La festa ebraica "YOM KIPPUR"

In questi giorni, nei quali per il popolo ebraico si sta concludendo il periodo di riflessione interiore, di umiliazione e confessione dei propri peccati a Dio - periodo iniziato col Capodanno ebraico "ROSH HASHANAH" - si giunge al 10° giorno, lo "YOM KIPPUR" nel quale secondo il comandamento (Lev. 23:27-28), il popolo si riunisce in una santa convocazione, umilia le proprie anime e non svolge alcun lavoro.
In questo giorno (quest'anno il 19 sett), per gli ebrei, Iddio perdona le loro colpe dopo aver adempiuto ai loro doveri spirituali, alle penitenze e alle preghiere.
Alla sera del 10° giorno, dopo la comparsa in cielo delle tre stelle, dopo il tramonto, in tutte le comunità ebraiche si suona lo shofar che conclude definitivamente il giorno dello Yom Kippur, per annunciare il perdono di Dio e sperare nella venuta del Messia.

Gerusalemme capitale d'Israele

E' di questi giorni la notizia, molto discussa, di voler trasferire l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Si parla di Stati Uniti, come ampiamente risaputo, e in particolare delle disposizioni del presidente Trump. La curiosità è che nella disinformazione in cui viviamo, sembra un paradosso per i nostri tempi, molti credono che gli USA abbiano deciso, in questo modo, di fare di Gerusalemme la capitale d'Israele. Non è così. Gerusalemme è la capitale d'Israele, li vi si riunisce il parlamento nell'unica democrazia di quei luoghi.

Insulti Anna Frank - Indignazione sincera?

Cara Anna, mentre il circo mediatico intorno alla faccenda ultrà anche oggi, 25 ottobre 2017, non sembra scemare (un bene per molti versi), sono certo che avresti pietà di questi ragazzi senza coscenza storica e senzo civico, per quanto questa colpa possa essere loro attribuita . Mi chiedo, però, se saresti così clemente con quanti, in questi giorni, hanno detto belle parole, mostrato commozione, perfino indignazione sui noti fatti accaduti....

L'Ue è ancora una volta contro Israele - Le etichette "made in settlement" sono una discriminazione

Dopo tre anni di esitazioni, la Commissione europea ieri ha ceduto alla lobby anti Israele e ai boicottatori anti-semiti adottando una "nota interpretativa" per imporre l'etichettatura di alcuni prodotti importati nell'Unione europea dagli insediamenti israeliani. Da oggi il "made in Israel" non potrà più essere usato per i prodotti agricoli e i cosmetici che vengono da fuori i confini del 1967: i coltivatori e gli industriali israeliani che operano in Cisgiordania dovranno appiccicare la dicitura "insediamenti" sulle merci vendute nell'Ue. Se non lo faranno, toccherà a supermercati o negozi europei farlo, quando la Commissione ha sufficienti informazioni sulla provenienza.

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