Quasi tutti i credenti sono d’accordo nel dire che lo Spirito Santo convince i peccatori dei loro peccati, e che li attira al Salvatore Gesù Cristo.
Il primo grande problema sorge però quando ci si domanda: "Quando è che lo Spirito Santo entra nella vita del credente?" Perciò per prima è su questo punto che bisogna rivolgere la luce delle Sacre Scritture. Infatti malgrado le molte opinioni fra i credenti oggi, la Parola di Dio è precisa.
In Galati capitolo 3:1-3, sta scritto che lo Spirito si riceve "per la predicazione della fede": "O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per la via delle opere della legge o per la predicazione della fede? Siete voi così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?"
Esaminando queste parole dell’Apostolo Paolo, si nota chiaramente che lo Spirito Santo si riceve per "la predicazione della fede" e cioè la fede in Cristo Gesù. La nuova vita del credente "comincia con lo Spirito".
Non è un’opzione che i credenti migliori raggiungono in un secondo momento.
Che si riceva lo Spirito quando si crede in Cristo come Salvatore viene spiegato anche in Efesini 1:13: "In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo della nostra salvezza, in Lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso".
Perfino in Atti 19:1-7, il passo più usato di tutti gli altri per affermare il contrario, Paolo con la domanda "Riceveste voi lo Spirito Santo quando credeste?" rese chiaro che era normale ricevere lo Spirito al momento in cui ci si affidava a Cristo per la salvezza. Altrimenti, perché l’avrebbe chiesto?
Si deve ammettere però che, nel periodo di passaggio dal vecchio ordine ebraico a quello nuovo della chiesa, ci furono due chiare eccezioni a questa norma: Una fu il giorno della Pentecoste, dato che prima di allora lo Spirito Santo "non era ancora stato dato" (Giovanni 7:39, 16:13), e l’altra poco dopo, quando il Vangelo venne annunciato per la prima volta ai Samaritani, i quali erano abituati a prendere quello che volevano della legge di Dio, indipendentemente dalle autorità che Egli aveva stabilito.
Avevano essi infatti una religione loro propria, che, della Bibbia, accettava soltanto cinque libri di Mosè. Perché questi non iniziassero anche una chiesa separata, dovettero aspettare l’arrivo degli apostoli per ricevere lo Spirito Santo.
Dunque non si può giustificare una formulazione dottrinaria sue due eccezioni fatte nel periodo di transizione dall’Antico Testamento al Nuovo perché la Bibbia insegna che di regola è avvenuto il contrario. Vale a dire chi ha ricevuto Cristo ha ricevuto anche lo Spirito Santo.
Si nota una differenza di vita anche perché lo Spirito Santo dà una vita santa nella quale le cose vecchie sono passate e tutto è diventato nuovo. È questa novità che caratterizza la vita dove abita lo Spirito Santo. "Dai frutti si conosce l’albero".
Malgrado la chiarezza dell’insegnamento biblico, molti evangelici non concordano con esso: infatti, alcuni insegnano ai credenti che possono ricevere lo Spirito Santo o il Suo battesimo muovendo la bocca e lasciando uscire qualsiasi suono; altri, invece, affermano che per riceverlo bisogna avere la mente vuota, del tutto priva di pensieri. È chiaro che queste pratiche non hanno niente a che vedere con la Bibbia che dice: "avendo creduto in Lui, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo" (Efesini 1:13).
C’è anche un’altra tradizione, che è la più seguita ed è ormai così diffusa che milioni di credenti la ritengono un comandamento biblico, la quale sostiene che lo Spirito si riceve mediante la preghiera; non quando ci si affida a Cristo per la salvezza, ma dopo.
Nella Bibbia, dopo la manifestazione della Pentecoste e l’incontro con i Samaritani, cioè dopo i primi giorni della Chiesa, non esiste alcun passo in cui un credente abbia pregato né per se stesso, né per un altro di ricevere il battesimo dello Spirito Santo. Ma sarebbe opportuno che ogni credente facesse uno studio approfondito sia sulle preghiere nella Scrittura che sull’insegnamento biblico di come pregare: particolarmente nelle Epistole si può vedere come Dio vuole che si preghi (Romani 10:12, Efesini 1:15-23, 3:14-19; 1 Tessalonicesi 3:10; Ebrei 4:16; Giacomo 1:5-7; 1 Giovanni 5:14, ecc.).
Tale studio è della massima importanza, dal momento che molti gruppi di credenti pregano più per avere il Battesimo dello Spirito, che già hanno ricevuto, che per qualsiasi altra cosa.
È vero che Cristo, prima della Pentecoste, cioè della venuta dello Spirito Santo, disse: "Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito a coloro che lo chiedono! (Luca 11:13).
Ma Gesù, così dicendo, si rivolgeva a persone che vivevano prima della Sua morte e della Sua risurrezione e prima della venuta dello Spirito Santo, così chi vuole applicare questo passo oggi, potrà forse applicarlo a chi ancora "non ha lo Spirito di Cristo", e perciò "non è di Lui" (Romani 8:9).
Non si deve però agire come se la venuta dello Spirito, nella Pentecoste, non avesse mutato nulla; non è più il tempo antecedente la morte, la risurrezione di Cristo e la discesa dello Spirito. Questi avvenimenti non accaddero invano! Ma nel vangelo è altresì scritto: "Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Or disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che crederebbero in Lui; poiché lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato" (Giovanni 7:38-39).
Gesù, con queste parole avvertiva chiaramente gli stessi discepoli che la loro relazione con lo Spirito sarebbe cambiata quando Egli fosse stato dato, cioè, coloro che avrebbero creduto in Cristo avrebbero ricevuto lo Spirito. La Bibbia è chiara riguardo al momento in cui si riceve lo Spirito Santo. Non bisogna complicarla. In lui avete tutto pienamente
È bene che i credenti imparino che in Cristo hanno tutto e non occorre cercare altro. "Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elem enti del mondo, e non secondo Cristo; poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità, ein lui voi avete tutto pienamente" (Colossesi 2:8-10). È chiaro che la verità biblica, secondo la quale in Cristo si ha già tutto, si scontra con altri insegnamenti di provenienza umana, ma non bisogna cercare oltre, perché in Cristo, come dice Paolo, "avete tutto pienamente".
Chi rifiuta l’insegnamento della Scrittura per il desiderio di conseguire altro potrà facilmente essere ingannato da un’esperienza offerta da altri spiriti che vogliono dominarlo in qualche modo. Come si può discernere quale esperienza provenga realmente dallo Spirito Santo e quale, invece, da qualche spirito immondo?
Dopo aver ammonito che in Cristo si ha tutto, il passo continua esortando il credente a stare in guardia contro coloro che si affidano alle proprie visioni e vogliono portarlo di nuovo sotto le leggi. Bisognerà allora studiare il passo con cura, fino alla fine del capitolo, per evitare ciò che è capitato a migliaia di fratelli che, avendo iniziato con la ricerca di un’esperienza, sono poi finiti sotto il giogo di rigorose regole religiose.
Dunque occorre giudicare se bisogna cercare dallo Spirito Santo dei benefici che non siano inclusi nel "tutto pienamente", che non siano già dati in Cristo, tenendo presente anche l’affermazione biblica: "Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro
Signore Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo" (Efesini 1:3).
Gli evangelici dicono che i cattolici sbagliano quando vogliono dai santi ciò che .Dio non dà loro in Cristo, ma non fanno essi stessi una cosa simile quando insistono che in Cristo hanno soltanto l’inizio e che devono andare oltre e sperimentare la "seconda benedizione" al di fuori di quella ricevuta con Lui?
Un unico Spirito (Efesini 4:4)
Quando si accetta Gesù Cristo, non si riceve il Suo corpo, bensì il Suo Spirito che è lo Spirito Santo. C’è una buona argomentazione biblica per cui quando si accoglie Cristo si riceve lo Spirito Santo, e a questo punto è utile guardare più dettagliatamente un passo a cui già abbiamo fatto un breve accenno, in cui lo stesso Spirito Santo viene chiamato sia Spirito di Dio che Spirito di Cristo: "Or voi non siete nella carne ma nello Spirito, se pur lo Spirito di Dio abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è da Lui" (Romani 8:9).
Allora, poiché lo stesso Spirito Santo è chiamato sia Spirito di Dio che Spirito di Cristo, biblicamente non è possibile definire salvato l’uomo che non ha lo Spirito Santo perché "se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di Lui".
Esistono alcuni i quali, pur riconoscendo che chi non ha lo Spirito Santo non è di Cristo, continuano ad insistere che si acquista lo Spirito in un secondo momento, quando la persona parla in "lingue"; poi, per essere coerenti, concludono che chi non parla in "lingue" non ha ottenuto lo Spirito Santo e dunque non è salvato. Questo, è forse l’unico modo per accettare Romani 8:9 e persistere nell’idea che lo Spirito non si riceve insieme con Cristo, cioè nel momento in cui ci si affida a Lui come Salvatore.
Paolo avverte però: "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo detto prima, lo ripeto di nuovo anche adesso: Se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema" (Galati 1:8,9).
Il vangelo è la buona notizia che Gesù è venuto per salvare i peccatori, è morto per i nostri peccati ed è risuscitato. Se dunque Lo si accetta, affidando a Lui la propria salvezza, Egli salva: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo; affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).
Coloro che persistono nell’affermare che chi ha ricevuto Cristo non è salvato, ma lo è colui che parla in lingue, sono quindi portatori di un altro vangelo, avendo lasciato quello del Salvatore Gesù Cristo per un sistema di salvezza basato sulle opere, in questo caso una specifica opera.
L’amore non fa male alcuno al prossimo
I sostenitori di questa dottrina antibiblica costituiscono una minoranza abbastanza piccola che forse non sarebbe neanche necessario menzionare se non fosse per l’influenza che esercitano sul movimento. Poiché ritengono non salvati coloro che si sono affidati soltanto a Cristo senza parlare in lingue, è naturale che si sentano obbligati ad offrire il loro Vangelo diverso anche a questi e non soltanto ai non credenti.
Purtroppo, questa pratica si è diffusa anche fra molti che credono nella salvezza per la fede in Gesù Cristo, i quali vanno con lo zelo degli evangelizzatori in altre chiese che predicano Cristo, non per portare un’altra salvezza, ma la loro dottrina del battesimo dello Spirito, delle lingue, ecc. e troppo frequentemente si son lasciati dietro chiese divise e indebolite, dove nuovi convertiti e simpatizzanti, scandalizzati dal disaccordo, sono tornati nel mondo e gli anziani hanno paura di avere anche il minimo contatto con le chiese dove si parla in "lingue".
Questo tentativo d’isolamento non è comunque del tutto da condannare, perché le Scritture insegnano: "Or vi esorto, fratelli, tenete d’occhio quelli che fomentano le dissensioni e gli scandali contro l’insegnamento che avete ricevuto, e ritiratevi da loro (Romani 16:17).
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