DA CIRCA SEI MESI STIAMO VIVENDO UNA NUOVA REALTÀ A CAUSA DI UN VIRUS INVISIBILE A OCCHIO NUDO, MA DI CUI GLI EFFETTI SI VEDONO OVUNQUE.
C’è chi l’affronta con più serenità, ma per la maggior parte di noi il disagio è la nostra nuova normalità. Alcuni, come me, hanno anche perduto una persona cara.
Ora che il numero dei nuovi contagiati dal virus sembra calare stiamo tutti ancora all’erta per il pericolo di un’altra ondata.
Forse è arrivato il momento giusto di fare alcune riflessioni che ci possono essere utili.
LA PANDEMIA mi ha messo davanti verità che avrei dovuto sapere, o meglio, che sapevo, ma alle quali spesso e volentieri non davo molta importanza.
LA MORTE È REALE!
Di settimana in settimana, sera dopo sera, c’è stato un flusso continuo di informazioni sull’andamento dell’epidemia. Seguivo con attenzione le statistiche giornaliere. Quanti contagiati, quanti casi attivi, quanti in terapia intensiva e, soprattutto, quanti decessi!
Quel numero di morti che continuava a salire, non mi ha lasciato indifferente. Già sapevo che ogni giorno la vita finisce per qualcuno. Sapevo che ci sono oltre 162.000 morti giornaliere nel mondo da cause diverse.
Ma vedere tutti i giorni quei grafici al telegiornale che parlavano di decessi lo ha reso meno teorico. Siamo destinati a lasciare questo mondo e morire, lo sappiamo, ma finché stiamo bene e in salute ci risulta difficile pensarlo; persino al funerale di una persona cara tendiamo a non credere che prima o poi toccherà anche a noi.
Il coronavirus ha messo a nudo la nostra vulnerabilità e la fragilità umana. E adesso ci sentiamo tutti meno sicuri.
Una consapevolezza sempre più lucida ha cominciato a farsi strada nella mia mente: la vita non è nelle mie mani. La mia giovane età non determina la lunghezza dei miei giorni, nemmeno le sane abitudini o la cura che ho di me stesso. Sono fattori che incidono sul mio benessere, ma non mi garantiscono il controllo sul mio destino.
E con la parola destino non intendo solo quello che mi accade in questa vita. La realtà della morte deve farci riflettere su cosa succederà dopo, e sull’esistenza
dopo la morte. In che modo il mio destino eterno dipende da quello che faccio o da ciò che credo oggi?
La mia fede si dimostrerà efficace nel salvare la mia anima?
Se non ci abbiamo pensato adesso, che la paura ha preso corpo, cos’altro dovrebbe accadere per spingerci a occuparci del nostro destino eterno?
LE ABITUDINI POSSONO ESSERE STRAVOLTE!
I miei mi hanno insegnato a lavarmi sempre le mani. Sono uno che è sempre stato attento a non contagiare gli altri, e faccio attenzione a non espormi alle malattie infettive. Ma mai come in questo periodo! A furia di usare i gel disinfettanti ho temuto, a volte, che la pelle mi si sarebbe staccata dalle mani.
Ma ho scoperto (menomale!) che non stavo lavando bene le mani. Bisogna farlo per almeno trenta secondi, con l’acqua calda, facendo attenzione al palmo e al dorso della mano, e a ogni singolo dito. Così sono diventato un uomo normale che, però, si lava le mani come se fosse un chirurgo.
Trovo ancora scomodo dover portare la mascherina, e nonostante lo faccia da mesi a volte me ne dimentico, ed esco senza. Quante volte sono dovuto tornare a casa a prenderla! Nei primi tempi erano praticamente introvabili, e se poi qualcuno le vendeva i prezzi erano assurdi. La mascherina rende faticoso respirare, a volte mi sembra di soffocare, e le persone non mi capiscono quando parlo… Che dramma!
Per noi italiani che amiamo socializzare, il distanziamento sociale è un’esperienza del tutto nuova. Siamo abituati ai mezzi pubblici stracolmi di gente, e agli esercizi commerciali affollati. Che strano adesso avere paura delle persone, e vedere l’ansia negli occhi di qualcuno se ti avvicini troppo. Il divieto di incontrarsi tra parenti e amici in casa è stato il colmo dell’intrusione del virus nelle nostre abitudini.
Non poter abbracciare, baciare e nemmeno dare la mano ai miei cari, l’ho vissuto come un grave impedimento alla normale espressione del mio amore verso di loro.
Non avrei mai pensato che qualcosa potesse intromettersi così prepotentemente nei miei rapporti affettivi. Mi sono chiesto se avessi fatto del mio meglio nella cura dei miei affetti e delle mie amicizie quando ne avevo ancora la possibilità. E se ora non fosse più possibile?
I DIRITTI POSSONO ESSERE REVOCATI!
Il mio diritto alla libertà personale è svanito in un attimo quando mi sono ritrovato agli “arresti domiciliari” durante il lockdown. Non potevo uscire se non per motivi eccezionali, dettati da direttive molto restrittive, e con autocertificazione dovutamente compilata per non incorrere in multe salatissime.
Il mio diritto al lavoro mi è stato negato quando il governo ha imposto la chiusura di tante attività e degli uffici come il mio.
Anche il diritto allo studio di molti, se non proprio negato, è stato reso certamente molto più difficile. La mia libertà religiosa è stata limitata perché, per più di tre mesi, non sono potuto andare in chiesa ad adorare Dio insieme ai miei fratelli in fede.
E quando mio padre è morto di coronavirus non abbiamo potuto celebrare il funerale! Ovviamente capisco, e approvo anche, i motivi per cui sono state adottate queste misure restrittive, ma mi ha sorpreso quanto sia stato incredibilmente facile perdere quelli che pensavo fossero miei diritti, non negoziabili o inattaccabili come sottolinea la nostra Costituzione.
SONO PIÙ IMPOTENTE DI QUELLO CHE PENSAVO!
Mi sono reso conto che non avevo il controllo sulle mie risorse finanziarie. Ad un tratto, perdere il lavoro, o la possibilità di fare anche la cosa più semplice, era diventata una questione nelle mani delle autorità. Come avrei protetto e provveduto ai miei cari?
Mi sono scoperto impotente anche quando il virus ha cominciato a fare una strage nella casa di cura che ospitava mio papà, e mi è stato vietato di visitarlo. E in tutto questo, ho visto persone vivere in modo prepotente e egoistico, approfittandosi della crisi, senza che io potessi fare nulla per fermarli. Ho dovuto fare i conti con la realtà, e ammettere di non essere quel padrone della mia vita che pensavo.
QUESTO TEMPO MI È STATO UTILE!
Le scoperte che ho fatto a causa del coronavirus mi sono servite, e sono convinto che possano dare un input alla direzione giusta della mia vita. Accettare e ricordare che nessuno ha il controllo totale sulla sua vita ci mantiene umili davanti a Dio, e ci protegge dall’orgoglio. La Bibbia, che è la Parola di Dio, infatti ci avverte: “E ora a voi che dite: «Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo»; mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita?
Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest’altro». Invece voi vi vantate con la vostra arroganza.
Un tale vanto è cattivo.” (Giacomo 4:13-16) Queste parole espongono quattro verità che faremmo bene a non ignorare:
• Vivere come se fossimo noi i padroni della nostra vita è un’illusione.
• Puntare tutto sulla nostra capacità economica e sulle cose materiali, è una follia.
• Affrontare ogni giorno come se non dovessimo morire mai, è mentire a noi stessi.
• Dimenticarsi di Dio è facile, ma estremamente imprudente e pericoloso.
Gesù ha raccontato questa storia come un ammonimento serio: “La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: «Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?» E disse: «Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti’». Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?»” (Vangelo di Luca 12:16-20)
L’uomo della storia non aveva preso Dio in considerazione, e aveva tralasciato le giuste priorità della vita. Sono sicuro che Dio vuole che la pandemia di COVID-19 ci porti a riflettere sulla salute della nostra anima, che è immortale. Se siamo onesti, sarai d’accordo con me che non siamo buoni dentro. Molte decisioni che prendiamo sono dettate da un puro egoismo. E a volte si ha l’impressione di essere in balia di tante bugie. Il semplice rifiuto generale di seguire le regole per la tutela della salute di tutti dimostra ribellione e arroganza. La lista è lunga, e non mi sto tirando fuori dalla mischia: siamo tutti peccatori.
Ma c’è una vita dopo la morte!
C’è un destino di cui Gesù ha parlato. Ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?” (Vangelo di Giovanni 11:25,26).
Lo ha detto a un funerale. Sono proprio i funerali o situazioni come il COVID-19 che dovrebbero farci pensare alla morte.
Ma che fare se il pensiero della morte produce ansia, o addirittura paura?
La risposta è talmente semplice che molti la rifiutano: Bisogna credere a Gesù! Cosa vuol dire?
Bisogna credere che Dio ha mandato il suo unico Figlio, Gesù Cristo, a morire sulla croce per subire la condanna al posto di tutti coloro che si riconoscono peccatori, meritevoli di una punizione eterna, e che credono in lui per ricevere in dono il perdono dei peccati e la vita eterna. Questo è il vangelo, la buona notizia di Dio. L’apostolo
Paolo infatti afferma che “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
Il dono di Dio è gratuito. Non possiamo fare nulla per espiare i nostri peccati, e non possiamo nemmeno meritare la salvezza. Dio la offre gratuitamente a tutti quelli che credono in Gesù, secondo le Scritture (la Sacra Bibbia).
La promessa di Dio è ferma: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9). Siamo tornati ad un certo periodo di normalità, eppure i cuori sembravano non aver imparato, e mentre riprecipitiamo nella paura (novembre 2020) c’è un pericolo: potremmo facilmente tralasciare o dimenticare le lezioni importanti che questa pandemia ci ha insegnato.
Ma tu non trascurare la tua anima!
Noi saremmo felici di mandarti gratuitamente, e senza alcun obbligo da parte tua, un libretto che si intitola “Cosa Succede dopo la morte?”
Per riceverlo scrivici a: Associazione Verità Evangelica Via Pozzuoli 9, 00182 Roma assverev@tin.it
Fonte: http://www.istitutobiblicobereano.org/
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