Caro Eberhard, questo tuo compleanno sarà caratterizzato solo dalle lettere: è la prima volta che ti capita. In questi giorni varie lettere viaggeranno verso di te lungo molte strade, e speriamo che possano raggiungerti per tempo, o quasi; tu stesso forse, durante qualche momento di tranquillità, quel giorno scriverai a casa. Epistula non erubescit – dunque talvolta si apprendono più cose attraverso le lettere di quante non ce ne diciamo nel corso di un normale incontro in occasione di un compleanno. Dalle lettere che riceverai saprai così quante persone ti vedono di buon occhio, partecipano alle vicende della tua vita, e ti sono legate. Non c’è praticamente sensazione che renda più felice dell’intuire che si è qualcosa per altre persone. In questo, ciò che conta non è il numero, ma l’intensità. Alla fine, le relazioni interpersonali sono senz’altro la cosa più importante della vita. Nemmeno il moderno “uomo della prestazione” può modificare questo fatto, e neppure i semidei o i folli che nulla sanno delle relazioni interpersonali.
Dio stesso si fa servire da noi nell’umano. Ogni altra cosa è molto vicina all’hybris. Una cura troppo consapevole delle relazioni interpersonali e del significato che si riveste gli uni per gli altri, come quella che ho avuto ora occasione di trovare nelle lettere di Gabriele von Bülow-Humboldt536, può certamente condurre a un culto della personalità inadeguato rispetto alla realtà. Ma io mi riferisco invece al fatto puro e semplice che nella vita gli uomini sono per noi più importanti di qualsiasi altra cosa. Ciò non significa affatto disprezzo del mondo delle cose e delle prestazioni pratiche.
Ma che cosa sono per me il libro, il quadro, la casa, la proprietà più belli, di fronte a mia moglie, ai miei genitori, al mio amico? Così, d’altra parte, può parlare solo chi nella sua vita abbia trovato veramente delle persone. Per molti oggi invece anche l’uomo è solo una componente del mondo delle cose. Ciò dipende dal fatto che a costoro manca semplicemente l’esperienza dell’umano. Dobbiamo essere molto lieti del fatto che tale esperienza a noi è stata donata con larghezza. E un compleanno è il giorno opportuno per gioire insieme e rendersi consapevoli della cosa con gratitudine… [Tu] chiedi [a te stesso] di essere all’altezza delle esigenze più alte. Io ho osservato spesso che ciò che conta è quali esigenze uno si pone.
Alcuni si rovinano perché si adeguano a qualcosa di mediocre, arrivando forse in questo molto più velocemente a conseguire dei risultati; hanno infatti meno ostacoli da superare. Ho sempre considerato come uno dei fattori educativi più efficaci della nostra famiglia il fatto di averci dato moltissimi ostacoli da superare (in relazione all’oggettività, alla chiarezza, alla naturalezza, al tatto, alla semplicità, ecc.), prima che potessimo arrivare a delle manifestazioni nostre personali. Credo che tu abbia percepito la stessa cosa da noi, fin dall’inizio. Talvolta c’è voluto molto tempo prima che si superasse una tale difficoltà, e talvolta viene da pensare che si sarebbero potuti ottenere dei risultati per una via molto meno dispendiosa e più facile, se semplicemente si fossero aggirati questi ostacoli…
Non si può più tornare indietro rispetto a ciò che si è elaborato autonomamente. Ciò talvolta è scomodo per gli altri e anche per se stessi, ma sono appunto le scomodità della formazione culturale… Per il nuovo anno della tua vita ti auguro – dopo esser tornato alla tua famiglia e alla tua professione – un grande impegno e una grande responsabilità e contemporaneamente la tranquillità necessaria per poter scrivere di quando in quando qualcosa di buono. A me auguro che il nostro scambio spirituale ci dia ancora la possibilità di far sì che le nostre idee possano nascere, manifestarsi e chiarirsi e, più importante ancora, che possiamo trovare sempre nell’altro la persona di cui ci possiamo fidare senza alcun limite. – Le letture del 28537 sono molto belle. Se la mattina di quel giorno ti penserò, mi atterrò ad esse. Con la domanda «La mano è forse…» (Nm 11,23) pensiamo probabilmente a qualche desiderio o speranza inappagati. Ma di fronte a questo c’è 2Cor 1,20: Dio non realizza tutti i nostri desideri, ma tutte le sue promesse, cioè egli rimane il signore della terra, conserva la sua Chiesa, ci dona sempre nuova fede, non ci impone mai pesi maggiori di quanto possiamo sopportare, ci rende lieti con la sua vicinanza e il suo aiuto, esaudisce le nostre preghiere e ci conduce a sé attraverso la via migliore e più diritta. Facendo questo, Dio procura a se stesso lode per mezzo nostro…
Purtroppo, mentre scrivevo questa lettera sono stato interrotto così spesso che non l’ho potuta stendere con la tranquillità e la cura che avrei voluto. Ma tu sai quanto ti pensi e come ti sia vicino con i migliori auguri. Che regalo devo farti per il tuo compleanno? Ti farebbe piacere l’icona che a suo tempo portai da Sofia538? O hai qualche altro desiderio? L’interpretazione di 1Sam 31539 sembra non sia esatta. – Sarebbe bene che le mie lettere tu le conservassi un po’ a parte. Nulla di nuovo per quanto riguarda la famiglia. – Andiamo incontro al futuro con pazienza e con fiducia! Dio benedica e protegga te e noi tutti. Con fedeltà e riconoscenza ti saluta il tuo Dietrich.
L’AMICO Poesia
Non dal greve suolo dove sangue, stirpe e giuramento sono potenti e sacri, dove la terra stessa contro follia ed empietà i benedetti antichissimi ordinamenti protegge, difende e vendica, ma dal libero piacere e dalla libera esigenza dello spirito che non ha bisogno del giuramento né della legge, l’amico viene donato all’amico.
A fianco del campo di grano che dà nutrimento, che gli uomini rispettosamente coltivano e lavorano, cui il sudore del loro lavoro e, se bisogna, il sangue dei loro corpi sacrificano, a fianco del campo del pane quotidiano lasciano però gli uomini fiorire il bel fiordaliso. Nessuno lo ha piantato, nessuno lo ha innaffiato, indifeso cresce in libertà e con serena fiducia che la vita sotto il vasto cielo gli si lasci.
A fianco di ciò che è necessario, formato dalla grave materia terrena, a fianco del matrimonio, del lavoro, della spada, anche ciò che è libero vuol vivere e crescere in faccia al sole. Non solo i frutti maturi, anche i fiori son belli. Se i fiori ai frutti o i frutti servano ai fiori chi lo sa? E però sono dati ambedue.
Il più prezioso, il più raro fiore – nato in un’ora felice dalla libertà dello spirito che gioca, che osa, che confida – è all’amico l’amico.
Anzitutto compagno di giochi nei lunghi viaggi dello spirito in meravigliosi lontani regni, che nel velo del sole mattutino splendono come oro cui nel caldo meriggio le nuvole leggere del cielo azzurro si fanno incontro, che nella eccitante notte, alla luce della lampada come nascosti, segreti tesori attirano il cercatore.
Quando poi lo spirito sfiora il cuore e la fronte dell’uomo con grandi, sereni, acuti pensieri, sicché con chiari occhi e liberi gesti egli guarda al mondo in faccia, quando poi dallo spirito nasce l’azione – davanti alla quale da soli noi stiamo o cadiamo – quando dall’azione forte e sana nasce l’opera che alla vita dell’uomo dà contenuto e senso, allora gli uomini che agiscono, che fanno, che son soli hanno desiderio di uno spirito amico capace di capire.
Come acque chiare e fresche, lì lo spirito si purifica della polvere del giorno, lì si rinfresca del caldo ardente e si tempra nell’ora della fatica – come una fortezza, in cui dopo il pericolo e il turbamento lo spirito torna, dove trova rifugio, incoraggiamento, conforto, è l’amico all’amico. E lo spirito vuole fidarsi, fidarsi senza limiti. Disgustato dal vermicaio che all’ombra del bene si nutre di invidia, di sospetto e di curiosità, dal sibilo di lingue avvelenate di serpente, che il segreto del pensiero libero, del cuore retto temono, odiano e disprezzano, lo spirito desidera gettare via da sé ogni simulazione e rivelarsi pienamente a uno spirito fidato, legarsi ad esso, libero e fedele. Senza invidia vuole assentire, vuole riconoscere, vuole ringraziare, vuole gioire e trarre forza dall’altro spirito.
Ma si piega docilmente anche al duro giudizio e al duro rimprovero. Non ordini, non coercitive, estranee leggi e dottrine, ma il consiglio buono, serio, che rende liberi cerca l’uomo maturo dalla fedeltà dell’amico. Lontano o vicino nella felicità o nell’infelicità, l’uno riconosce nell’altro colui che fedelmente aiuta alla libertà e ad essere uomo.
Quando le sirene suonano a mezzanotte, in silenzio e a lungo ho pensato a te, a come tu stia, a come era un tempo, e all’augurio che tu possa tornare a casa nel nuovo anno. Dopo lungo silenzio, all’una e mezza sento il segnale che il pericolo è lontano. In ciò ho visto un segno benevolo che ogni pericolo, lieve, ti passerà oltre.
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