Quant'è triste l'inizio di questa storia...
E' ancora più triste constatare che con gli anni, guardandoti indietro, ti
rendi conto che tante scelte che hai fatto, tante azioni che hai compiuto, tante parole che hai detto... erano scelte, azioni, parole sbagliate... e sono state d'impedimento alla crescita o allo sviluppo spirituale di qualcuno. Una sola cosa consola (anzi 2!):
1. abbiamo un avvocato presso il padre (1 Giovanni 2:1),
2. e che ogni cosa coopera al bene di coloro che amano Dio (Romani 8:28).
Dio ti benedica. (MdL)
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Ogni famiglia contemporanea, senza pregiudizi anacronistici, può riflettersi in quella presentata dal libro biblico di Rut. In essa difatti, sono tratteggiati tutti i ruoli del focolare domestico,
- il padre Elimelec,
- la moglie Naomi,
- i due figli Malon e Chilion e le rispettive nuore Orpa e Rut.
È un piccolo nucleo chiamato a far fronte alla crisi o, ancor meglio, alla caduta di un sistema nei suoi profili sociali, politici e religiosi; era quello il tempo dei giudici, stigmatizzato dalla frase dell'omonimo libro: "In quel tempo non vi era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio" (17:6).
A poco sarebbe servito interrogarsi sulle cause del declino, o peggio su chi far ricadere la condanna per trovare a tutti i costi un colpevole; era il momento di reagire per cercare di sfamare la propria famiglia. Era il tempo delle decisioni, e la Scrittura fin dal principio ha voluto dichiarare i nomi di ognuno per parlare di persone, di individui che costituiscono una famiglia e che decidono singolarmente; nondimeno, presto si scoprirà che le scelte degli altri condizionano alla fine tutti.
È un racconto, inoltre, cui non ci si può accostare con sufficienza, con la presunzione di chi pensa che certi percorsi esistenziali siano solo per altri; soprattutto il tempo difficile di oggi testimonia il valore dell'esperienza di questi antichi credenti.
Il padre
Si può dunque iniziare a ricostruire la figura di Elimelec, la cui scelta di emigrare fu motivata, ma non giustificata. Provocata dalla carestia, dunque dettata dalla disperazione, ma non approvata perché non allineata alle indicazioni fornite dal Signore nel corso della storia di Israele. Peraltro la decisione di stabilirsi nelle campagne di Moab sembra non essere stata risolutiva, difatti la carestia aveva certamente raggiunto anche quella regione. È questo ciò che sembra emergere dalla frase: "Nelle campagne di Moab [Naomi] aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il Suo popolo, dandogli del pane".
Elimelec trascina la sua famiglia in un paese straniero, dove fissò la sua dimora; quest'ultima non sembra essere una sistemazione temporanea, bensì definitiva.
Il cuore di Elimelec scelse di dimenticare Betlemme e di stabilirsi per sempre lontano da Giuda, avulso dalla comunione col popolo di Dio.
La schiettezza del linguaggio biblico non lascia spazio ad equivoci e viene dichiarato subito, quasi come una sentenza di giudizio, quale fu la fine: "Elimelec, marito di Naomi, morì, e lei rimase con i suoi due figli".
I figli
Malon e Chilion, i figli, inizialmente sono vittime con la madre, perché subiscono la decisione avventata del padre, ma successivamente sono rei di non aver preso in seria considerazione il ritorno in patria. Se gli altri sbagliano, fossero anche i genitori, non si è autorizzati a ripetere gli stessi errori; ben lo sanno tanti giovani figli che hanno scelto di "tornare a Betlemme", ovvero di convertirsi dalla mondanità, per andare al Signore Gesù Cristo e che hanno affrontato la più terribile delle persecuzioni: quella dei familiari, appunto.
Dunque, questi due giovani avrebbero dovuto responsabilizzarsi, comprendere l'errore paterno e ritornare a curare le proprie terre in Israele.
Anche su loro la Bibbia evita commenti e sintetizza: "Poi Malon e Chilion morirono anch'essi, e la donna restò priva dei suoi due figli e del marito".
Naomi
È la volta di Naomi, nel complicato ruolo di moglie e madre; con lei le cose iniziano a prendere una strada diversa e più promettente.
È stata crudelmente provata nei sentimenti con la perdita del marito prima e dei figli poi, ma ha prestato fede alla testimonianza di chi con orgoglio aveva fatto giungere in una terra straniera la buona notizia che in Israele si stava meglio e che a Betlemme c'era di nuovo il pane; era il vanto di chi andava diffondendo la voce che Dio aveva visitato il "Suo" popolo: l'aggettivo non è irrilevante.
Da questo momento, da questa notizia che come un seme è caduto in buona terra, si svilupperà una delle più appassionate storie di fede di tutti i tempi. È nel coraggio di chi ha seminato quella speranza in mezzo agli stranieri che sta la svolta della vicenda.
Il libro di Rut, col suo messaggio di speranza e redenzione, è il simbolo di un debito d'amore che bisognava saldare per tutti coloro che attendono con abnegazione e fiducia l'intervento dall'alto.
La Bibbia, a differenza di altri libri, benché utili, spalanca al lettore la grande porta della fede. Pertanto, Naomi ha creduto a quel messaggio, la sua fede è stata nuovamente stimolata e ha deciso di risalire la china e tornare a Betlemme.
A Naomi dapprima sembra associarsi anche la nuora Orpa. Il suo caso si potrebbe avvicinare però a quello del seme caduto sulla roccia, ossia di "coloro i quali, quando ascoltano la Parola, la ricevono con gioia; ma costoro non hanno radice, credono per un certo tempo ma, quando viene la prova, si tirano indietro" (Luca 8:13).
Ecco dunque che Orpa si unisce alla decisione di Naomi e Rut, si mette in cammino, fa confessione piangendo e... torna indietro dopo aver baciato la suocera!
Un solo bacio serve a far leggere il gelo dell'incredulità.
Non sono i molti baci offerti ai piedi del Salvatore dalla peccatrice, cui molto è stato perdonato e perciò molto ama. C'è invece il bacio del tradimento, quello di Giuda, quello del calcolo, non quindi della passione e dell'affetto.
Rut
Paradossalmente, è proprio il caso di ricordare che, come disse Gesù, in questa famiglia "vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi". Così proprio Rut, l'ultima arrivata e menzionata nella presentazione del libro, ne diventa la protagonista.
Negli anni vissuti in casa di Naomi ha conosciuto la bontà della fede e la differenza dei costumi, perciò non ha avuto ripensamenti, non ha esitato a legare la sua sorte a quella della suocera, la sua vita a quella del popolo ebreo. Ignara della ricchezza spirituale del popolo di Israele, si era ritrovata in una famiglia di credenti; in quella stessa casa aveva conosciuto il dolore, ma ha saputo custodire il meglio.
Il premio per lei era già stato preparato.
A Betlemme è arrivata senza pretese, vi è giunta da straniera per spigolare, ma la giustizia divina ha fatto in modo che il suo operato non cadesse nell'oblio.
Sarà notata, e di lei si accorgerà l'uomo dall'animo più nobile; meritano di essere citate le parole che hanno reso giustizia a questa semplice figura: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natio, per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il Signore ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del Signore, del Dio d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!».
BOAZ
Avverrà per lei ben al di là di ogni auspicio. Sarà amata e sposata da Boaz, uno di quelli che, a differenza di Elimelec, durante la carestia non è fuggito, ma ha lottato ed è stato premiato con abbondanza di raccolti. Da lui avrà un figlio, e darà finalmente un nipote a Naomi.
Potrebbe bastare per chiunque, ma Dio va oltre, vuole che la scelta di fede di questa donna sia ricordata per sempre e fa in modo che il figlio di Rut sia il nonno del futuro re Davide.
In questo modo Rut, la vedova moabita, entra nella genealogia del Messia, il Re dei re e Signore dei signori, Gesù.
La grande storia di un popolo è intimamente legata a quella di ogni famiglia e, stringendo il cerchio, a quella di ogni singolo membro. In particolare, la famiglia qui esaminata ha molti tratti in comune con le famiglie attuali, e le sue scelte non sono molto differenti da quelle che ognuno potrebbe fare oggi.
Possa dunque, ancora una volta, la storia di Rut e Naomi giungere come un eco di speranza ed essere il sostegno della fede di quanti dovranno fare la scelta coraggiosa di continuare a legare la propria sorte a quella del popolo di Dio.
Salvatore Esposito
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