La violenza deve essere rifiutata in ogni forma e ricorrere alla guerra è moralmente inaccettabile per risolvere i conflitti politici, ideologici o religiosi. Eppure la Bibbia in molte pagine, direttamente o indirettamente, afferma tutt'altro. Come si può riconciliare questa contraddizione?
PODCAST del Professore di Religione cattolico Pagano Gianmario - (Vogliamo raccogliere il consiglio paolino di "ritenere il bene")
L'analisi è interessante e vengono proposte 3 interpretazioni al riguardo per conciliare la violenza di alcuni passi biblici con l'amore evangelico del prossimo e la figura di Gesù come principe della pace.Da tale analisi si potrebbe però formulare, a modestissimo parere di chi scrive, una quarta proposta. Dio è molto più grande della nostra scatola cranica, la stessa cultura ebraica è "multifasica" rispetto alla nostra razionalità ereditata antropologicamente dalla cultura greco/romana o post moderna digitale del zero oppure uno. Cioè o vale una ipotesi oppure è valevole l'altra. La quarta proposta, quindi, è che tutte le altre ipotesi, ad esclusione del voler vedere come falso l'Antico Testamento, sono non alternative ma piuttosto implementative.
Non è da escludersi che l'Antico Testamento, pur non presentandosi come un libro di storia, possa raccontare storie vere e, allo stesso tempo, essere precettore di qualcosa da vedere poi alla luce del Nuovo testamento, ed infine anche un esempio della giustizia di Dio. Cioè un ermeneutica che comprenda le tre diverse rispote cioè quelle di Ireneo, Agostino ed anche quella di Origene.
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