Essere invitati ad un matrimonio implica non poche preoccupazioni riguardanti il regalo per gli sposi e il vestito da indossare. Come deve essere un vestito adatto per un matrimonio?
“Trendy, glamour, fashion, a la page”: questi sono gli aggettivi che un esterofilo userebbe per qualificare un vestito alla moda da indossare in un giorno importante quale è un matrimonio.
Nell’epoca dell’apparenza e della superficialità sappiamo bene quanto ciò che indossiamo sia il nostro biglietto da visita. Gli abiti sono l’immagine della nostra anima, della nostra personalità e dei nostri gusti.
Spendiamo una fortuna alla ricerca dell’eleganza; passiamo ore dinanzi ad uno specchio, misurando giacche e pantaloni, abbinandone i colori, costruendo il nostro guardaroba in base al nostro fisico e alla nostra età.
Di certo vestirsi con cura non è importante solo per gli altri, ma anche per se stessi.
Ci fa sentire più sicuri quando ci interfacciamo con gli altri, soprattutto durante un matrimonio.
Ti sembra strano sapere che anche Gesù è interessato al nostro abbigliamento?
Un giorno ne parlò in una parabola che aveva come sfondo una cerimonia nuziale e si soffermò sugli abiti indossati dagli invitati: «E la sala delle nozze fu piena di commensali. Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti”» (Matteo 22:10-13).
Un finale a sorpresa che sconcerta e spaventa.
È una festa nuziale, dunque, c’è uno sposo, una sposa e degli invitati e tutti devono avere l’abito adatto per le nozze.
E ciò accade anche a noi oggi: quando siamo invitati ad un matrimonio non andiamo certamente con jeans e polo.
In questa parabola notiamo un uomo seduto al posto giusto, circondato dalla gente giusta, ma con indosso l’abito sbagliato, a causa del quale viene allontanato dalla presenza del re.
Ma avete mai riflettuto sul “guardaroba di Dio”?
Avete mai pensato quali abiti il Signore vuole che i Suoi figli indossino?
IL VESTITO INADATTO
L’abito della festa non ha nulla a che vedere con giacche o tailleur.
Dio ci offre una veste celeste che soltanto il cielo può dare: “Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l’anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli” (Isaia 61:10).
La Bibbia parla ampiamente di questo vestito: “Ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Romani 13:14).
“Siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Galati 3:26, 27).
Ricordate le parole del padre al ritorno del figlio prodigo?
“Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi”.
Il padre non avrebbe permesso che suo figlio se ne andasse in giro vestito di stracci infangati, ma egli voleva che indossasse i migliori vestiti.
Dio vuole lo stesso per te.
Quando una persona accetta Cristo nel suo cuore come personale Salvatore, “nasce di nuovo” e avviene un meraviglioso miracolo: da creatura di Dio diventa figlio di Dio ed è adornato di una nuova veste, la giustizia di Cristo.
La Bibbia definisce la nostra giustizia come un “abito sporco”. Ma quando un peccatore prega e dice: “Dio, tirami via questi stracci, rivestimi della Tua grazia”, Gesù, con un atto visibile soltanto agli occhi del cielo, rimuove la veste macchiata e la sostituisce con il Suo abito di giustizia.
Come risultato, il credente è rivestito di Cristo e di conseguenza è pronto per le nozze. Dio pone un’unica condizione per l’ingresso in cielo: essere rivestiti di Cristo.
Ma l’uomo della parabola non aveva l’abito adatto.
Non lo sapeva?
Sicuramente ne era a conoscenza, ma probabilmente pensava che il re non ci avrebbe fatto caso.
Forse proiettò la sua superficialità sul re e trattò l’avvenimento con faciloneria, fatto sta che fu gettato fuori nelle tenebre e tanta fu la sua rabbia e lo stridore dei denti.
Se lo stridore dei denti ci parla del dolore, la rabbia è un sentimento che manifesta rimorso per qualcosa che la persona avrebbe potuto fare e non ha fatto: “Che rabbia: se ci avessi pensato, se lo avessi fatto! Ma ormai è troppo tardi”.
Tutto questo attesta l’importanza di avere un abito adatto.
IL VESTITO NOTATO
Nella parabola il verbo “vedere” compare due volte. La versione Diodati è ancora più esplicita: “Or il re, entrato per vedere quei che erano a tavola, vide quivi un uomo che non era vestito di vestimento da nozze”.
Quello che vide il re non lo videro gli invitati.
Non leggiamo che gli invitati dissero a quest’uomo: “Ma perché ti sei vestito così? Non è l’abito adatto, non è l’abito giusto. Se non avevi la possibilità di acquistarlo, potevi chiederlo in prestito”.
L’unico a notarlo fu il re, l’unico a “vedere” fu il re.
Il Re dei re vede, nulla Gli è nascosto, vede quello che gli altri non vedono.
Una cosa che spesso dimentichiamo è che Dio ci vede. Dio ti conosce come nessun altro. Conosceva Giuda, mentre per gli altri era un fedele cassiere. Nel Vangelo di Giovanni si legge: “Mentre Gesù era in Gerusalemme, alla festa di Pasqua, molti credettero nel Suo Nome, vedendo i segni miracolosi che Egli faceva. Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti e perché non aveva bisogno della testimonianza di nessuno sull’uomo, poiché Egli stesso conosceva quello che era nell’uomo” (Giovanni 2:25).
Possiamo beffarci di Dio?
Possiamo nasconderci da Dio?
Ingannare Dio?
Egli nota il tuo vestito.
IL VESTITO INUTILE
Il re gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze? E costui rimase con la bocca chiusa”.
Quel vestito era inutile.
Poteva essere il miglior vestito, il più “trend”, poteva essere “glamour, fashion”, ma quel vestito non serviva a niente. Quest’uomo fu preso, legato mani e piedi e gettato fuori, nelle tenebre: “Lì fu la rabbia e lo stridore dei denti”. Un vestito inutile.
È tutto inutile se non siamo rivestiti della giustizia di Cristo.
È tutto inutile se Cristo non è in noi, se non viviamo con Lui, se non viviamo per Lui.
Pensate un attimo agli invitati e a quest’uomo.
Metteteli in parallelo.
Loro hanno il vestito per le nozze, lui no.
Loro restano dentro la sala, lui è gettato fuori.
Loro restano nella gioia, lui nel dolore, con la rabbia e lo stridore dei denti.
Loro nella luce, lui nelle tenebre.
Loro con lo sposo per sempre, lui per sempre lontano dallo sposo.
È questa l’immagine dell’eternità da vivere con Dio o lontano da Dio.
Ti sei mai chiesto dove trascorrerai l’eternità?
Quali sono le vesti degli abitanti del cielo?
“Essi cammineranno con Me in bianche vesti, perché ne sono degni. Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e Io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre Mio e davanti ai Suoi angeli” (Apocalisse 3:4, 5).
Domenico Modugno
tratto da “CRISTIANI OGGI” giugno 2010
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