In fondo articolo dell'Ansa, ma la notizia già spopola tg e giornali, sulla prossima ostensione della Sindone nella città di Torino.
Biblicamente mi tornano in mente i seguenti passi biblici:

Il seppellimento di Gesù
Dopo queste cose, Giuseppe d'Arimatea che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù; e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù. Or venne anche Nicodemo, che in precedenza era andato di notte da Gesù, portando una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in panni di lino con gli aromi, secondo il costume di sepoltura in uso presso i Giudei.  Or nel luogo dove egli fu crocifisso c'era un orto, e nell'orto un sepolcro nuovo nel quale non era ancora stato posto nessuno. Lì dunque, a motivo del giorno di Preparazione dei Giudei, misero Gesù, perché il sepolcro era vicino. Giovanni 19

Qui la Bibbia ci dice che i panni erano più d'uno in altri passi si parla anche di un lenzuolo.

La risurrezione
Or il primo giorno dopo i sabati, al mattino quando era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide che la pietra era stata rimossa dal sepolcro. Allora andò di corsa da Simon Pietro e dall'altro discepolo che Gesù amava e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano posto». Pietro dunque e l'altro discepolo uscirono fuori e si avviarono al sepolcro. 4 Correvano tutti e due insieme, ma l'altro discepolo corse avanti più in fretta di Pietro e arrivò primo al sepolcro. E, chinatosi, vide i panni di lino che giacevano nel sepolcro, ma non vi entrò. Arrivò anche Simon Pietro che lo seguiva, entrò nel sepolcro e vide i panni di lino che giacevano per terra, e il sudario, che era stato posto sul capo di Gesù; esso non giaceva con i panni, ma era ripiegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, vide e credette. Essi infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli doveva risuscitare dai morti.  I discepoli poi ritornarono di nuovo a casa.  Giovanni 20

Che passo meraviglioso, la vittoria di Gesù sulla morte, la tomba è vuota... Compaiono ancora i panni, probabilmente resteranno li, infatti non vengono raccolti non viene detto più nulla al riguardo. Per quei primi discepoli non rivestivano, i panni e il lenzuolo, nessuna importanza.

Ed invece in questi giorni flotte di persone, con sacrificio ed esborso economico, si recherà mestamente in pellegrinaggio verso Torino...

Ancora una dimostrazione di come i "cristiani" si arrendono al prorompente bisogno religioso di toccare, vedere, sentire la divinità; nonostate la Parola di Dio, testimoniata nelle Scritture, è pienamente sufficiente com'è scritto:

Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera. 2° Timoteo

Non resta che rispettare gli amici, parenti, che si prepareranno a questo evento, pregando il nostro Signore e, inginocchiandoci ai Suoi piedi, evocarLo, supplicarLo, di mettere nei nostri cuori saggezza dal cielo e nelle nostre bocche parole di verità da portare li dove c'è il deserto. Confidando, più d'ogni cosa, nel Suo Santo Spirito che parla nelle crocevie delle vite degli uomini...

Dio benedica la Sua parola!!


Sindone: Torino è pronta, sabato inizia l'Ostensione

A dieci anni di distanza da quella del 2000 i pellegrini potranno ammirare di nuovo la celebre reliquia

TORINO - E' tutto pronto, a Torino, per l'Ostensione della Sindone. A dieci anni di distanza da quella del 2000, da sabato 10 aprile al 23 maggio i pellegrini di tutto il mondo potranno ammirare di nuovo la celebre reliquia. Che, nel frattempo, si è 'rifatta il trucco': l'Ostensione di quest'anno, che sarà suggellata il 2 maggio dalla visita di Papa Benedetto XVI, è infatti la prima da quando il sacro lino é stato sottoposto, nel 2002, ad un intervento di conservazione che lo ha riportato al suo antico splendore.

PRENOTAZIONI - Sono già più di un milione e 400 mila le persone che si sono prenotate per visitare il Lenzuolo utilizzato - secondo tradizione - per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Ma all'interno del Duomo di Torino, nelle sei settimane dell'Ostensione, ne sono attese almeno un milione e 800 mila. Dal 10 aprile la visita potrà essere prenotata, oltre che sul sito internet www.sindone.org, direttamente a Torino, negli appositi spazi allestiti all'inizio del percorso dell'Ostensione. Si potrà entrare nel Duomo anche senza, ma in questo caso la Sindone sarà visibile solo da lontano.

IL TEMA PASTORALE - Un "grande evento", insomma, che però "non è un fatto di turismo religioso, ma un'iniziativa spirituale e pastorale". Così l'ha definito il custode pontificio della Sindone, l'arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto. Il tema scelto per questa Ostensione è 'Passio Christi passio hominis', per sottolineare "il forte collegamento tra l'immagine sindonica, testimonianza della Passione del Signore, e le molteplici sofferenze degli uomini e delle donne di oggi".

LA SINDONE IN 3D - Altra novità di questa Ostensione, la decima dalla prima del 1578 e la quarta dal 1978, sono le immagini tridimensionali. Un modo per vedere la Sindone come mai prima d'ora: sempre più da vicino e sempre più nei dettagli, dalle tracce ematiche alla componente corporea.

LA VISITA DEL PONTEFICE - Papa Benedetto XVI sarà a Torino domenica 2 maggio. Alle 10 celebrerà la Messa in piazza San Carlo e guiderà poi la recita del Regina Caeli. Nel pomeriggio, dopo un incontro con i giovani della Diocesi, si recherà in Duomo per la sosta di venerazione davanti alla Sindone e una riflessione sui temi dell'Ostensione. "Un tesoro prezioso da custodire a lungo nel tempo - come l'ha definita il cardinale Poletto - un dono preziosissimo perché Papa Benedetto sa presentare le grandi verità della fede".

LA SICUREZZA - La sorveglianza dell'evento è affidata alle forze dell'ordine, coordinate dal prefetto di Torino Paolo Padoin. Per l'occasione stanno arrivando da tutta Italia circa 200 rinforzi, tra polizia e carabinieri. Un grosso aiuto lo darà anche la tecnologia: sulla Sindone vigileranno infatti telecamere di ultima generazione, con tanto di sensori anti-terrorismo in grado di segnalare eventuali movimenti sospetti.

Fonte: www.ansa.it

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alex

1.  ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): In Torino è venerato un singolare «lenzuolo funebre», su cui è raffigurata l’immagine misteriosa d’un uomo. Esso viene chiamato «sacra Sindone». Il termine «sindone» proviene dal greco sindōn e significa appunto lenzuolo funebre, in cui veniva avvolto un cadavere prima della tumulazione.

     Ultimamente se ne è occupata di ciò la rivista «factum»; essa è edita dalla casa editrice Schwengeler (Berneck, CH) in lingua tedesca. In passato, tale casa editrice tentò l’avventura italiana con la DLC, ma presto abbandonò il campo. L’altra sua creatura è «ethos». Sono senz’altro importanti riviste nel panorama cristiano di lingua tedesca. Nel numero 3/2010 di «factum» (21 aprile 2010) è apparso nella rubrica «Scienza/fede» un articolo dal titolo «Non mediante mano umana».

     Sebbene l’articolo non sia accessibile online, ne viene presentato l’inizio soltanto che, tradotto, recita così: «Il lenzuolo funebre di Torino mostra il cadavere d’un uomo crocifisso. L’origine dell’immagine documenta forse il momento della resurrezione?

     Dietro a un vetro a prova di proiettile, nella cappella reale del Duomo di Torino è conservato un pannilino prezioso, che è mostrato al pubblico in media solo ogni 30 anni. Questo anno, il proprietario, il Vaticano, fa una eccezione. Il tessuto si trova in una speciale vetrina high-tech con clima artificiale d’argon e doppio sistema d’allarme. Ci furono ripetutamente attacchi incendiari contro la tela, dei quali cadde quasi vittima, cosicché le enormi misure di sicurezza non sembrano esagerate. Gli esperti temono inoltre che l’immagine sulla tela potrebbe sbiadire lentamente per l’ossidazione e infine potrebbe scomparire completamente. Così si vuole conservare il più possibile l’attuale stato del tessuto con le ultime tecnologie.

     Il motivo del suo apprezzamento estremamente elevato è stato il fatto che fu considerato, fin dall’inizio, il vero lenzuolo funebre di Gesù, anche se i critici lo mettono sempre in dubbio. La copiosità di nuovi dati scientifici parlano sempre più a favore della sua autenticità. L’unico test, che sembrava finora di dimostrare il contrario, fu la prova mediante il radio-carbonio nel 1988 con il metodo del C14. In una conferenza stampa a Londra, il risultato del test fu annunciato con evidente orgoglio, ossia che la tela di lino proverrebbe dal periodo che va dal 1260 al 1390. Tuttavia, ben presto, questo risultato fu seriamente contestato e fu confutato nel 2005 dal prof. Ray Rogers, chimico leader del centro di ricerca nucleare americano di Los Alamos. Tuttavia, questo non è arrivato all’attenzione pubblica. Il chiarimento di questi errori d’identificazione portarono alla luce ulteriori particolari, che hanno confermato ulteriormente la sua autenticità, ed esso fu datato a un’età di circa 2000 anni fa.

     Si legga l’articolo completo in factum 3 / 2010». Fine della citazione.

 

Non conosco il resto dell’articolo. Meraviglia però che una rivista scientifica come «factum» si schieri, fin dall’inizio, per una tale ipotesi, sminuendo in modo partitico i fatti contrari. Questo modo di fare non è tipico di chi vuole analizzare scientificamente e teologicamente i fatti e rappresentarli in modo neutrale.

     L’articolo ha indotto Alexander Seibel a scrivere una lettera al direttore, che proponiamo qui di seguito.

 

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Alexander Seibel): Devo confessare che l’articolo sul lenzuolo funebre di Torino mi ha lasciato alquanto frustrato, per usare un eufemismo.

     Ciò che ieri era difeso come genuino da entusiasti cattolici e veneratori di Maria, ossia come una vera e propria reliquia cattolica, è arrivato ora anche da noi in campo evangelicale come il lenzuolo funebre, che sarebbe sedicentemente dimostrato di appartenere a Gesù Cristo.

     Eppure il reperto della Bibbia contraddice, in realtà, un tale lenzuolo funebre. Perché? Matteo, Marco e Luca concordano sul fatto che Giuseppe di Arimatea acquistò una tela di lino (in greco sindōn), avvolse Gesù in essa e lo mise in una tomba nuova, che fu chiusa con una pietra. [N.d.R.: Sindōn significa in greco tessuto di lino finissimo, tela finissima, tela, mussolina, panno, drappo sottile, lenzuolo, vela.]

     Nell’Evangelo di Giovanni leggiamo ulteriori dettagli. Lì si afferma che Giuseppe e Nicodemo avvolsero Gesù in pannilini (othónia, plurale). Othónion è un termine maggiormente esplicativo per la tela di lino (sindōn), menzionata dai Sinottici. [N.d.R.: Othónion significa in greco pezza, pannilino, fascia, tessuto, panno di lino, vela.] Per il plurale si veda anche Luca 24,12.

     Che ci fossero pannilini diversi, può essere visto anche dal racconto di Giovanni sulla risurrezione. Lì viene menzionato che tali bendaggi o pannilini (plurale) si trovassero in un certo punto nel sepolcro vuoto, mentre il panno per la testa (sudario), ossia quello che fu legato attorno al capo di Gesù, stava in un altro luogo (Gv 20,6-7). In conclusione, un tale lenzuolo funebre, che fosse stato posto su Gesù in tutta la sua lunghezza, non esisteva affatto. Lo si avvolse in pannilini e intorno alla sua testa fu legato extra un asciugatoio o sudario.

     Tale raffigurazione, perciò, se mai si fosse prodotta, non sarebbe da trovare su un lenzuolo funebre di quattro metri di lunghezza, ma su un asciugatoio piuttosto piccolo, similmente come lo portava Lazzaro (Gv 11,44).

     Ora, tale lenzuolo funebre di Torino è stato fatto diventare, intanto, una tale icona che certamente ci si è preparati anche una risposta a questi dati biblici che lo contraddicono. Inoltre, la superstizione si è mostrata da sempre come molto resistente ai fatti.

     Ora, però, l’idea, secondo che Dio avesse fissato la risurrezione, praticamente in modo fotografico, su questo lenzuolo funebre, quasi come in un film, su un sipario quasi letterale, solo di natura diversa, non ha sinceramente nulla a che fare con Bibbia e la fede biblica.

     Non è un caso che di Gesù non ci è stato tramandato nulla di visibile. Nessuno sa oggi come appariva veramente. Ed ora, improvvisamente, questa faccia dovrebbe rappresentare il Signore della gloria? Questa è una cosa veramente incredibile. Basti pensare a 2 Corinzi 5,16: «Perciò, da ora in poi, noi non conosciamo più alcuno secondo la carne; e se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo conosciamo più così».

     Invece di andare dalla visione alla fede, sembra che ora, alla fine dei giorni, in virtù del presente lenzuolo funebre, si vada proprio all’opposto, dalla fede alla visione. Questo corrisponde, in effetti, allo spirito dei tempi, ma non al reperto biblico.

     Secondo l’opinione mia e di molti altri, anche se tale lenzuolo funebre dovesse provenire dal tempo del Nuovo Testamento, si tratterebbe comunque di un falso. Ora, però, soprattutto nella devozione cattolica, tali falsi e reliquie hanno causato certi impulsi, purtroppo non per la fede, ma molto di più per superstizione. Invece del Gesù della Parola, è stato presentato troppo spesso solo un Gesù visibile e cose letteralmente tangibili. La chiesa di Roma è conosciuta per aver fornito ogni sorta d’oggetti, provenienti sedicentemente dal tempo di Gesù, da chiodi e sudari e fino a schegge della croce di Cristo, di cui intanto ce sono in tale quantità, che si potrebbero ricostruire intere foreste di croci.

     Il cosiddetto «Velo della Veronica», per esempio, asciugatoio su cui si sarebbe fissato, in modo miracoloso, il volto di Gesù, era una volta la reliquia più preziosa e più venerata della cristianità (cfr. Wikipedia). Il problema è che lì è raffigurato un volto di Gesù completamente diverso dal lenzuolo funebre di Torino.

     Finora, ho molto apprezzato «factum» per i suoi preziosi contributi accademici e scientifici sempre molto brillanti. Era spesso una miniera d’oro per gli argomenti a favore di un geniale Creatore. Ora, però, si afferma che «il lenzuolo funebre con l’immagine del Crocifisso rappresenta la “fusione del puro Giudeo con l’impuro Gentile in quel nuovo popolo”, le cui membra si chiamano secondo il Crocifisso: “cristiani”» (p. 15). Questa è effettivamente troppa come allegorizzazione, per non dire altro.

     Per ognuna di queste reliquie valga ciò, che ha detto un evoluzionista di primo piano sulla «legge biogenetica»: «Bisogna solo dimenticarla».

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI (Nicola Martella): Se si analizzano i vari volti di Gesù, che la tradizione vuole far coincidere col cosiddetto «Velo della Veronica», si osservano molte differenze fisionomiche fra di loro e con la cosiddetta «sacra Sindone» di Torino.

     Si veda il «Volto Santo di Manoppello» (cfr. Wikipedia) e lo si confronti con l’immagine tramandata del Mandylion o «Immagine di Edessa» (l’originale si è perso); si notino le sostanziali differenze fra di loro e con la cosiddetta «sacra Sindone», sebbene si voglia identificare il Mandylion con quest’ultima (cfr. Wikipedia).

 

 

Per le altre immagini collegate al cosiddetto «Velo della Veronica» rimandiamo a Wikipedia.

     Esisteva inoltre la «Sindone di Besançon» (identificata da alcuni come il Mandylion), andata poi distrutta. Si veda anche il «Sudario di Oviedo», il quale però non rappresenta alcuna immagine, ma ha solo macchie di sangue. Esistono circa 50 copie della Sindone, che sono state eseguite da vari pittori in diverse epoche.

     Facciamo notare il seguente confronto fra la cosiddetta «sacra Sindone» di Torino e la «sindone di Akeldamà»: «Nel 1998, un gruppo di ricercatori guidati da Shimon Gibson ritrovarono un sepolcro con diversi ossari; fu anche ritrovato, caso eccezionale, un sudario in buone condizioni, poi datata alla prima metà del I secolo. La cosiddetta sindone di Akeldamà, l’unica di quell’epoca conservatasi, comprendeva un fazzoletto separato per la testa, cosa che la differenzia dal presunto sudario coevo noto come sindone di Torino» (Wikipedia).

 

Fonte: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Lenzuol_funebr-sindone_EdF.htm

alex

Carlo Papini [1], Sindone: una sfida alla scienza e alla fede, Claudiana, 1998.

Dal 18 aprile al 14 giugno di quest’anno (1998) ha avuto luogo a Torino una ostensione della Sindone, con la partecipazione di milioni di pellegrini.

La manifestazione si ripeterà nel 2000, in occasione del Giubileo, trasformando Torino in una sorta di seconda Roma. Ma che cos’è la Sindone? Una icona o una reliquia?

E’ difficile pensare che tanta gente possa muoversi per vedere soltanto un’immagine (un’icona), per quanto affascinante possa essere. Era essenziale dunque dimostrare, da parte degli organizzatori dell’operazione, che la Sindone era una vera reliquia, ossia il Sacro Lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù.

A tale scopo stampa e televisione sono state mobilitate per orchestrare una campagna di informazione, basata su notizie sensazionali e dati pseudoscientifici.

Il libro di Carlo Papini è un chiaro e preciso documento che tenta di opporsi a questa massa di notizie, che si prevede saranno ripresentate con maggiore intensità per l’ostensione dell’anno 2000. Si tratta di un testo di oltre 160 pagine, che si fa leggere tutto d’un fiato, pur essendo spesso assai tecnico e ricco di citazioni e di note puntuali.

 

Occorre ricordare che nel 1988 alcuni campioni del telo sindonico erano stati sottoposti all’esame della radiodatazione col metodo del Carbonio 14 (indicato come 14C) [2]. L’analisi fu effettuata da tre laboratori di fama internazionale di Stati Uniti, Gran Bretagna e Svizzera, sotto la supervisione del direttore del British Museum.

Il 13 ottobre 1988 il cardinale Anastasio Ballestrero Arcivescovo di Torino annuncia i risultati dell’analisi: la radiodatazione fa risalire la Sindone a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Secondo questi dati il telo sindonico non poteva quindi aver avvolto il corpo di Cristo, essendo stato tessuto nel Medioevo. (Il risultato confermava invero l’indagine storica, che non era riuscita a trovare traccia della Sindone di Torino prima del 1346, allorché un piccolo feudatario  -  Goffredo di Charny  -  se la era portata in Francia come bottino di guerra della crociata di Smirne).

Ma ecco la svolta. Nell’aprile del 1997  -  dopo l’incendio della cappella del Guarini dove la Sindone era custodita  -  il cardinale Giovanni Saldarini (successore di Ballestrero a Torino), durante una cerimonia nell’aula del Consiglio regionale piemontese per ringraziare pubblicamente i salvatori del Sacro Lino, dice pubblicamente:

Io sono convinto che la Sindone avvolse realmente il corpo di Gesù.

A questo punto la stampa si impadronisce della notizia dandole enorme risalto. Ma che cosa era successo tra il 1988 e il 1997? Forse erano state effettuate altre clamorose scoperte? Niente di tutto questo. Il Papini ci mette al corrente invece delle complesse manovre condotte soprattutto dal Centro Sindonologico torinese, allo scopo di screditare le analisi al 14C effettuate nel 1988. Le contestazioni spinsero alcuni addirittura a mettere in dubbio la buona fede degli scienziati che avevano effettuato le analisi (tra i più seri del mondo!). Qualche altro ipotizzò una manipolazione (sostituzione) dei campioni (da parte della stessa Chiesa?).

Infine, poi, venne fuori la “teoria del ringiovanimento del telo”. Questa trovò sostegno negli esperimenti di un fisico russo, che cercò di dimostrare che il maltrattamento (apporto di sporcizia, riscaldamento) subito dal tessuto sindonico avrebbe profondamente modificato la struttura delle fibre, falsando il risultato delle analisi. I sindonologi fecero subito propria tale teoria, trascurando le dichiarazioni di eminenti studiosi che ne ridimensionavano la portata. Per esempio, il professor Gallino del Politecnico di Torino affermò che per spiegare la datazione medievale con un ringiovanimento del lino dovuto a contaminazioni ambientali, i campioni affidati nel 1988 ai tre laboratori di analisi dovevano essere costituiti per più di due terzi da impurità.

In altri termini, se si discutesse di una differenza di 50 anni, si potrebbe forse anche tener conto della teoria dell’analista russo. Ma per una differenza di circa 1300 anni, essa non è neppur da prendere in considerazione!

Tuttavia sulla vicenda calcarono la mano alcune organizzazioni cattoliche, assieme a qualche opinionista assai noto, come Vittorio Messori. Costui, per esempio, ebbe la sfrontatezza di scrivere, facendo eco alla sterzata di Saldarini, dopo l’incendio della Cappella del Guarini:

Chissà che adesso, scampato il pericolo, la Chiesa non ritrovi un minimo di dignità per prendere finalmente posizione sulla Sindone e cestinare la bufala truffaldina del 14C. Che la datazione medievale del Sacro Lino sia una truffa, ormai lo sanno tutte le persone serie...[e quindi]  è ora di mandare al diavolo i vuccumprà del 14C.

Osserva a questo punto correttamente il Papini:

Definire “vuccumprà del 14C” i dieci scienziati più seri e competenti nel settore, ben noti e stimati a livello mondiale  -  e “bufala truffaldina” la loro analisi  -  è indice di un profondo disprezzo per la scienza e per la modernità che non merita una sola parola di commento. E’ con questa mentalità che la cultura cattolica si accinge ad affrontare il terzo millennio?

 

Ci siamo dilungati sulla radiodatazione col metodo del 14C, ma il Papini esamina tutta una serie di altri elementi, tra cui la perforazione dei chiodi ai polsi, la precisione delle macchie ematiche, i rivoli di sangue. Tutte presunte scoperte che sembravano escludere la possibilità di una falsificazione, e che  -  dimostra l’Autore  -  sono cadute di fronte a più approfonditi accertamenti.

C’è poi la questione della formazione dell’immagine sul telo (più volte definita misteriosa), che come è noto è “negativa” con caratteri di “tridimensionalità”. Papini racconta in dettaglio la sperimentazione del professor Vittorio Pesce Delfino dell’Università di Bari, il quale ha mostrato che col metodo della strinatura [3] da bronzo riscaldato è possibile ottenere un’immagine avente tutte le caratteristiche di quella sindonica. A conferma di ciò, il libro del Papini reca in copertina una fotografia che chiunque riconoscerebbe come quella dell’Uomo della Sindone di Torino, divulgata migliaia di volte dai mass-media durante l’ostensione, e che è invece la fotografia in negativo della Sindone prodotta in laboratorio da Pesce Delfino.

Un capitolo è poi dedicato alle presunte impronte delle monete sugli occhi, in cui alcuni sindonologi hanno creduto di riconoscere le monete del tempo di Pilato. Viene spiegato invece come costoro abbiano ecceduto nell’interpretare le elaborazioni al computer, pervenendo a risultati che  -  secondo il professor Garlaschelli dell’Università di Pavia  -  sono “personali e soggettivi”, e tali da ingenerare forti dubbi sulla validità del metodo adottato.

Fin qui abbiamo esaminato la questione della “sfida alla scienza”. Ma il vero problema della Sindone non sta, paradossalmente, nella sua autenticità. Il libro del Papini si intitola infatti: “Sindone: una sfida alla scienza e alla fede”. Su questo secondo aspetto sia l’Autore sia altri evangelici torinesi (e qualche isolato cattolico!) hanno ripetutamente puntualizzato il loro pensiero, specialmente in occasione della recente ostensione. Nell’ultima parte del libro sono riportate alcune delle loro dichiarazioni:

Se vogliamo incontrare Gesù Cristo e il suo volto sofferente, non dobbiamo cercare la mediazione di nessun lenzuolo funebre. Anche a Torino la tragedia del Cristo è scritta a chiare lettere nella vita dei poveri, dei più tribolati, degli emarginati, dei disoccupati... Cerchiamolo lì il Cristo, non nel lenzuolo!

Nei Vangeli e non altrove abbiamo da scoprire non già i dettagli anatomici di un martirio, bensì i veri lineamenti spirituali del Cristo sofferente per imparare a riconoscerli nel volto di coloro che Gesù ha chiamato i suoi minimi fratelli.

Poiché siamo chiamati a riporre la nostra fede in Gesù Cristo e in Colui che lo ha mandato, ricercare dei segni o degli oggetti per avvalorare il nostro credere non è sfiducia? (...) Non è dal vedere un volto raffigurato in un lenzuolo che può nascere o aumentare la nostra fede in Gesù Cristo, ma dall’attenersi fermamente alla testimonianza della Bibbia, la Parola di Dio...

Giustamente i protestanti, fedeli al proprio orientamento verso una fede sostenuta esclusivamente dalla Bibbia, sono convinti che un riferimento religioso legato comunque a oggetti o raffigurazioni possa inquinare la sincerità della confessione di fede. Purtroppo invece la tradizionale devozione per le immagini e le reliquie è parte integrante della prassi e della spiritualità cattolica. Ma c’è modo e modo per fare le cose! L’Autore infatti conclude:

La ripresa delle ostensioni è una sfida anche al dialogo e al cammino comune delle chiese cristiane nella città di Torino.

Questo libro mi ha veramente impressionato. Nonostante la mia preparazione archeologica unita ad una innata prudenza, devo confessare che talvolta mi ero lasciato influenzare dalle notizie di una campagna sapientemente orchestrata con pretese scientifiche. Il lavoro del Papini mi ha fatto aprire gli occhi. Ne consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che desiderano essere informati sulla questione delle reliquie vere o presunte e su certi metodi poco corretti usati talvolta per influenzare la pubblica opinione. Inoltre, l’Autore ha saputo astenersi dalla tentazione di usare toni polemici o offensivi. Anzi, mi piace sottolinearne lo stile pacato, fraterno e sofferto. Perciò è un libro che si può consigliare anche ai cattolici, senza dover temere reazioni di rigetto.

Davide Valente, giugno 98

[1] Carlo Papini è nato nel 1933 a Genova, dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza. Dal 1965 al 1998 è stato direttore editoriale della Claudiana di Torino. Da oltre vent’anni effettua studi sulla Sindone, ed ha pubblicato altri libri e articoli su vari periodici.

[2] La radiodatazione col 14C è il metodo scientifico più attendibile usato per la datazione di reperti storici. Esso è basato sulla presenza nell’atmosfera di una varietà rara e radioattiva del Carbonio (l’isotopo 14 o 14C). Nel complesso ciclo del metabolismo gli organismi viventi scambiano anidride carbonica con l’atmosfera, e contengono quindi una concentrazione di 14C uguale a quella dell’ambiente. Nelle sostanze inerti (morte) di origine organica (come il lino del tessuto della Sindone) la concentrazione del 14C invece diminuisce gradatamente col passare del tempo, a causa della sua radioattività. Dalla misura della concentrazione odierna di 14C nel tessuto dei campioni della Sindone si può quindi risalire all’epoca in cui è stato raccolto il lino per tessere il lenzuolo. Di recente si è trovata una metodologia di indagine che permette di effettuare esami dettagliati anche su campioni di piccole dimensioni.

[3] Si definisce strinatura una lenta e graduale “cottura” del tessuto. Il processo è simile a quello che sperimenta la massaia distratta quando lascia per un certo tempo il ferro da stiro caldo sul panno bianco del tavolo. Si forma una “macchia” di colore giallo-bruno  -  più o meno scuro a seconda del tempo di sovrapposizione del ferro caldo  -  che risulta indelebile con i normali detersivi. La scoperta della strinatura era stata fatta da un gruppo di scienziati americani che nel 1978 avevano effettuato accurate indagini sulla Sindone, ma fu volutamente ignorata dai sindonologi di Torino, che miravano invece ad una spiegazione “naturale” delle impronte, che lasciasse aperta la strada al “mistero”.

Fonte: http://www.radioevangelo.it/studi/sindone.htm

alex

L’ostensione della sacra sindone a Torino, dal 10 aprile al 23 maggio, mobilita milioni di pellegrini, oltre a parecchie migliaia di volontari, religiosi, operatori turistici, commercianti, albergatori, forze dell’ordine, istituti bancari, istituzioni pubbliche e private.
Dopo il mito del santo Graal, coppa che sarebbe stata utilizzata nell’Ultima Cena da Gesù e successivamente da Giuseppe d’Arimatea per raccogliervi il suo sangue, probabilmente la sacra sindone è la reliquia più venerata. Reliquia è una parola latina che significa “resto” e si riferisce a una salma degna di venerazione, a parte di essa, o a un oggetto che ha avuto una relazione con il santo, vivo o morto. Il culto di tali resti si è diffuso, soprattutto, nel Cristianesimo cattolico e ortodosso.
I protestanti, fin dai primordi della Riforma, hanno preso le distanze da questa forma di religiosità popolare. Martin Lutero, negli articoli cosiddetti di Smalcalda (1537), definì le reliquie una cosa “senza fondamento nella Parola di Dio, non […] comandata, né consigliata”. Giovanni Calvino, nel suo Trattato sulle reliquie, evidenziando molti resti sacri clamorosamente falsi o la cui origine era del tutto fantasiosa, condannava duramente le forme di idolatria di cui erano oggetto.
Ancora oggi resta incomprensibile agli evangelici la venerazione delle reliquie, tra cui la sindone, perché l’accento della loro fede si pone sulla potenza dello Spirito Santo, sull’azione vivificante della fede in Cristo, sulla certezza della grazia immeritata che dà la gioia di vivere.
Alla sensibilità evangelica rimangono assolutamente incomprensibili i tanti contributi messi a disposizione per questa ostensione: oltre due milioni di euro da Comune e Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte (quindi, da fondi pubblici), altrettanti da fondazioni bancarie, e cospicui contributi da Automobil club, Poste italiane, Ferrovie dello Stato, ecc.
Non vogliamo mettere in dubbio la sincerità dei sentimenti di così tanti credenti, né sminuire l’importanza che per loro riveste questo pellegrinaggio, ma, con tutto il rispetto, crediamo che si possa entrare in contatto con Gesù Cristo in maniera più diretta ed efficace attraverso la lettura delle Sacre Scritture, lo studio personale e comunitario del testo, la preghiera.
Alla creazione Dio non decretò nessun luogo od oggetto sacri perché nessun individuo fosse discriminato se non poteva entrarvi in contatto, creò invece un tempo sacro,
[…]

Se Dio avesse voluto dare valore a oggetti o ad elementi biografici di Gesù Cristo o di altri personaggi biblici, non gli sarebbero certo mancati i mezzi per farlo. Invece, ritengo che volutamente abbia lasciato indefiniti oggetti, dati storici e geografici perché i credenti si concentrassero sul contenuto più che sulla forma del messaggio cristiano.

Dora Bognandi
Fonte: notizie avventiste

Ripigliatevi

Il mondo evangelico ha sempre avuto un'avversione particolare per la Sindone che va ben oltre la polemica originaria sulle reliquie.
Cerchiamo di capire il perchè provando ad uscire dalla
contrapposizione consueta (sola scrittura, e tutto il
resto è nulla; sola fede e tutto il resto è peccato).

La Sindone è certamente la reliquia per eccellenza, quindi
dall'atteggiamento del fedele nei confronti del lino , il mondo
laico e in buona misura quello evangelico pretendono di stabilire
la "qualità della fede" o se si preferisce il livello di creduloneria
del cattolico medio.

Al solito per la Chiesa il significato della Sindone non è
dogmatico, anche se tiene in grande considerazione quest'oggetto
particolare. In altri termini è stata definita "la vera prova
che la fede non chiede".

Dal punto di vista scritturistico (si dice così?) è noto che
di fronte alla richiesta di un segno Gesù rispose: "E' una
generazione perversa quella che chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato se non quello di Giona profeta", che come sappiamo
rimase tre giorni nel ventre del pesce, allo stesso modo per cui
il Signore rimase tre giorni sepolto.

Quindi la Resurrezione è cardine del Cristianesimo ("Se Cristo
non è risorto vana è la nostra fede") e questo a prescindere
dalla Sindone. Ma in un'ottica più ampia non è escluso che
in quell'evento miracoloso possa essere stato lasciato un
"segno di contraddizione" per gli uomini di tutti i tempi
(e specie per quelli della nostra epoca ipertecnologica
che non riesce ad avere ragione dell'oggetto impossibile).

cf. http://didaskaleion.murialdo.org/mi_linum.htm

Perchè con buona pace di Cicap e compagnia se un solo esame
contraddice decenni di studi interdisciplinari da parte di
scienziati credenti e non , cattolici e non, è più probabile
che siano le modalità di questo a dover essere riviste.
La famosa datazione del 1988 è rimasta dubbia per vari motivi,
l'area di prelievo non certo incontaminata, la somma dei
pesi dei campioni non congruente, ecc.

La datazione al radiocarbonio può venire alterata da agenti
esterni che possono aumentare il contenuto di C14 "ringiovanendo"
l'oggetto.

Tornando alle scritture il quesito sui diversi "teli" presenti
nel racconto di Giovanni è stato oggetto di studi da parte di diversi
autori che dal punto di vista filologico hanno ipotizzato e
suggerito una diversa traduzione rispetto a quella CEI del
verbo vedere ("E vide, e credette"). Nell'originale greco
si trovano infatti tre verbi diversi, quasi a indicare un
progressivo passaggio dalla meraviglia/scetticismo alla
comprensione totale.

"Sindone, le fasce e un solo sudario"
http://www.sindone.info/FAZIO4.PDF

 

alex

Oggi a Torino inizia l’ostensione della Sindone, grande evento mediatico e grande business per la chiesa cattolica.

E’ chiaramente una truffa. La Chiesa Cattolica, che ne è cosciente, fa finta di niente visto l’afflusso di denaro che si prevede entrerà nelle sue casse.
Riporto alcune frasi significative di un lungo articolo di Carlo Papini, apparso dieci anni fa (in occasione della precedente “ostensione”) su Micromega (4/2000).

L’idea di “reliquia” era totalmente estranea alla mentalità degli ebrei come dei cristiani del I secolo .... L’interesse per i panni sepolcrali arriverà solo nel VII secolo e - da allora in poi - l’Europa sarà invasa da molte Sindoni e Sudari (ne sono stati contati più di 40) ...

E’ pensabile che Gesù abbia voluto lasciare un Suo ritratto da venerare? No. Gesù era un ebreo che rispettava la Torah, la quale vietava di farsi qualunque immagine del proprio Dio ...

Nei Vangeli non c’è traccia di una lunga striscia di tela di oltre 4 metri ...
Nei Vangeli sindon è sempre un abito e mai un lenzuolo.
La prima notizia della nostra Sindone è del 1.357 ...
Nessun corpo umano potrebbe lasciare le impronte ortogonali, non deformate e “statuarie” dell’immagine sindonica, perchè il rilievo del volto umano trasfertito in piano ne uscirebbe completamente deformato ...

Alcuni “sindonologi” cercarono di individuare il DNA ... ma si cadde nel grottesco quando uno studioso di Genova dovette dichiarare che quel DNA era di una persona di sesso femminile ...

L’analisi del carbonio 14 ... l’arco di anni indicato, tra il 1.260 e il 1.390, con un limite di fiducia del 95%, coincide quasi perfettamente con i dati storici ...
(Questi stralci sono tratti da uno splendido articolo di 14 pagine)
 
Danilo Valla su Orizzonti Infiniti

(ANSA) Sindone: Torino è pronta, oggi inizia l’Ostensione
La reliquia piu’ celebre torna in mostra dopo dieci anni
TORINO - E’ tutto pronto, a Torino, per l’Ostensione della Sindone. A dieci anni di distanza da quella del 2000, da sabato 10 aprile al 23 maggio i pellegrini di tutto il mondo potranno ammirare di nuovo la celebre reliquia. Che, nel frattempo, si è ‘rifatta il trucco’: l’Ostensione di quest’anno, che sarà suggellata il 2 maggio dalla visita di Papa Benedetto XVI, è infatti la prima da quando il sacro lino é stato sottoposto, nel 2002, ad un intervento di conservazione che lo ha riportato al suo antico splendore.
 
PRENOTAZIONI - Sono già più di un milione e 400 mila le persone che si sono prenotate per visitare il Lenzuolo utilizzato - secondo tradizione - per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Ma all’interno del Duomo di Torino, nelle sei settimane dell’Ostensione, ne sono attese almeno un milione e 800 mila. Dal 10 aprile la visita potrà essere prenotata, oltre che sul sito internet www.sindone.org, direttamente
a Torino, negli appositi spazi allestiti all’inizio del percorso dell’Ostensione. Si potrà entrare nel Duomo anche senza, ma in questo caso la Sindone sarà visibile solo da lontano.
 
IL TEMA PASTORALE - Un “grande evento”, insomma, che però “non è un fatto di turismo religioso, ma un’iniziativa spirituale e pastorale”. Così l’ha definito il custode pontificio della Sindone, l’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto. Il tema scelto per questa Ostensione è ‘Passio Christi passio hominis’, per sottolineare “il forte collegamento tra l’immagine sindonica, testimonianza della Passione del Signore, e le molteplici sofferenze degli uomini e delle donne di oggi”.
 
LA SINDONE IN 3D - Altra novità di questa Ostensione, la decima dalla prima del 1578 e la quarta dal 1978, sono le immagini tridimensionali. Un modo per vedere la Sindone come mai prima d’ora: sempre più da vicino e sempre più nei dettagli, dalle tracce ematiche alla componente corporea.
 
LA VISITA DEL PONTEFICE - Papa Benedetto XVI sarà a Torino domenica 2 maggio. Alle 10 celebrerà la Messa in piazza San Carlo e guiderà poi la recita del Regina Caeli. Nel pomeriggio, dopo un incontro con i giovani della Diocesi, si recherà in Duomo per la sosta di venerazione davanti alla Sindone e una riflessione sui temi dell’Ostensione. “Un tesoro prezioso da custodire a lungo nel tempo - come l’ha definita il cardinale Poletto - un dono preziosissimo perché Papa Benedetto sa presentare le grandi verità della fede”.
 
LA SICUREZZA - La sorveglianza dell’evento è affidata alle forze dell’ordine, coordinate dal prefetto di Torino Paolo Padoin. Per l’occasione stanno arrivando da tutta Italia circa 200 rinforzi, tra polizia e carabinieri. Un grosso aiuto lo darà anche la tecnologia: sulla Sindone vigileranno infatti telecamere di ultima generazione, con tanto di sensori anti-terrorismo in grado di segnalare eventuali movimenti sospetti.
 
INVIATO DAL FRIULI TRONO PER MESSA PAPALE - E’ partito da Manzano (Udine) il Trono papale costruito da 24 aziende del Distretto della Sedia friulano per la messa di papa Benedetto XVI per la solenne Estensione della Sindone, il 2 maggio a Torino. La cattedra e’ stata spedita nel capoluogo piemontese dopo la presentazione ufficiosa alle aziende partecipanti, avvenuta ieri sera al Catas, il Centro ricerche per la sedia. La presentazione ufficiale del Trono e’ in programma a Torino il 13 aprile. Il trono sara’ collocato in piazza Castello e corredato da 15 tavole fotografiche realizzate dall’Asdi raffiguranti i vari step della lavorazione. Una targa-ricordo in legno e’ stata inserita nel telaio della seduta.
 
O.I.: E TUTTO PER UN TAROCCO!
Quel che fa male, in questa storia è che per soldi si prendono in giro milioni di persone.

Ripigliatevi

Partiamo dai soldi:

Quanto si paga per vedere la Sindone? Reggetevi forte 0 euri e 0 centesimi.

Ora moltiplichiamo per il numero di pellegrini...

Sul divieto di farsi immagini :

http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=104&id_n=4564

Del 1357 è la prima notizia dell Sindone per come la conosciamo.

Molti hanno ipotizzato che il Mandylion non fosse altro che la Sindone

ripiegata in otto parti (vedi link sul sito del murialdo)

 

Nella caratteristica dell'immagine sindonica si è scoperto che la luminanza

(l'intensità dell'impronta) del singolo punto è proporzionale alla distanza

di esso dalla superficie del telo. L'immagine quindi non è deformata, ma contiene anche un'informazione tridimensionale che è possibile estrarre,

come hanno dimostrato ormai da decenni vari studi

http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1761

alex

Caro "ripigliatevi", alcuni miei parenti sono partiti da Roma per andare a vedere questa "reliquia". Hanno sborsato dei denari per il viaggio, la sosta e l'offerta. Moltiplicato per tutti i pellegrini si tratta certamente di una somma considerevole di denaro di cui beneficerà, certamente, non soltanto la "cassetta" dell'oblazione.

Il punto non è soltanto l'offerta, altri meccanismi nel passato sono stati economicamente più cospicui per lo Stato Pontificio, come ad esempio le famose indulgenze con le quali a fronte di soldi si potevano scontare lunghi periodi di purgatorio.... o con gli attuali meccanismi, come ad esempio l'8X1000, attraverso i quali le casse del Vaticano sono rinvigorite  abbondantemente anche per compiere, e sarebbe stupido negarlo, opere pie.. Il punto è legare il cuore dell'Uomo a oggetti, immagini e, quindi, legare l'uomo "all'organizzazione". Un errore che si perpetua da millenni...

Eppure nella Bibbia non si è mai parlato di reliquie, ne si è dato importanza ad esse. Tanto che non se ne fa menzione, eppure nel 1357 spunta la Sindone, una delle molte, e si ricade nell'errore...

Dici bene obiezioni vecchie tanto vecchie da risalire a millenni, obiezioni divine tanto che Dio stesso comandò: 

Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.  Esodo 20

E' scritto caro "ripigliatevi" e per quanto potremmo argomentare, teorizzare, rimane scritto. Leghiamo il nostro cuore a Dio, a Gesù.

Basta oggetti, basta uomini, persone, reliquie, staute da venerare e che non possono salvare. Andiamo alla fonte, andiamo a Cristo che con il Suo sacrificio ha pienamente reso perfetto il riscatto di quanti gli sacrano il cuore. Basta menzogne, basta dottrine d'uomini, andiamo a Cristo che è l'unica via, possiamo farlo, questo è la Buona Notizia!!!

Non è più necessario il sacerdote. Nel nuovo testamento non si parla più di sacerdoti se non quando si parla di sacerdoti come di tutti i credenti. La cortina del tempio, caro Ripilgiatevi, è rotta l'accesso alla Santissima presenza di Dio è possibile senza intermediari che non siano Gesù CRISTO. La strada è tracciata ed è Cristo. Adoriamolo, evoochiamo il Suo nome, invochiamolo Lui risponderà.

Non è necessario nessun pellegrinaggio Lui ha pellegrinato fino a noi, fino al mio cuore, fino al tuo cuore, non induggiare, arrenditi a Gesù, arrendiamoci e inginocchiamoci come fece Tommaso ed esclamiamo Signore mi e Dio mio...

Gesù, il re dei re, ti benedica.
Alex

Salvezza

Obiezioni vecchie, se cosi` la pensi non guardi avanti e non leggi la Sacre Scritture. Ben sappiamo che la Bibbia non la conoscete abbastanza da portar rispetto e onore al Sovrano Dio. Ma Dio ci ha ben informati e per questo dobbiamo riconoscere il dovere di adorare solo Lui il solo vero Dio.

Salmi 115 esulta alla fiducia con un richiamo alla potenza di Jahve` e al nulla degli idoli.

"Non a noi, o Signore,non a noi.ma al tuo nome da` gloria,per la tua fedelta` per la tua grazia. Perche`i popoli  dovrebbero dire : Dov`e` il loro Dio?  Il nostro Dio e` nei cieli,E gli opera tutto cio` che vuole.

Gli idoli delle genti sono argento e oro,opera delle mani dell`uomo.  Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono,hanno narici e non odorano,hanno mani e non palpano,hanno piedi e non camminano;dalla  gola non emettono suoni ;sia come loro chi  li fabbrica e chiunque in essi confida. " Salmi 115;1-8.

Infatti sono come loro coloro che li fabbricano e in loro confidano,perche` tutto il loro essere,la loro fede,la loro fiducia  e` fredda e senza vita.

Ma........................................................................

Il Signore benedice quelli che lo temono, benedice piccoli e grandi.                                                                      Salmi 115:13

Ripiate mio caro, ripiate!!

In Dio Confido

 

Ripigliatevi

Beh dai Tdg cosa ci si può aspettare, solo un Dio che atterra e fulmina,

fosse anche solo per una semplice immagine. Come se alle immagini si rendesse culto. Il dio che non può perdonare ed impone il pagamento della pena col misurino. Il vangelo del giorno ci racconta un'altra storia per fortuna

<a href="http://www.vangelodelgiorno.org/main.php?language=IT">III Domenica di Pasqua</a>

Gesù si siede a mangiare coi discepoli. Assegna loro un compito.

Negare la successione apostolica è un bel problema con questo passo di Giovanni

Salvezza

Per prima sono stata cattolica  non per mia volonta` ma per ignoranza dei miei genitori come tutti quelli che sono stati battezzati e che ora proclamano il papa, percio` posso dire che almeno con i tdg ho scelto da me stessa cio` che volevo, e come sono entrata sono anche uscita da tutt`e due sscrollandomi di dosso tutte le ipocrisie di falsi profeti.

Sono libera, libera!!  Ma veniamo al tuo giudizio alquanto immaturo. Immaturo perche` guardi solamente quello che ti piace e vuoi sentire quello che ti suona bene. L`apostolo Giovanni scrive oltre al vangelo dell'amore anche la Rivelazione e nella stessa vi è scritta...

Riv.13:1-2 "  E vidi ascendere dal mare una bestia selvaggia,con dieci corna e sette teste,e sulle sue corna dieci diademi,ma sulla sue teste nomi blasfermi. Ora la bestia selvaggia che vidi era simile a un leopardo, ma i suoi piedi erano come quelli di un orso,e la sua bocca era come la bocca di un  leone. E il dragone diede alla bestia la sua potenza  e il suo trono d e grande autorita`."  A chi si riferisce questa scrittura? Che significa veramente?

In Dio Confido

 

alex

La successione apostolica, caro Ripigliatevi, è un'invenzione extrabiblica. Allegherò dei link, per il beneficio di quanti vorranno leggerli, con il quale è spiegato, attraverso le scritture l'infodatezza di questa dottrina.

Infatti, anche se Gesù avesse voluto trasmettere a Pietro la "successione", e non fu così, l'avrebbe trasmessa solo a lui e non a tutti i Papi che si sono succeduti nel corso dei secoli. Con quale autorità avvrebbero ricevuto questa "successione"? La prima chiesa fu a Gerusalemme!
Evidentemente il potere dell'Impero Romano e le influenze, le pratiche politiche a cui oggi siamo più che avvezzi, permisero agli uomini di all'ora di impossessarsi di questa carica inventata per dominare, per potere.
Semplice ed umano, molto umano, poco anzi nulla di divino. Dio infatti si incarno come umile servitore!! (ALLELUIA)

E Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i sovrani delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, ma tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo.  Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».
Matteo 20

TI suggerisco se vorrai e quando vorrai la lettura, l'ascolto, dei seguenti studi, meditazioni, testimonianze

- La Pietra su cui è fondata la Chiesa di Cristo

- Ti dico tu sei Pietro

- L'amorevole testimonianza di un ex sacerdote

- L'amorevole testimonianza di due ex suore

Gesù ti benedica

Ripigliatevi

La Sindone riprodotta, bufala atea


Di Giuliano Guzzo

L’ateismo, osservava Mathieu Delarue, non è una conclusione, bensì un punto di partenza. Ed è vero: molto spesso l’ateo aborrisce le grandi domande – che lo indurrebbero, in poco tempo, a comprendere quanto sia illogico negare Dio – mentre predilige le risposte iniziali, brevi ed immediate. E quando qualcosa osa minacciare il suo pensiero, rigidamente schematico, l’ateo non sa darsi pace: vuole assolutamente dimostrare che quel “qualcosa” è falso e illusorio.

Un curioso e recente esempio dell’infaticabile interesse di certi atei a dissacrare - anche umiliando la stessa ragione cui dicono di rifarsi - tutto ciò che potrebbe indurli a ripensare i propri pre-giudizi è la Sindone, “la più misteriosa reliquia in nostro possesso” per dirla con Valerio Massimo Manfredi. Quel telo - studiando il quale più di qualche scienziato ha trovato la fede - per anni ha rappresentato agli occhi di molti non credenti un interrogativo troppo ingombrante, da rimuovere ed evitare. Tuttavia, negli ultimi decenni, com’è noto, gli atei hanno avuto una parziale rivincita sul celebre sudario: la datazione medievale della Sindone, effettuata nel 1988.

Poco importa che 250 dei 300 studi scientifici sulla Sindone – che la rendono, fra l’altro, l’oggetto più esaminato della storia – depongano a favore della sua autenticità e poco importa che Michael S. Tite, uno degli esaminatori dell’88, abbia dichiarato in anticipo di essere assolutamente certo – alla faccia dell’imparzialità degli scienziati – che la Sindone non fosse autentica, la datazione al Carbonio 14 del 1988 per lo scettico non credente non si tocca: è sacra. E pensare che lo stesso Christopher Bronk Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford, uno dei tre dove fu esaminato il sudario nell’88, ha recentemente riconosciuto che “chiunque abbia lavorato in questo settore, scienziati esperti di radiocarbonio ed altri esperti, debbano dare uno sguardo critico alle prove che hanno prodotto”.

A molti scettici le parole di Ramsey non fanno né caldo né freddo. E così l’articolo di “Nature” che già nell’89 mise in luce gli errori statistici del carbonio 14, gli studi del fisico Harry Gove, il padre della moderna datazione radiocarbonica - che in un lavoro pubblicato su “Nuclear Instruments and Methods in Physics Research” ammette che la presenza di funghi e batteri può aver contaminato il campione sindonico che fu datato -, e quelli del chimico Raymond Rogers, che su "Thermochimica Acta” ha dimostrato che nel campione datato c’era un rammendo invisibile che, di fatto, rende inattendibili gli esami dell’88.

Ma siccome gli scettici sono tutt’altro che sprovveduti, e hanno capito, anche se è impossibile per loro ammetterlo, che la datazione medievale della Sindone, in sé, fa acqua da tutte le parti, da qualche anno si sono rimessi all’opera con rinnovata grinta e una grandiosa ambizione: riprodurre il telo, realizzando così la definitiva e inappellabile confutazione della reliquia tanto cara ai cristiani, i quali – è bene precisarlo – non fondano la fede su di essa, anche se, indubbiamente, rappresenta se non una prova quanto meno un suggestivo indizio della risurrezione di Cristo. L’annuncio della presunta ri-produzione della Sindone è stato dato lo scorso 5 ottobre, quando il quotidiano “La Repubblica” ha dedicato un’intera pagina proprio a questo scoop:”Per la prima volta la Sindone è stata riprodotta in ogni singolo dettaglio”(La Repubblica, 5/10/09, p.31) erano le parole dell’autore dell’opera, il chimico Luigi Garlaschelli, docente di chimica organica all’Università di Pavia nonché membro del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale.

Non fu da meno il quotidiano torinese “La Stampa”, che diede ampio risalto all’impresa:”Un telo di lino, un professore di chimica e un po’ di tecnologia colorata. Ecco una Sindone nuova di zecca, a grandezza naturale, del tutto simile a quella custodita a Torino” (La Stampa, 5/10/09). Anche “Focus Storia” di questo mese ha raccontano con entusiasmo manifesto il lavoro di Garlaschelli: “Il risultato è molto somigliante all’originale: un’immagine tenute, sfumata […] tutte caratteristiche che si dicevano irriproducibili, ottenute invece in un colpo solo” (Focus Storia n. 42, aprile 2010, p.17). Nota bene: l’autore dell’articolo di “Focus Storia” è Massimo Polidoro, co-fondatore, insieme a Piero Angela, Margherita Hack e Silvio Garattini, proprio del Cicap, il comitato cui aderisce Garlaschelli. Nessun dubbio, dunque, sulla sincerità delle sue lodi alle gesta del socio.

Ma torniamo alla copia della Sindone. Prima di verificare l’attendibilità dell’esperimento di Garlaschelli – finanziato, guarda caso, dall’UAAR: Unione degli atei e agnostici razionalisti -, dobbiamo precisare subito un “particolare”: se da un lato non possiamo escludere che il chimico, come afferma, abbia studiato con maniacale attenzione tutti i 300 studi eseguiti sulla Sindone, dall’altro è bene sottolineare - sempre rifacendoci a quanto dice lui stesso - che non ha mai avuto modo di analizzare in prima persona il sudario che ha poi voluto riprodurre: si è attenuto a delle semplici fotografie. Può apparire una sottolineatura polemica, invece non lo è affatto; va piuttosto considerata una precisazione doverosa, dato che sono davvero in tanti a considerare il manufatto di Garlaschelli non soltanto poco serio sperimentalmente, ma persino ridicolo.

Colpisce in particolare l’ostinazione con la quale l’autore della copia della Sindone abbia finora sottratto il suo manufatto ad analisi come la profondità submicrotetica della colorazione del suo telo: come mai tanta ritrosia? Sui “colori” utilizzati da Garlaschelli – strano ma vero - persino i seguaci dell’UAAR hanno espresso perplessità; consultando il blog più anticlericale d’Italia è possibile infatti apprendere della delusione di più di qualche ateo sulla metodologia sperimentale adottata dal chimico del Cicap: “Leggo che Garlaschelli ha usato dell’ocra. Eppure la presenza di sangue sul telo sembra sia indubbia. Perchè non ha usato il sangue di qualche animale?”. Del resto, anche Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche e Termiche all’Università di Padova ha chiesto addirittura davanti alle telecamere di “Porta a Porta” di poter analizzare il manufatto del Cicap: niente da fare. Paradossalmente, proprio quelli del Cicap - che tanto amano controllare le affermazioni sul paranormale - si rifiutano di sottoporre a verifiche le loro . E pensare che sarebbe davvero interessante vedere se l’immagine del manufatto di Garlaschelli è come quella della Sindone vera, che ha già mostrato resistenza a ben 25 solventi da laboratorio.

Tornando alla presenza del sangue - stranamente messa in discussione da Massimo Polidoro - meritano di essere sottolineati i numerosi studi che, negli ultimi decenni, l’hanno provata. Pensiamo al test positivo dell’emocromo, della bilirubina, della cianoemoglobina, dell’albumina e alla dimostrazione dell’esistenza di proteine (Esame di Heller ed Adler, 1978), oppure alla verifica della fibrinolisi interrotta dopo 36-40 ore (Esame di Brillante – Baima Bollone, 1982). Insomma, l’uomo della Sindone è stato indubbiamente torturato. Ragion per cui, chi sostiene l’autenticità della datazione medievale del celebre sudario deve prendersi la responsabilità delle proprie affermazioni e aver il coraggio di sostenere che il geniale falsario avrebbe anzitutto dovuto procurarsi il cadavere di un uomo trentenne crocifisso – impresa tutt’altro che semplice, nel Medioevo-, oppure crocifiggerlo egli stesso.

Inoltre avrebbe dovuto, anticipando l’invenzione del microscopio, aggiungere sul telo svariate decine di elementi invisibili a occhio nudo: pollini, terriccio, siero, aromi per la sepoltura, aragonite e altro ancora; avrebbe dovuto conoscere la fotografia, inventata la XIX secolo - perché la Sindone è un’immagine in negativo; avrebbe dovuto saper distinguere tra circolazione venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita e in altri con sangue post-mortale, rispettando inoltre, nella realizzazione delle colature ematiche sulle braccia, la legge di gravità, scoperta nel 1666. Insomma, il falsario della Sindone avrebbe dovuto essere un gigante della scienza, un genio assoluto; un genio del quale, stranamente, non si ha la benché minima traccia storica. Qualcuno ha fatto il nome di Leonardo da Vinci, dimostrando di non sapere che ci sono testimonianze plurime che attestano la presenza della Sindone in Europa, precisamente in Francia, 99 anni prima della nascita del celebre artista.

In ogni caso, l’ipotesi del falsario deve fare i conti con un altro dato inspiegabile, ossia il modo col quale l’uomo della Sindone sarebbe stato estratto dal telo: decine di dettagliate analisi hanno dimostrato che non c’è la minima traccia di trascinamento. Che la Sindone sia effettivamente inspiegabile, nel 2002, lo riconobbero persino i soci del Cicap che, in un loro convegno, riconobbero che “non è chiaro” come si sia formata quell’immagine. Non a caso, anni fa, un noto studioso fu costretto ad ammettere che, secondo le conoscenze scientifiche attualmente in nostro possesso, quel sudario “non dovrebbe esistere”. Poi, tutto ad un tratto, ecco sbucare Garlaschelli con la sua copia della Sindone realizzata servendosi di un bassorilievo sul quale è stata applicata della vernice a secco che avrebbe prodotto immagini negative, che sarebbero inspiegabili.

Peccato la teoria del bassorilievo, riscaldato, strofinato o verniciato, sia stata esclusa, giudicata impraticabile e quindi abbandonata da almeno tre decenni dopo che gli scienziati statunitensi dello “Shroud of Turin Research Project” pubblicarono dettagliatamente i loro risultati su prestigiose riviste internazionali. D’altronde, chi non ha nulla da temere fa bene a rendere noti metodologia ed esiti dei propri studi. Altri, invece, preferiscono fare annunci ad effetto celebrati con insolito favore dai mass media ma sostanzialmente privi di qualsivoglia valenza sperimentale. Perché la Sindone, di fatto, rimane inspiegabile. Emanuela Marinelli, che, a differenza di tanti suoi critici, l’ha studiata in prima persona e che ha scritto decine di libri sul telo sindonico, è arrivata a questa conclusione: “la Sindone è un documento sconvolgente: se è autentica, è frutto di un amore sovrumano; se non è autentica, è frutto di un genio sovrumano”.


http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1778

alex

Carlo Papini [1], Sindone: una sfida alla scienza e alla fede, Claudiana, 1998.

Dal 18 aprile al 14 giugno di quest’anno (1998) ha avuto luogo a Torino una ostensione della Sindone, con la partecipazione di milioni di pellegrini.

La manifestazione si ripeterà nel 2000, in occasione del Giubileo, trasformando Torino in una sorta di seconda Roma. Ma che cos’è la Sindone? Una icona o una reliquia?

E’ difficile pensare che tanta gente possa muoversi per vedere soltanto un’immagine (un’icona), per quanto affascinante possa essere. Era essenziale dunque dimostrare, da parte degli organizzatori dell’operazione, che la Sindone era una vera reliquia, ossia il Sacro Lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù.

A tale scopo stampa e televisione sono state mobilitate per orchestrare una campagna di informazione, basata su notizie sensazionali e dati pseudoscientifici.

Il libro di Carlo Papini è un chiaro e preciso documento che tenta di opporsi a questa massa di notizie, che si prevede saranno ripresentate con maggiore intensità per l’ostensione dell’anno 2000. Si tratta di un testo di oltre 160 pagine, che si fa leggere tutto d’un fiato, pur essendo spesso assai tecnico e ricco di citazioni e di note puntuali.

 

Occorre ricordare che nel 1988 alcuni campioni del telo sindonico erano stati sottoposti all’esame della radiodatazione col metodo del Carbonio 14 (indicato come 14C) [2]. L’analisi fu effettuata da tre laboratori di fama internazionale di Stati Uniti, Gran Bretagna e Svizzera, sotto la supervisione del direttore del British Museum.

Il 13 ottobre 1988 il cardinale Anastasio Ballestrero Arcivescovo di Torino annuncia i risultati dell’analisi: la radiodatazione fa risalire la Sindone a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Secondo questi dati il telo sindonico non poteva quindi aver avvolto il corpo di Cristo, essendo stato tessuto nel Medioevo. (Il risultato confermava invero l’indagine storica, che non era riuscita a trovare traccia della Sindone di Torino prima del 1346, allorché un piccolo feudatario  -  Goffredo di Charny  -  se la era portata in Francia come bottino di guerra della crociata di Smirne).

Ma ecco la svolta. Nell’aprile del 1997  -  dopo l’incendio della cappella del Guarini dove la Sindone era custodita  -  il cardinale Giovanni Saldarini (successore di Ballestrero a Torino), durante una cerimonia nell’aula del Consiglio regionale piemontese per ringraziare pubblicamente i salvatori del Sacro Lino, dice pubblicamente:

Io sono convinto che la Sindone avvolse realmente il corpo di Gesù.

A questo punto la stampa si impadronisce della notizia dandole enorme risalto. Ma che cosa era successo tra il 1988 e il 1997? Forse erano state effettuate altre clamorose scoperte? Niente di tutto questo. Il Papini ci mette al corrente invece delle complesse manovre condotte soprattutto dal Centro Sindonologico torinese, allo scopo di screditare le analisi al 14C effettuate nel 1988. Le contestazioni spinsero alcuni addirittura a mettere in dubbio la buona fede degli scienziati che avevano effettuato le analisi (tra i più seri del mondo!). Qualche altro ipotizzò una manipolazione (sostituzione) dei campioni (da parte della stessa Chiesa?).

Infine, poi, venne fuori la “teoria del ringiovanimento del telo”. Questa trovò sostegno negli esperimenti di un fisico russo, che cercò di dimostrare che il maltrattamento (apporto di sporcizia, riscaldamento) subito dal tessuto sindonico avrebbe profondamente modificato la struttura delle fibre, falsando il risultato delle analisi. I sindonologi fecero subito propria tale teoria, trascurando le dichiarazioni di eminenti studiosi che ne ridimensionavano la portata. Per esempio, il professor Gallino del Politecnico di Torino affermò che per spiegare la datazione medievale con un ringiovanimento del lino dovuto a contaminazioni ambientali, i campioni affidati nel 1988 ai tre laboratori di analisi dovevano essere costituiti per più di due terzi da impurità.

In altri termini, se si discutesse di una differenza di 50 anni, si potrebbe forse anche tener conto della teoria dell’analista russo. Ma per una differenza di circa 1300 anni, essa non è neppur da prendere in considerazione!

Tuttavia sulla vicenda calcarono la mano alcune organizzazioni cattoliche, assieme a qualche opinionista assai noto, come Vittorio Messori. Costui, per esempio, ebbe la sfrontatezza di scrivere, facendo eco alla sterzata di Saldarini, dopo l’incendio della Cappella del Guarini:

Chissà che adesso, scampato il pericolo, la Chiesa non ritrovi un minimo di dignità per prendere finalmente posizione sulla Sindone e cestinare la bufala truffaldina del 14C. Che la datazione medievale del Sacro Lino sia una truffa, ormai lo sanno tutte le persone serie...[e quindi]  è ora di mandare al diavolo i vuccumprà del 14C.

Osserva a questo punto correttamente il Papini:

Definire “vuccumprà del 14C” i dieci scienziati più seri e competenti nel settore, ben noti e stimati a livello mondiale  -  e “bufala truffaldina” la loro analisi  -  è indice di un profondo disprezzo per la scienza e per la modernità che non merita una sola parola di commento. E’ con questa mentalità che la cultura cattolica si accinge ad affrontare il terzo millennio?

 

Ci siamo dilungati sulla radiodatazione col metodo del 14C, ma il Papini esamina tutta una serie di altri elementi, tra cui la perforazione dei chiodi ai polsi, la precisione delle macchie ematiche, i rivoli di sangue. Tutte presunte scoperte che sembravano escludere la possibilità di una falsificazione, e che  -  dimostra l’Autore  -  sono cadute di fronte a più approfonditi accertamenti.

C’è poi la questione della formazione dell’immagine sul telo (più volte definita misteriosa), che come è noto è “negativa” con caratteri di “tridimensionalità”. Papini racconta in dettaglio la sperimentazione del professor Vittorio Pesce Delfino dell’Università di Bari, il quale ha mostrato che col metodo della strinatura [3] da bronzo riscaldato è possibile ottenere un’immagine avente tutte le caratteristiche di quella sindonica. A conferma di ciò, il libro del Papini reca in copertina una fotografia che chiunque riconoscerebbe come quella dell’Uomo della Sindone di Torino, divulgata migliaia di volte dai mass-media durante l’ostensione, e che è invece la fotografia in negativo della Sindone prodotta in laboratorio da Pesce Delfino.

Un capitolo è poi dedicato alle presunte impronte delle monete sugli occhi, in cui alcuni sindonologi hanno creduto di riconoscere le monete del tempo di Pilato. Viene spiegato invece come costoro abbiano ecceduto nell’interpretare le elaborazioni al computer, pervenendo a risultati che  -  secondo il professor Garlaschelli dell’Università di Pavia  -  sono “personali e soggettivi”, e tali da ingenerare forti dubbi sulla validità del metodo adottato.

Fin qui abbiamo esaminato la questione della “sfida alla scienza”. Ma il vero problema della Sindone non sta, paradossalmente, nella sua autenticità. Il libro del Papini si intitola infatti: “Sindone: una sfida alla scienza e alla fede”. Su questo secondo aspetto sia l’Autore sia altri evangelici torinesi (e qualche isolato cattolico!) hanno ripetutamente puntualizzato il loro pensiero, specialmente in occasione della recente ostensione. Nell’ultima parte del libro sono riportate alcune delle loro dichiarazioni:

Se vogliamo incontrare Gesù Cristo e il suo volto sofferente, non dobbiamo cercare la mediazione di nessun lenzuolo funebre. Anche a Torino la tragedia del Cristo è scritta a chiare lettere nella vita dei poveri, dei più tribolati, degli emarginati, dei disoccupati... Cerchiamolo lì il Cristo, non nel lenzuolo!

Nei Vangeli e non altrove abbiamo da scoprire non già i dettagli anatomici di un martirio, bensì i veri lineamenti spirituali del Cristo sofferente per imparare a riconoscerli nel volto di coloro che Gesù ha chiamato i suoi minimi fratelli.

Poiché siamo chiamati a riporre la nostra fede in Gesù Cristo e in Colui che lo ha mandato, ricercare dei segni o degli oggetti per avvalorare il nostro credere non è sfiducia? (...) Non è dal vedere un volto raffigurato in un lenzuolo che può nascere o aumentare la nostra fede in Gesù Cristo, ma dall’attenersi fermamente alla testimonianza della Bibbia, la Parola di Dio...

Giustamente i protestanti, fedeli al proprio orientamento verso una fede sostenuta esclusivamente dalla Bibbia, sono convinti che un riferimento religioso legato comunque a oggetti o raffigurazioni possa inquinare la sincerità della confessione di fede. Purtroppo invece la tradizionale devozione per le immagini e le reliquie è parte integrante della prassi e della spiritualità cattolica. Ma c’è modo e modo per fare le cose! L’Autore infatti conclude:

La ripresa delle ostensioni è una sfida anche al dialogo e al cammino comune delle chiese cristiane nella città di Torino.

Questo libro mi ha veramente impressionato. Nonostante la mia preparazione archeologica unita ad una innata prudenza, devo confessare che talvolta mi ero lasciato influenzare dalle notizie di una campagna sapientemente orchestrata con pretese scientifiche. Il lavoro del Papini mi ha fatto aprire gli occhi. Ne consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che desiderano essere informati sulla questione delle reliquie vere o presunte e su certi metodi poco corretti usati talvolta per influenzare la pubblica opinione. Inoltre, l’Autore ha saputo astenersi dalla tentazione di usare toni polemici o offensivi. Anzi, mi piace sottolinearne lo stile pacato, fraterno e sofferto. Perciò è un libro che si può consigliare anche ai cattolici, senza dover temere reazioni di rigetto.

Davide Valente, giugno 98

[1] Carlo Papini è nato nel 1933 a Genova, dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza. Dal 1965 al 1998 è stato direttore editoriale della Claudiana di Torino. Da oltre vent’anni effettua studi sulla Sindone, ed ha pubblicato altri libri e articoli su vari periodici.

[2] La radiodatazione col 14C è il metodo scientifico più attendibile usato per la datazione di reperti storici. Esso è basato sulla presenza nell’atmosfera di una varietà rara e radioattiva del Carbonio (l’isotopo 14 o 14C). Nel complesso ciclo del metabolismo gli organismi viventi scambiano anidride carbonica con l’atmosfera, e contengono quindi una concentrazione di 14C uguale a quella dell’ambiente. Nelle sostanze inerti (morte) di origine organica (come il lino del tessuto della Sindone) la concentrazione del 14C invece diminuisce gradatamente col passare del tempo, a causa della sua radioattività. Dalla misura della concentrazione odierna di 14C nel tessuto dei campioni della Sindone si può quindi risalire all’epoca in cui è stato raccolto il lino per tessere il lenzuolo. Di recente si è trovata una metodologia di indagine che permette di effettuare esami dettagliati anche su campioni di piccole dimensioni.

[3] Si definisce strinatura una lenta e graduale “cottura” del tessuto. Il processo è simile a quello che sperimenta la massaia distratta quando lascia per un certo tempo il ferro da stiro caldo sul panno bianco del tavolo. Si forma una “macchia” di colore giallo-bruno  -  più o meno scuro a seconda del tempo di sovrapposizione del ferro caldo  -  che risulta indelebile con i normali detersivi. La scoperta della strinatura era stata fatta da un gruppo di scienziati americani che nel 1978 avevano effettuato accurate indagini sulla Sindone, ma fu volutamente ignorata dai sindonologi di Torino, che miravano invece ad una spiegazione “naturale” delle impronte, che lasciasse aperta la strada al “mistero”.

Fonte: http://www.radioevangelo.it/studi/sindone.htm

Matteo

OK. Ipotizziamo per un momento per assurdo che essa sia autentica.

 Cambiano i comandamenti? Cambia il messaggio dell'Evangelo? Cambi TU? Avrai più TIMORE DI DIO perché hai visto la sindone??? Andrai e venderai tutto che possiedi per seguire il Cristo che ha lasciato l'impronta sulla sindone?

Puoi permetterti di NON amare Dio o il prossimo perché hai la prova della sindone (o perché non ce l'hai)?

Ora Dio è "più" giusto di prima? Cristo è veramente morto (ma prima non lo era)? E' veramente risorto SOLO perché hai visto lo straccio in cui fu avvolto (il fatto che sia vissuto E morto NON è sufficiente a garantire che ci abbia salvato di per sé, senza la resurrezione, e questa NON è dimostrata dalla prova della sindone)?

Aveva proprio quella barba e quei capelli (un fisico montanaro, grintoso, eroico, e non un pingue burocrate, vero, molto più accettabile come "eroe"!!)?

Quindi la sindone è più importante della Bibbia? Cioé: Se dovessi RINUNCIARE alla Bibbia oppure alla sindone, cosa sceglieresti di perdere per sempre e di tenere con te per sempre?

Questo chiedo a coloro che vedono la sindone come una testimonianza ESSENZIALE. E se la sindone riveste così tanta importanza nella tua vita, su che cosa è fondata la tua cosiddetta "FEDE"????

alex

Ciao fratellone, sono felice di rileggerti anche in questi lidi (a proposito avete prenotato per il campo estivo Famiglie 2010?)...

Il tuo post non è comparso subito in quanto non registrato nel sistema.. se avrai la pazienza ed il tempo per farlo eventuali altri post saranno subito visibili una volta registrati e loggati...

Una abbraccio fraterno..
Alex

R_Francesco

Mi associo con chi ci ricorda il "non credo se non vedo"...

Di "oggetti" che hanno una valenza di sacralità, nel vecchioTestamneto ne vengono menzionati tanti... e di uno di questi, è l'intero abbigliamento del sacerdote che officiava il sacrificio...Egli, doveva togliersi i paramenti adoperati nella funzione, onde non essere gli stessi, visti dal popolo...

Ezechiele 44:19
Ma quando usciranno per andare nel cortile esterno, nel cortile esterno verso il popolo, si toglieranno i paramenti coi quali avranno fatto il servizio, e li deporranno nelle camere del santuario; e indosseranno altre vesti, per non santificare il popolo con i loro paramenti.

Ora, questa "funzione" santificatrice, la si vuole estorcere alle reliquie di "santi" cattolici romani e papi vari....

Vale anche i ritrarre col videofonino, il papa esposto da morto... quella foto, diviene una reliquia... infatti, chi le ha scattate(milioni di persone), ora hanno a casa la foto di un "santo subito"!...Che dire.... tornando alla sindone, anche a voler chiudere gli occhi della coscienza e dell'intelligenza, ammettendo che quel tessuto, sia il sudario di Gesù (non lo è), NON VALE L'ADORAZIONE... ripeto, anche se si trattasse di un "reperto" di sicura appartenenza a Gesù...ma come è stato da più parti certificato, questa "reliquia" , è di molto posteriore ai fatti che trattano di Gesù...quindi, anche in occasione della sua odierna ostensione, mostriamo tutta la nostra fragilità umana... ci aggrappiamo ad una cosa della quale sappiamo non aver nulla di autentico(e anche se fosse poi....). Ma mi viene in mente anche il Grande Fratello che impera nella TV..... e altre trasmissioni simili... vogliamo andare a vedere cose che non ci compete vedere... abbiamo superate tutte le barriere della riservatezza...ci vogliamo appropriare di frammenti di vita o di morte, sol per il fatto di riceverne un morboso appagamento, come morbosa è la visita in Vaticano, per scattare una foto al papa morto. LO stesso faremmo ora, se assistessimo alla crocefissione di Gesù...questa foto, sarebbe una reliquia da adorare... incorrendo nella più palese e conclamata  idolatria.

Preghiamo per tutti coloro che ubriacati da secoli di menzogne, stanno intraprendendo uno di questi viaggi alla ricerca del sacro e/o del santo...affinché scoprano che il Santo e il Sacro, è in noi, in loro, se Gli (a Gesù)diamo luogo.

F.sco

Salvezza

A queste tue domande caro Matteo,non troverai mai una risposta cattolica,perche` non entra nei loro insegnamenti.  Perche` il papa stesso si inchinera` per primo davanti al sindone  e quindi fara` seguito le altre migliai di cattolici. La chiesa ha bisogno di rinforzare il credo piu` che la fede,perche` come vediamo che ( guarda a caso ) anche il sindone viene a puntino con lo scandalo dei preti pedofili.Percio` tutto verra` confuso e con questo ancora meglio la gente o il fedele cattolico dimentichera` tutto il nero per concentrarsi convinto di un`altro miracolo che succede sempre e solamente  nella vera chiesa cattolica.

                                                                                           iN  II Corinti 5:6-8  Leggiamo "Pieni adunque di fiducia,sapendo che mentre siamo nel corpo andiamo peregrinando lontano dal Signore? ( camminiamo infatti per fede e non per visione ) pieni di fiducia,abbiamo anche la buona volonta`di partire dal corpo per stare davanti al Signore. 9 Ed e` per questo che noi ci studiamo di piacere a lui,sia assenti che presenti. 10 perche` dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo,per ricevere ciascuno secondo il male o il bene che fece quando era nel corpo."                                                                                                            Ebrei 11:1  ci dice della natura della fede che " La fede e`il fondamento di cose sperate,e convinzione di cose che non si vedono."   

La FEDE fondamento,  perche` su di essa  poggia la SPERANZA e perche` ci rende compresenti le cose; dicesi  CONVINZIONE in quanto e` assoluta certezza della VERITA`.

SALUTI CRISTIANI

 

 

 

In Dio Confido

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