"Or a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore»" - (Atti 9:10)
Un discepolo è letteralmente, colui che professa i principi appresi, direttamente o indirettamente, da un Maestro, al quale si sente legato da particolari motivi di affinità spirituale.
Un discepolo di nome Anania viveva a Damasco.
Dio aveva un piano per una certa persona.
Quasi sempre, quando Dio desidera compiere un'opera, cerca qualcuno che collabori con Lui, perciò dà mandato a qualche Suo figliolo perché agisca nel Suo Nome.
Dio non dà incarico soltanto agli evangelisti, ai pastori, o ai diaconi, ma sceglie quella persona che è disposta, pronta, volenterosa a compiere la Sua volontà.
È quanto possiamo vedere nel nostro testo: Dio sceglie un discepolo di nome Anania.
La Bibbia non ci dice che Anania fosse un predicatore, un evangelista o un diacono, ma dice soltanto che era un discepolo che abitava in Damasco.
Anania è ricordato, nel Nuovo Testamento, soltanto due volte: la prima nel nostro testo (Atti 9:10), la seconda al capitolo 22:12. "Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, venne da me, e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai"
Anania viveva a Damasco, andava in chiesa durante la settimana, lavorava e, come buon padre di famiglia, provvedeva ai bisogni dei suoi.
Era un buon marito, un buon padre e un buon discepolo cristiano.
Forse il pastore della chiesa non lo aveva molto notato, ma Dio lo guardava con interesse.
La Bibbia dice che "Dio conosce la via dei giusti".
Se vivi nell'ombra, Dio ti vede, conosce la tua vita, i tuoi bisogni, vede le tue lacrime, ascolta la tua preghiera e ti è vicino.
"Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza".
Questo verso della Parola di Dio descrive le caratteristiche di quest'uomo: era pio, devoto secondo la legge e aveva una buona testimonianza da parte di tutte le persone che lo conoscevano.
Era devoto, anche le piccole cose erano importanti per lui.
Era un Giudeo, ma principalmente un Cristiano.
Era disciplinato, osservava i comandamenti di Dio.
I comandi divini, che regolano la vita del pastore, regolano anche la vita di ogni credente, le regole che ci sono in Chiesa valgono anche a scuola, sul posto di lavoro e nella vita quotidiana.
Ci sono persone che in chiesa sembrano degli angeli e fuori vivono come se Dio non ci fosse. Ma Dio cerca uomini coerenti con la loro professione di fede.
Non soltanto Anania era un uomo pio, ma aveva anche una buona testimonianza da parte di tutte le persone che lo conoscevano.
È da notare che il periodo in cui Anania viveva era un periodo difficile per chiunque fosse un vero credente: c'era la persecuzione e Saulo da Tarso cercava di distruggere la Chiesa, seminando terrore e morte.
Molti compagni di lavoro e vicini di casa di Anania non erano credenti cristiani, ma, quando guardavano i comportamenti di Anania e vedevano che tipo di marito, padre e lavoratore egli fosse, vedevano una persona speciale e nei suoi comportamenti la fedeltà a Dio. Vedevano l'assiduità con la quale frequentava la chiesa, vedevano il suo amore per il prossimo e non potevano fare a meno di testimoniare: "È un cristiano... un uomo speciale!"
Sono certo che questa testimonianza non può essere il frutto di qualche settimana di vita.
La Bibbia afferma che siamo come delle epistole viventi fra le persone, lettere di Cristo.
Molti non leggono la Bibbia, però possono "leggere" la mia e la tua vita.
Dio parla ad Anania, che è subito pronto a rispondere alla chiamata.
Da questo possiamo ricevere qualche insegnamento.
Primo: era ubbidiente.
Dio disse ad Anania: "Voglio che tu vada a cercare in casa di Giuda un uomo, Saulo da Tarso".
Era un nome che, da solo, già incuteva in ogni credente una grande paura in quanto si conosceva bene la persecuzione verso la Chiesa che quest'uomo stava conducendo.
Non era un compito facile, Saulo aveva portato tanti credenti in prigione.
"Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai Tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il Tuo Nome». Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il Mio Nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele".
Quante obiezioni avrebbe potuto avanzare Anania! "Perché mandi me?... Quanto dovrò combattere con Saulo? Andrò verso la morte?"
Ma Anania stava servendo il Signore e viveva fedelmente desiderando solo fare la volontà di Dio. Questo è dimostrato dalla sua ubbidienza.
Secondo: era leale.
Leale verso Dio e leale verso Saulo.
Al capitolo 9:17 "Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo»".
Molte persone giudee avevano una certa stima di Gesù: alcuni Lo consideravano Giovanni Battista, altri Elia ed altri Geremia o uno dei profeti.
Presso gli Israeliti il ministerio profetico era un ministerio importate.
Forse anche Saulo da Tarso riconosceva che Gesù era stato un buon maestro, un profeta, ma stava perseguitando i cristiani perché essi credevano che Gesù era il Signore, il Figlio di Dio, il Messia.
Anania, appena entrato da Saulo, per prima cosa annunziò: "Il Signore, Gesù ... mi ha mandato".
Forse noi, al posto di Anania , saremmo stati più prudenti. Ma Anania era un uomo convinto, un uomo devoto, un uomo ubbidiente, un uomo leale con la sua testimonianza.
"Fratello Saulo, il Signore Gesù mi ha mandato..."
Non era disposto a nascondere la sua testimonianza neanche a quell'uomo che aveva mandato in prigione tanti suoi confratelli.
Dio, ancora oggi, cerca nella Sua Chiesa persone come Anania.
Anania non era molto differente da noi; Dio ha visto la sua volontà, la sua ubbidienza, la sua umiltà e la sua disponibilità a fare quanto richiesto.
Nel Giorno della Pentecoste Pietro è stato un brillante predicatore, la cui predicazione produsse un gran numero di convertiti.
Pietro in quei giorni era ancora vivo, ma Dio mandò Anania e non Pietro da Saulo.
Era vivo anche Giovanni, l'apostolo dell'amore, ma Dio non scelse Pietro o Giovanni, né altri fra gli apostoli.
Dio chiamò un certo discepolo ordinario di Damasco.
Dio guarda anche alle persone ordinarie che offrono un servizio leale, che non è sempre quello più in evidenza.
Se un cieco entra in una stanza dove c'è una rosa, non può vederla, ma percepisce la fragranza che essa emana. Non è necessario essere in vista, in prima fila, ma la fragranza della nostra vita cristiana deve essere come il profumo di una rosa, in casa, in chiesa, sul nostro posto di lavoro.
Dio si diletta nella fragranza della nostra vita devota a Lui.
Essere è più importante che fare.
Immagina: vai in casa di un amico ammalato, costretto a letto, e lui ti chiede un po' d'acqua da bere.
Sul tavolo ci sono due bicchieri, uno di cristallo, arricchito con qualche fregio di valore, ma sporco, pieno di polvere. Accanto c'è un altro bicchiere, di vetro ordinario, semplice, ma lindo e trasparente.
In quale dei due bicchieri metteresti l'acqua da offrire al tuo amico?
In quello sporco o in quello pulito?
Quali sono le persone che Dio cerca?
Cercherà quelle brillanti, o utilizzerà quelle ordinarie se pulite?
Quello che siamo è importante a volte più di quello che facciamo.
Anania, pur menzionato poche volte nella Bibbia, ha fatto un buon lavoro!
Dopo la preghiera, la guarigione e il battesimo, Saulo ha iniziato un lavoro straordinario per il Signore Gesù.
Leggendo il Nuovo Testamento vediamo quante lettere ha scritto ...
Come Anania ha fatto un buon lavoro, pur essendo soltanto un discepolo ordinario, così noi, o Signore, anche se siamo uomini ordinari, desideriamo essere uomini pii, devoti e di buona testimonianza!
Fortunato Saja
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