato per noi motivo di salvezza, e, avendo avuta trasformata la nostra vita, oggi abbiamo pace nel cuore, la gioia di vivere in comunione con Dio e di chiamarlo Padre, che cosa succederà quando tutto Israele accetterà Gesù? Se il loro rifiuto è stata la riconciliazione del mondo, che sarà la riammissione, se non un rivivere dai morti? Non ci sono parole che possano esprimere una cosa tanto meravigliosa.
Se oggi noi cristiani abbiamo già così tante benedizioni e ricchezze spirituali, che cosa succederà quando Israele si ravvederà e accetterà Gesù? Essi ai quali appartengono l'adozione, il patto, la Legge, il sacerdozio, le promesse e i padri, e dai quali proviene, secondo la carne, anche il Messia (Romani, 9:4-5).
Il popolo che ha la cultura di Dio, le tradizioni bibliche (non quelle che ha assimilato dal mondo, corrompendosi, corruzione che poi ha anche pagato amaramente). Di questa cultura ed educazione biblica i cristiani sono carenti. Lo Spirito Santo mi ha rivelato come il popolo d'Israele ha una ricchezza di cui i cristiani hanno necessità. Attualmente gli Israeliti sono privi del tesoro più grande, sono senza Gesù, e senza il Figlio di Dio sono privi del perdono, della salvezza e della vita eterna. Ma quando Israele accetterà Gesù, la preziosa ricchezza che possiede diventerà patrimonio di tutto il popolo eletto di Dio, ebrei e non ebrei. L'olivo Se la primizia è santa, anche la massa è santa. Se la radice è santa, anche i rami sono santi. Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu che sei olivo selvatico sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami naturali, ma se ti insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. Allora tu dirai: sono stati troncati dei rami perché fossi innestato io. Bene, essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede. Non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neanche te.
Considera dunque la bontà e la severità di Dio. La severità su quelli che sono caduti, ma verso di te la bontà di Dio, sempre che tu perseveri nella sua bontà, altrimenti anche tu sarai reciso. Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati. Perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. Infatti se tu che sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi che sono i rami naturali saranno innestati nel loro proprio olivo.
Questa è opera di Dio. L'indurimento d'Israele, durato per lungo tempo - duemila anni - ha fatto sì che l'Evangelo, la buona notizia, venisse annunciata in tutto il mondo, così che nessun popolo rimanesse senza la possibilità di conoscere la verità - cioè Gesù il Messia - e di ricevere la salvezza.
È vero, gli uomini di Israele hanno condannato Gesù il Nazareno (Atti, 2:22-24), hanno perseguitato i suoi discepoli e ne hanno uccisi alcuni, hanno rifiutato il Messia e la salvezza che egli offriva loro, ma non sono stati i peggiori. Sono stati i Romani che lo hanno condannato a morte, hanno martoriato e crocifisso il Signore Gesù Cristo. È stato l'Impero Romano che ha perseguitato apostoli e discepoli di Gesù, per secoli torturandoli crudelmente, dandoli in pasto alle belve come spettacolo pubblico e uccidendoli a migliaia. Gli ebrei, inoltre, sono stati infinitamente meno crudeli del regime comunista, nell'ex Unione Sovietica, in Cina, in Vietnam, in Cambogia e in tanti altri paesi, che ha perseguitato e trucidato decine e centinaia di migliaia di cristiani. E che dire di quello che hanno fatto i musulmani e la Chiesa Cattolica e Ortodossa, che per oltre un millennio hanno perseguitato, torturato e condannato a morte tanti fedeli discepoli di Gesù che non si possono contare.
I discepoli di Gesù non devono condannare nessuno, tantomeno gli Israeliti. Il divino Maestro ci insegna a perdonare tutti, altrimenti il nostro cuore per natura malvagio, tende a giudicare in modo sbagliato. Giudicando i Giudei per il male che hanno fatto (senza ricordare i propri peccati), alcuni hanno gridato: "Perfidi Giudei!". Per lunghi anni sono echeggiate queste terribili parole e, a causa di questo giudizio storico, sappiamo quali orribili persecuzioni si sono abbattute nel recente passato sui figli d'Israele. Lo Spirito Santo dice ai cristiani: non ti inorgoglire!
Tu, che a causa del loro indurimento hai ricevuto grazia, ora vuoi giudicarli, condannarli e disprezzarli? Non capisci che è perché hanno indurito il loro cuore che tu hai potuto ricevere la verità? È vero, alcuni rami dell'olivo sono stati recisi per la loro incredulità. Infatti, non c'è altro modo di essere salvati se non credendo in Gesù Cristo.
Tutti allo stesso modo, ebrei e pagani, senza distinzione. C'è solo un salvatore: l'Unto Gesù. Gesù è il Signore! Non uno dei signori: l'unico Signore. Per quanto alcuni figli d'Israele, a causa della loro incredulità, siano stati recisi dall'olivo, Dio non si è dimenticato di loro. Invece noi, che per natura eravamo nemici, che eravamo parte dell'olivo selvatico, siamo stati innestati al loro posto. Così ora possiamo godere della grazia di Dio, la sostanza grassa della radice dell'olivo. Adesso siamo partecipi della grazia proveniente dalla salvezza che è in Cristo Gesù, l'olivo di Dio.
Il Signore Gesù ci ha fatto partecipi della Sua grazia, della comunione con il Padre e della guida dello Spirito Santo. Noi sappiamo e possiamo testimoniare come la nostra vita, il giorno che lo abbiamo accettato, è stata interamente trasformata, non esteriormente, ma nello spirito, dentro di noi, per poi manifestarsi anche fuori. Se molti di loro sono stati recisi per la loro incredulità - perché non hanno accettato Gesù - e Dio ha potuto innestare noi che eravamo estranei al posto dei rami recisi del popolo d'Israele, quanto più egli potrà prendere di nuovo i rami naturali che ha tagliati, e reinnestarli al loro posto. È più facile che avvenga questo, piuttosto che ciò che il Signore ha fatto per noi. Non è difficile per l'Onnipotente reintegrare i figli d'Israele nella grazia che ha preparato innanzitutto per loro (Romani, 1:6 e 2:10) e poi anche per noi stranieri.
Quindi loro non sono esclusi, anzi vengono prima di noi. Se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati in Gesù il Messia. Perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo nell'olivo. Vale la pena di sottolinearlo: se Dio ha fatto questo con noi, tanto più può farlo con loro. Fratelli, non ignorate questo mistero, affinché non siate presuntuosi. Infatti, è facile cadere nella presunzione, e quando questo avviene, chi si inorgoglisce giudica e sbaglia. Non dimenticate che un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele finché non sia entrata la totalità degli stranieri. L'indurimento si è prodotto solamente in una parte e soltanto finché non sia entrata la totalità degli stranieri, cioè dei popoli non ebrei. Il Signore ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, e non intende permettere a Satana di privarlo della sua gloria, vanificando la creazione. Tutti possiamo notare lo sconvolgimento che si sta verificando nei cicli della natura e il progressivo indurimento delle coscienze: siamo negli ultimi tempi, anzi Dio ha rivelato che i tempi sono ormai finiti. Perciò, la parola: "Finché non sia entrata la totalità degli stranieri", oggi è compiuta. Infatti, questa condizione si concretizza alla fine dei tempi, quando ormai gli stranieri (tutti i popoli non ebrei), hanno ricevuto il Vangelo. E tutto Israele sarà salvato, così come è scritto. Per quanto concerne il vangelo essi sono nemici: per causa vostra, però, per consentire a voi di venire salvati. Ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri. Perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili, senza pentimento. Dio non si pente di quanto ha promesso a Israele.
La Chiesa dei gentili non ha soppiantato Israele, come alcuni pensano. Costoro credono che il popolo d'Israele sia stato reciso e rigettato, e che i cristiani lo abbiano soppiantato. Ma Dio ha un solo popolo, da sempre. Il popolo d'Israele rimane il suo popolo e i cristiani non lo hanno soppiantato, ma hanno ricevuto grazia di diventare discepoli di Gesù e venire integrati nell'Israele di Dio. Certamente, nessuno entrerà nel regno dei cieli senza convertirsi dai propri peccati e accettare il sacrificio fatto sulla croce dall'Unto Gesù. Non tutti gli Israeliti sono "Israele", come è anche scritto (Romani, 9:6), ma soltanto coloro che credono. Solamente coloro che accettano Gesù come loro Messia formano il popolo di Dio. Perché ci sono tanti della progenie d'Israele che non credono in Dio e anzi rifiutano la fede. Questi non saranno salvati, pur essendo nati da genitori israeliti. Ma ciò non dà il diritto di concludere che i cristiani abbiano soppiantato Israele. No, invece quanti hanno creduto sono diventati parte del popolo d'Israele! Sono stati "innestati" e diventati anche loro parte dell'olivo, come è scritto. Alcuni rami sono stati tagliati, altri, però, non sono stati tagliati. Ma il tronco e le radici non sono mai cambiati: la sacra Scrittura è la stessa, le promesse sono le stesse, le profezie sono le stesse, il Signore è lo stesso.
Alcuni rami sono stati tagliati e noi discepoli di Gesù siamo stati innestati al posto loro, ma l'albero è sempre quello. I cristiani quindi non hanno sostituito Israele, ma sono stati innestati e sono entrati a far parte della progenie spirituale d'Israele. Questo è fondamentale: Israele non è stato rigettato. La Chiesa dei Gentili (stranieri) non deve essere né soppiantatrice, come Giacobbe prima di diventare Israele, e neanche profana, come Esaù, ma parte dell'Israele di Dio. E quando, inorgogliendosi pensa di essere diventata il popolo di Dio al posto d'Israele, diventa soppiantatrice e profana. Piuttosto, tu che sei stato graziato, non insuperbirti contro i rami naturali, abbi l'umiltà necessaria e abbassati. Ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. Vuoi forse vantarti e dire: Sono stati troncati i rami naturali perché fossi innestato io. È vero: essi sono stati troncati a causa della loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, quindi, ma temi.
Rimani umile e sii riconoscente, perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te, anche tu sarai reciso. Considera dunque la bontà e la severità di Dio. Ma anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati, perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. Se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo, il Messia. Ecco la verità: Noi che in passato eravamo estranei alla vita di Dio, abbiamo ottenuto misericordia, perché Israele ha indurito il suo cuore verso il Messia Gesù e non lo ha voluto accettare. Ma, come essi sono stati disobbedienti affinché noi accettassimo il Salvatore Gesù, attraverso di noi ora, per la misericordia che noi abbiamo ottenuta, anche loro accetteranno il Signore Gesù.
Attraverso di noi, perché non c'è nessun altro che possa annunciare Cristo Gesù, se non coloro che credono in lui. Quindi loro, che aspettano ancora il Messia, hanno bisogno di ricevere la testimonianza da noi cristiani. Per la misericordia che è stata fatta a noi, anche loro otterranno misericordia. Così Dio ha deciso, perché nessuno possa gloriarsi, ma tutti rimangano in umiltà ai piedi del Signore. Dio, infatti, ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per fare misericordia a tutti. Infatti, è successo in passato che Israele si è inorgoglito, perché aveva le promesse ed era il popolo eletto. Ed essendosi inorgogliti sono scaduti e possono venire salvati soltanto accettando Gesù. Adesso sono costretti ad ascoltare l'annuncio del Vangelo e accettare il Redentore Gesù attraverso i cristiani. Ma neanche noi abbiamo motivo di inorgoglirci. Perché è a causa della loro disubbidienza che la salvezza è giunta a noi.
Quanto hanno dovuto soffrire, perché noi fossimo salvati. Hanno dovuto sopportare persecuzioni e sofferenze indicibili, per aver rifiutato Gesù e averlo consegnato ai pagani affinché fosse crocefisso. Questo li ha messi nella condizione di non poter avere più pace. Da allora, il popolo d'Israele, per quanto la brami, non ha avuto più pace, non ha avuto più casa, ne patria, sino a pochi anni fa. E tutto questo perché gli stranieri entrassero nella loro eredità.
Così, né noi abbiamo motivo d'inorgoglirci, né lo avranno loro. Dovranno umiliarsi ad accettare l'Unto Gesù attraverso labbra balbuzienti, come dice il profeta Isaia, ossia attraverso lingue straniere (1Corinzi, 14:21). Che umiliazione! Il popolo eletto, che ha le promesse e la legislazione, che ha i patti e preziose ricchezze spirituali, che deve umiliarsi a ricevere Gesù il proprio Messia per mezzo degli incirconcisi. Perché se Israele non accetta Gesù in umiltà, non potrà essere salvato. Il Padre celeste ha fatto questo, perché nessuno si inorgoglisca. Nessuno si innalzi. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti. Infatti, chi ha conosciuto il pensiero del Signore, o chi gli è stato consigliere, o chi gli ha dato qualcosa per primo, per poter pretendere qualcosa in cambio? Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inperscrutabili sono i suoi giudizi e non investigabili le sue vie.
A Dio sia la gloria in eterno! Amen.
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