Andrà tutto bene… In questi giorni di emergenza, ripetiamo spesso questa frase, a voce, su un post, o dalla finestra di casa. È una frase che ci aiuta a tenere sù il morale, a vedere le circostanze drammatiche con ottimismo e con fiducia, sperando in un domani migliore. Sì, perché la speranza ci aiuta a superare le incertezze, il dolore, anche la paura… Paura. Una parola che non ci piace, che cerchiamo di evitare in tutti i modi, di esorcizzare con le battute e i meme, con l’impegno da bravi cittadini e con il ripetere del mantra “andrà tutto bene”. La Cina sta vincendo la sua battaglia con il virus, noi in Italia siamo nel cuore della tempesta che infuria, in America iniziano a capire l’entità dell’emergenza, e speriamo che imparino anche da noi. Così, troviamo buoni motivi per dire che andrà tutto bene. Ma, l’ombra rimane… in effetti, nel profondo del mio cuore, come faccio a sapere che andrà tutto bene?
Andrà tutto bene?
Non è facile essere positivi se ho appena perso un genitore, un fratello, la moglie o il marito, o anche un amico per colpa del virus. Non è facile dire che andrà tutto bene se il mio lavoro è ora in bilico, o addirittura l’ho perso. Non è facile, pensando che il mondo è effettivamente cambiato con questa pandemia. Andrà tutto bene? E se il virus dovesse prendere me? Vero, la mortalità è bassa, ma una percentuale incoraggiante non toglie quella paura… quella della morte. La grande incognita, il grande nemico. Effettivamente, è la paura della morte che attanaglia il cuore. E nel silenzio del mio letto riconosco con rinnovata consapevolezza che è proprio la morte l’ombra cupa e assordante che grava sulla mia anima…
Ma come sconfiggerla? Come soffiare un vento di vita che allontani questa nube minacciosa? Ci proviamo in tutti i modi: dopandoci di serie tv, calcio, film e musica; immergendoci nel lavoro, negli hobby, nello sport; servendo le nostre famiglie e le nostre comunità; difendendo l’ambiente e combattendo le ingiustizie del sistema, sperando così di prepararci all’aldilà con un curriculum di buone azioni. Eppure, tutte queste cose, che hanno comunque un valore intrinseco, non sono la risposta. Non lo sono mai stata… Ma quindi? Che fare? A chi rivolgerci? Non ci rimane che l’angoscia dell’Urlo di Munch???
Andrà tutto bene!
C’è un’alternativa vera, valida, vincente. C’è una persona che ha preso di petto il problema della morte. Lo ha affrontato e lo ha vinto, perché aveva nell’anima degli anticorpi straordinari: la purezza, la giustizia, l’amore. E nonostante una morte cruenta e ignobile, è risuscitato, per sconfiggere il nemico numero uno, e “liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita” (dalla Bibbia: Lettera agli Ebrei, capitolo 2, versetto 15). Gesù infatti è morto e risorto cosicché “chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna” [dalla Bibbia: Vangelo di Giovanni, capitolo 3, versetto 16].
Per chi si affida profondamente e sinceramente a lui, il destino finale, al di là di una malattia, di un incidente, della morte stessa… è la vita! Una vita di una qualità infinitamente superiore a quella che conosciamo. “Dio abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né giro, né dolore, perché le cose di prima sono passate” [dalla Bibbia: Apocalisse, capitolo 21, versetti 3 e 4].
Chi crede in Gesù, chi si affida a lui, chi ha la prospettiva eterna, certa, del Vangelo, può amare genuinamente e può affrontare emergenze e crisi, perché può dire in maniera chiara e forte: “Andrà tutto bene!”
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